Oscar Victorovič Stark | |
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Nascita | Helsingfors, 16 agosto 1846 |
Morte | Helsinki, 13 novembre 1928 |
Dati militari | |
Paese servito | Impero russo |
Forza armata | Marina Imperiale Russa |
Anni di servizio | 1873-1906 |
Grado | Viceammiraglio |
Guerre | Guerra russo-turca (1877-1878) Guerra russo-giapponese Prima guerra mondiale |
Battaglie | Battaglia di Port Arthur Assedio di Port Arthur |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Starck, Oskar Ludvig[1] | |
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Oscar Victorovič Stark, (in russo: Оскар Викторович Старк) (Helsingfors, 16 agosto 1846 – Helsinki, 13 novembre 1928), è stato un ammiraglio russo, noto esploratore del Golfo di Pietro il Grande e dei mari dell'Estremo Oriente. Uno stretto nel Golfo di Pietro il Grande e una baia nello Stretto di Tatar prendono il nome da lui[2] Con il grado di viceammiraglio era al comando della Squadra navale del Pacifico, di stanza a Port Arthur, quando scoppiò la guerra russo-giapponese. Dopo l'esito negativo della battaglia di Port Arthur fu sostituito dal viceammiraglio Stepan Osipovič Makarov.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Helsingfors, nel Granducato di Finlandia, il 16 agosto 1846 figlio di Fredrik Viktor Ludvig e di Maria Augusta Standertskjöld.[N 1] Di fede luterana si arruolò nella marina imperiale russa nel 1861 e si diplomò alla Scuola del Corpo dei cadetti della Marina imperiale nel 1866, ottenendo il grado di guardiamarina il 19 novembre di quell'anno.[1] Il 13 gennaio 1870 fu promosso tenente e il 13 gennaio 1871 fu assegnato come ufficiale di guardia sulla corazzata Kreml.[1][3] Il 24 giugno 1871 fu trasferito alla flotta siberiana e contemporaneamente all'equipaggio marittimo dell'Amur. Dal 1871 al 1874 prestò servizio, tra l'altro, come ufficiale d'artiglieria anziano sul clipper Abrek, di ritorno dall'Estremo Oriente.[1]
Comando della goletta Vostok dal 1875 al 1877, con cui mappò le coste artiche e pacifiche della Siberia, navigò nel Mare di Okhotsk per contrastare la caccia illegale da parte di navi straniere alle balene, e nel 1877 supervisionò anche i lavori di riparazione effettuati sulla nave a San Francisco, negli Stati Uniti d'America.[1][2]
Dal 1879 al 1886 fu comandante della cannoniera Gornostai di base ad Hankou, in Cina, posta a disposizione dell'ambasciatore russo a Pechino.[1][4] Il 13 gennaio 1880 fu promosso capitano tenente e il 10 marzo 1885 capitano di 2ª classe. Nell'estate del 1886, a bordo della Gornostay navigò lungo il fiume Amur fino alle sorgenti del fiume Sungari.[1]
Dal 1886 al 1889 fu comandante della cannoniera Sivutch a bordo della quale visitò Nagasaki e la Corea.[1][5] Nel 1887 la "Sivuch" effettuò lavori idrografici al largo delle coste della Corea, a sud del fiume Tumangan.[1] Nello stesso anno, la cannoniera visitò Seul e Chemulpo, e in estate fu ufficialmente ritirata dalla flotta baltica e assegnata nella flottiglia siberiana.[2] Il 13 gennaio 1889 fu promosso capitano di 1ª classe, e il 21 aprile 1890 fu nominato assistente del comandante del porto di Vladivostok.[1]
Il 1 luglio 1891 fu nominato comandante dell'incrociatore corazzato Vladimir Monomach effettuando il viaggio di ritorno da Vladivostok a Kronštadt.[1][6] All'inizio di dicembre 1891 la nave era arrivata a Nagasaki per prepararsi al viaggio di ritorno nel Mar Baltico. Nell'aprile 1892, lasciando la rada, l'incrociatore, secondo l'usanza marittima, girò intorno alla poppa dell'ammiraglia Pamjat' Azova.[1] Egli, nuovo sul Vladimir Monomach e alle sue caratteristiche, fece incagliare l'incrociatore.[2] Solo alla fine del giorno successivo la nave poté essere rimessa a galla e portata nella baia.[1] Il Vladimir Monomach arrivò poi nella rada di Kronštadt il 13 agosto 1892.[1]
Il 13 gennaio 1893 assunse il comando della corazzata costiera Pervenets e contemporaneamente del 16° equipaggio della marina e del comando per addestramento dell'artiglieria.[1][3]
Fu promosso contrammiraglio il 14 maggio 1896.[1] Dall'11 aprile 1898 al 7 ottobre 1902 prestò servizio nella Squadra navale russa del Pacifico.[1] Il 6 dicembre 1902 fu promosso viceammiraglio.[1] Su nomina del viceré dell'Estremo Oriente russo Evgenij Ivanovič Alekseev, fu comandante della base navale e del porto di Port Arthur dal 1° maggio 1898 al 7 ottobre 1902.[1] Nel febbraio 1902 fu nominato comandante della flotta russa del Pacifico sostituendo Nikolaj Skrydlov, e il 6 dicembre di quell'anno fu promosso viceammiraglio.[2][7] All'inizio della guerra russo-giapponese, la Marina imperiale giapponese lanciò un attacco preventivo contro la flotta russa ancorata a Port Arthur, dando inizio alla guerra.[8] Al momento dell'attacco egli stava tenendo una festa di compleanno per sua moglie sul ponte della sua nave ammiraglia, la corazzata Petropavlovsk, e la folla che partecipava alla festa pensò erroneamente che le esplosioni provocate dai colpi dell'artiglieria giapponese fossero stati sparati in onore della festa di compleanno.[8] Quando risuonarono le prime esplosioni di proiettili giapponesi egli non credeva che si trattasse di un vero attacco e cercò di fermare il fuoco di risposta delle forze russe.[2] Quando divenne chiaro che non si trattava di un errore, diede l'ordine agli incrociatori protetti Askold e Novik di iniziare l'inseguimento delle navi giapponesi, che si ritirarono.[2] Dopo l'attacco notturno fece rapporto al viceré Alekseev.[2] In quel momento i giapponesi, da una distanza di poco meno di 9 km, aprirono il fuoco sulle navi russe ancora ferme nella rada esterna.[2] In risposta le navi russe iniziarono a levare l'ancora e a rispondere al fuoco.[2] Il loro obiettivo era impegnare il nemico, ma Alekseev gli diede l'ordine di aspettare e questo ritardo fece sì che le navi rimanessero esposte un pò più a lungo sotto il fuoco nemico e, di conseguenza, subirono più danni che se avessero iniziato a manovrare immediatamente.[2]
L'attacco giapponese non ebbe totale successo, come Heihachiro Togo, ed egli fu fortemente criticato dalla stampa russa e mondiale per aver subito una grande sconfitta e fu successivamente licenziato dallo zar Nicola II dal suo incarico il 24 febbraio 1904.[1] Il viceammiraglio Stepan Osipovič Makarov arrivò l'8 marzo 1904 come suo sostituto.[2] Insignito dell'Ordine di San Vladimiro fu richiamato a un incarico di stato maggiore dapprima con la con la flotta del Mar Nero;[8] il 17 febbraio 1906 fu incaricato di ispezionare a fondo i beni appartenenti alla flotta dei porti di Sebastopoli e Nikolaev.[1] Dopo aver completato l'ispezione, il 25 novembre 1907 nominato il presidente del consiglio d'amministrazione della fabbrica statale di Obukhov e il 27 gennaio 1908 anche presidente del consiglio d'amministrazione dell'Izhorskiye zavod.[2] Assegnato alla flotta del Baltico fu promosso ammiraglio il 20 ottobre 1908 e posto subito in congedo.[2] Dopo essere stato trasferito nella riserva, egli e sua moglie si stabilirono a Helsinki.[1] Dopo la rivoluzione d'ottobre, di cui fu fortemente critico, aderì al movimento bianco prestando servizio nel sud del Paese.[2] Nel 1920 fuggì in Jugoslavia, dove visse per qualche tempo, per andare poi in Finlandia dove si stabilì definitivamente.[2] Si spense a Helsinki il 13 novembre 1928.[1]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Apparteneva alla nobile famiglia Standertskjöld da parte di madre e suo zio era il tenente generale Carl August Standertskjöld.
Fonti
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Richard Connaughton, Rising Sun and Tumbling Bear: Russia's War with Japan, Cassell, 2003, ISBN 0-304-36657-9.
- (EN) Jeffrey Jukes, The Russo-Japanese War 1904–1905, Botley, Osprey Publishing, 2002, ISBN 1-84176-446-9.
- (EN) Rotem Kowner, Historical Dictionary of the Russo-Japanese War, Lanham, Maryland, The Scarecrow Press, 2006, ISBN 0-8108-4927-5.
- (EN) Newton McCully, The McCully Report: The Russo-Japanese War, 1904-05, Annapolis, Naval Institute Press, 1977, ISBN 0-87021-371-7.
- (EN) Nicholas Papastrigakis, Russian Imperialism and Naval Power, London, I.B. Tauris & Co., 2011.
- (EN) Julian Stafford, Maritime Operations in the Russo-Japanese War 1904–1905, Annapolis, Naval Institute Press, 1997, ISBN 1-55750-129-7.
- (EN) Dennis Warner e Peggy Werner, The Tide at Sunrise; A History of the Russo-Japanese War, 1904–1905, Charterhouse, 1974.
- (EN) Anthony J. Watts, The Imperial Russian Navy, London, Arms and Armored Press, 1990.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Oskar Stark
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (FI) Starck, Oskar Ludvig, su Kansallis Biografia. URL consultato il 20 settembre 2024.
- (RU) Почему имя Оскара Старка носит целый пролив, su Dzen. URL consultato il 20 settembre 2024.