La locuzione latina opera omnia (lett. "tutte le opere") è usata soprattutto in editoria e in bibliografia per indicare il complesso degli scritti di un autore, presentati nella loro stesura più completa e definitiva, e l'edizione stessa che li raccoglie.[1]
Ad es., l'opera omnia di Giosuè Carducci fu pubblicata dapprima in 20 volumi (Bologna, N. Zanichelli, 1889-1909) e poi nell'edizione nazionale in 30 volumi per le Opere (Bologna, N. Zanichelli, 1935-40) e in 20 volumi per le Lettere (Bologna, N. Zanichelli, 1939-1968).
Questa locuzione, neutro plurale in latino, è utilizzata perlopiù in italiano come sostantivo femminile singolare[2]; meno comune, ma più coerente con la corrispondenza tra neutro latino e maschile italiano, è la forma "gli opera omnia"[3][4].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Giuliano Vigini, Glossario di biblioteconomia e scienza dell'informazione, Milano, Editrice Bibliografica, 1985, p. 79.
- ^ Opera omnia, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^ DOP: Dizionario di Ortografia e Pronunzia della lingua italiana, su www.dizionario.rai.it. URL consultato il 6 ottobre 2024.
- ^ Utilizzando la locuzione latina “opera omnia” in italiano, è corretto considerarla femminile singolare o femminile plurale?, su Treccani. URL consultato il 6 ottobre 2024.