Onorata società è un termine proprio dei camorristi napoletani, che definivano così la loro organizzazione nella seconda metà dell'Ottocento per alludere alla difesa del loro onore, che consisteva nell'omertà, cioè il codice mafioso del silenzio e l'obbligo a non parlare degli affari interni all'organizzazione con la polizia.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Dalla fine dell'Ottocento il termine venne spesso usato anche per definire la mafia siciliana e calabrese (Cosa nostra e la 'Ndrangheta) per le analogie con il "codice d'onore" della Camorra.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Onorata società, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 28 febbraio 2021.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giuseppe Carlo Marino, I padrini. Da Vito Cascio Ferro a Lucky Luciano, da Calogero Vizzini a Stefano Bontate, fatti, segreti e testimonianze di Cosa Nostra attraverso le sconcertanti biografie dei suoi protagonisti, Roma, Newton Compton, 2006, ISBN 9788882895686.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Onorata società, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.