Omicidio di Claudio Domino omicidio | |
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Tipo | sparatoria |
Data | 7 ottobre 1986 |
Luogo | Palermo |
Stato | Italia |
Arma | pistola |
Obiettivo | Claudio Domino |
Responsabili | Cosa nostra |
Conseguenze | |
Morti | 1 |
L'omicidio di Claudio Domino è stato un caso di cronaca italiana avente come oggetto l'assassinio su commissione, eseguito da Cosa nostra, di Claudio Domino, un bambino di undici anni.[1]
La vittima era nata a Palermo l'8 gennaio 1975 e fu uccisa nella medesima città il 7 ottobre 1986.[2]
L'omicidio
[modifica | modifica wikitesto]La madre di Claudio Domino aveva una cartoleria in via Fattori, mentre il papà era un operaio SIP, ma avevano creato due società di pulizie. Una di queste si era aggiudicata l'appalto delle pulizie dell'aula bunker dove si stava svolgendo il maxiprocesso di Palermo.[3][4] La sera del 7 ottobre 1986 Claudio stava passeggiando con un amichetto in una via del quartiere San Lorenzo di Palermo. Un uomo che arrivava con una moto di grande cilindrata, una Kawasaki, chiese ai due bambini chi fosse Claudio Domino e alla risposta di Claudio l’uomo si avvicinò, tirò fuori una pistola 7,65 e da meno di un metro gli sparò in mezzo agli occhi, uccidendolo sul colpo.
Le ipotesi sull'omicidio
[modifica | modifica wikitesto]Giovanni Bontate, durante il maxiprocesso di Palermo, lesse un comunicato a nome di tutti i detenuti della sua cella, dichiarando l'estraneità all'omicidio che definì "un atto di barbarie".[5][6][N 1].
Tra varie piste di indagine, si era inizialmente ipotizzato che Claudio Domino fosse stato ucciso perché testimone involontario di un sequestro[7] o di un omicidio. Il collaboratore di giustizia Salvatore Cancemi rivelò: "Subito dopo l'omicidio di Claudio Domino, Totò Riina riunì la Commissione... e ordinò che tutti noi dovevamo impegnarci a scoprire i colpevoli e punirli...".[8]
Secondo il pentito di mafia Giovanbattista Ferrante, invece, Claudio Domino sarebbe stato ucciso perché testimone involontario di scambi di stupefacenti tra spacciatori: Ferrante aveva dichiarato di essere stato il killer di Salvatore Graffagnino, titolare del bar davanti al quale era avvenuto l'omicidio, che venne sequestrato un mese dopo e sotto tortura avrebbe ammesso di essere stato il mandante assoldando un tossicodipendente per uccidere il bambino;[9] l'ordine di uccidere Graffagnino sarebbe arrivato da Giovanni Brusca, in quello che fu definito un assassinio "pedagogico".[10][11]
In una puntata di Non è l'Arena, andata in onda il 2 aprile 2023 sull'emittente televisiva LA7, il pentito Gaspare Mutolo ha raccontato che, da indagini interne a Cosa nostra, si era scoperto che il bambino era stato ucciso perché aveva sorpreso la madre baciarsi con Salvatore Graffagnino, poi ucciso prontamente dai mafiosi, una cosa che non avrebbe dovuto vedere e che avrebbe potuto riferire al padre; la donna però ha negato con fermezza questa versione dicendo di non aver mai preso neanche un caffè con l’uomo e di aver pensato per molto tempo invece che il figlio avesse assistito a un duplice omicidio. Nella stessa trasmissione anche l’ex magistrato Alfonso Sabella ha allontanato i sospetti da Cosa nostra mentre Antonio Ingroia e sempre Mutolo hanno dichiarato che Salvatore Graffagnino non c'entrava nulla con l’omicidio.[12][13]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- Annotazioni
- ^ Le dichiarazioni di Bontade sono negli archivi RAI, con tutte le immagini del processo, utilizzate anche per la docufiction Maxi. Il grande processo alla Mafia, trasmessa in sette puntate nel novembre 2018, che, tra l'altro, incorpora la registrazione della dichiarazione di Bontade.
- Fonti
- ^ Renate Siebert, 1996, p. 140.
- ^ La mafia che uccide i bambini: il ricordo del piccolo Claudio Domino ammazzato a 11 anni, in Sicilia Oggi Notizie, 8 gennaio 2019.
- ^ Enzo Catania, 2006.
- ^ Alessandro Silj, 1994, p. 413.
- ^ Enrico Deaglio, 1993, p. 51.
- ^ Attilio Bolzoni, Vent'anni fa, nel bunker con i boss, in la Repubblica, GEDI Gruppo Editoriale, 10 febbraio 2006.
- ^ Attilio Bolzoni, Palermo, finisce in cella per l'omicidio di Claudio, in la Repubblica, GEDI Gruppo Editoriale, 15 marzo 1987.
- ^ Attilio Bolzoni, La 'giustizia' di Riina, in la Repubblica, GEDI Gruppo Editoriale, 4 ottobre 1994. URL consultato il 29 giugno 2021.
- ^ Aveva visto la mamma con l'amante per questo fu ucciso Claudio Domino, in la Repubblica, GEDI Gruppo Editoriale, 30 ottobre 2001. URL consultato il 29 giugno 2021.
- ^ Giuseppe Carlo Marino, 1998.
- ^ Francesco La Licata, Quando i boss uccidono i ragazzini, in La Stampa, GEDI Gruppo Editoriale, 3 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2012).
- ^ Non è l'arena - Puntata del 02/04/2023, su LA7, LA7 S.p.A., 2 aprile 2023. URL consultato il 3 aprile 2023.
- ^ Omicidio Claudio Domino, Mutolo: "La mafia scoprì la verità, fu ucciso perché aveva visto la madre con questo uomo", su LA7, LA7 S.p.A., 2 aprile 2023. URL consultato il 3 aprile 2023.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Enzo Catania, Dalla mano nera a cosa nostra. L'origine di tutte le mafie e delle organizzazioni criminali, collana Storia Storie Memorie, Boroli, 2006, ISBN 9788874930814.
- Enrico Deaglio, Raccolto rosso. La mafia, l'Italia e poi venne giù tutto, Milano, Feltrinelli Editore, 1993, ISBN 9788807120107.
- Giuseppe Carlo Marino, Storia della mafia. Dall'"onorata società" a "Cosa nostra", sull'itinerario Sicilia-America-mondo, la ricostruzione critica di uno dei più inquietanti fenomeni del nostro tempo e delle eroiche lotte per combatterlo, Roma, Newton Compton, 1998, ISBN 9788882890070.
- (EN) Renate Siebert, Secrets of Life and Death. Women and the Mafia, Londra, Verso, 1996, ISBN 9781859840238.
- Alessandro Silj, Malpaese. Criminalità, corruzione e politica nell'Italia della prima Repubblica, 1943-1994, Roma, Donzelli Editore, 1994, ISBN 9788879890748.