Oggetto del cielo profondo (o oggetto non stellare) è un termine usato spesso nell'astronomia amatoriale per indicare oggetti del cielo notturno o oggetti celesti, che non siano né stelle né oggetti del Sistema Solare (come pianeti, comete e asteroidi). La grande maggioranza di questi oggetti non è visibile ad occhio nudo, e solo una minoranza abbastanza brillante può essere vista agevolmente con un piccolo telescopio.
Origini e classificazione
[modifica | modifica wikitesto]La classificazione degli oggetti astronomici non stellari cominciò subito dopo l'invenzione del telescopio.[1] Una delle prime liste generali fu il catalogo pubblicato da Charles Messier nel 1774, che includeva 103 nebulae e altri deboli e confusi oggetti minori che egli aveva incluso per evitare che fossero scambiati per comete, che era il suo campo di interesse.[1] Il miglioramento dei telescopi portò ben presto alla necessità di meglio precisare queste deboli nebulosità con una descrizione più accurata in termini di nubi interstellari, ammassi e galassie.
La terminologia oggetti del profondo cielo è tuttavia più recente e connessa all'attività amatoriale. L'origine del nome non è nota, ma fu resa popolare dalla rivista Sky & Telescope, nella sezione "Deep-Sky Wonders" (meraviglie del cielo profondo) fin dalla sua prima edizione nel 1941,[2] e successivamente sempre mantenuta dato che era ormai entrata nel linguaggio amatoriale.[3]
Suddivisione
[modifica | modifica wikitesto]Gli oggetti del profondo cielo possono essere suddivisi in:[4]
- Ammassi stellari
- Nebulose
- Oggetti extragalattici
- Altri oggetti
Cataloghi
[modifica | modifica wikitesto]Gli oggetti non stellari vengono descritti in diversi cataloghi, sia di tipo generale che più specifico.
Cataloghi generali
- Il principale è il catalogo di Messier (M), è un catalogo storico del 1774 che elenca 110 oggetti del profondo cielo, perlopiù i più brillanti e visibili dall'emisfero boreale, il solo allora accessibile da Charles Messier dalla Francia. Gli oggetti catalogati sono riportati con la lettera M seguita da un numero.
- Il New General Catalogue (NGC), compilato verso la fine dell'Ottocento, è molto più completo e classifica oltre 7.800 oggetti.
- I due Index Catalogue (IC), riportano in totale altri 5.000 oggetti in aggiunta a quelli elencati da NGC.
- Il Catalogo Caldwell (C), conta ulteriori 109 oggetti celesti di varia natura, tra i più luminosi dell'emisfero australe (completa idealmente il catalogo stilato da Messier).
Cataloghi specifici
- Il Catalogo Collinder (Cr), è il più noto per gli ammassi aperti e conta oltre 460 oggetti.
- L'Uppsala General Catalogue (UGC), conta quasi 13.000 galassie, visibili dall'emisfero boreale.
- L'European Southern Observatory (ESO) cataloga un notevole numero di galassie e altri oggetti.
Ci sono inoltre altri cataloghi specifici che si occupano di altri oggetti, tra cui i quasar e le nebulose.
Osservazione amatoriale
[modifica | modifica wikitesto]L'osservazione amatoriale degli oggetti del profondo cielo, a parte poche eccezioni, è piuttosto difficile: la loro luminosità è bassissima, il puntamento del telescopio deve essere estremamente preciso e va fatto quasi alla cieca. Spesso l'osservatore cerca per decine di minuti un oggetto per rendersi conto all'improvviso che era sempre stato nel campo del telescopio, ma era così debole da non vederlo. Le foto prese con grandi telescopi danno spesso false speranze ai principianti. L'osservazione visuale raramente riesce a cogliere tutti i dettagli, ed è invece necessario passare all'astrofotografia.
La cosiddetta maratona di Messier viene indetta in un certo periodo dell'anno, quando un osservatore cerca di osservare tutti i 110 oggetti in una sola notte. Il test Herschel's 400 è molto più difficile (400 oggetti) e richiede telescopi di notevole dimensione.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) Edward W. Kolb e Rocky Kolb, Blind Watchers of the Sky: The People and Ideas that Shaped Our View of the Universe, Oxford University Press, 1999, ISBN 978-0-19-286203-7. URL consultato il 15 dicembre 2024.
- ^ (EN) Charles Federer, Sky and Telescope, Sky Publishing Corporation, 1941. URL consultato il 15 dicembre 2024.
- ^ (EN) Fred Schaaf, 40 Nights to Knowing the Sky: A Night-by-Night Sky-Watching Primer, Macmillan, 15 agosto 1998, ISBN 978-0-8050-4668-7. URL consultato il 15 dicembre 2024.
- ^ (EN) W. H. Finlay, Concise Catalog of Deep-sky Objects: Astrophysical Information for 500 Galaxies, Clusters and Nebulae, Springer Science & Business Media, 28 maggio 2003, ISBN 978-1-85233-691-2. URL consultato il 15 dicembre 2024.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Burnham's Celestial Handbook di Robert Burnham, Jr. (Volume One, Volume Two, Volume Three su Google Books)
- Deep Sky Observer's Guide di Neil Bone, Wil Tirion. Firefly Books, 2005. ISBN 1-55407-024-4.
- The practical astronomer's deep-sky companion di Jess K. Gilmour. Springer, 2003. ISBN 1-85233-474-6.
- Concise Catalog of Deep-sky Objects: Astrophysical Information for 500 Galaxies, Clusters and Nebulae di W. H. Finlay. London: Springer, 2003. ISBN 1-85233-691-9. Includes the Messier objects, Herschel 400 & more
- Visual astronomy of the deep sky di Roger Nelson Clark. CUP Archive, 1990. ISBN 0-521-36155-9.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su oggetto del profondo cielo
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Gli oggetti del profondo cielo dal sito del CODAS, su codas.it (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2008).