Nina Siciliana (fl. XIII secolo) è stata una poetessa italiana del XIII secolo, considerata la prima donna a poetare in volgare[1]. Non si hanno notizie certe sul nome, fu chiamata indifferentemente anche Nina da Messina, Monna Nina, Nina del Dante. Né ve ne sono sulla provenienza: secondo alcuni autori è vissuta a Messina, secondo altri a Palermo[2].
«Donna gentile e leggiadra, bellissima sopra tutte le altre del suo tempo e della sua Nazione, e che fu la prima femmina che s’abbia notizia che poetasse in lingua volgare»
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Grazie alla passione per la poesia di Costanza d'Altavilla, madre di Federico II di Svevia, Nina conosce la scuola poetica siciliana, rappresentata a Messina da Guido e Oddo delle Colonne, e vi si ispira per comporre i suoi versi[4].
La sua storicità discussa ha mantenuto vivo per secoli il dibattito letterario, a cui partecipano tra gli altri, Niccolò Tommaseo e Francesco de Sanctis[5].
Citata dall'Accademia della Crusca[6], viene invece ritenuta inesistente, per mancanza di fonti primarie certe, dallo studioso abruzzese Adolfo Borgognoni[7], le cui argomentazioni sono state ritenute dai più poco efficaci.
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Resta traccia di una corrispondenza epistolare con il poeta fiorentino Dante da Majano, che si innamora di lei leggendone i versi.
Intorno alla metà del XIX secolo, l'erudito Agostino Gallo, sostiene che potrebbe essere stata Nina a comporre anche il sonetto anonimo Onde si muove, e donde nasce amore?, diretto a Guido Cavalcanti, e Ahi lassa innamorata, riconosciuto a Odo delle Colonne e Francesco Trucchi le attribuisce il sonetto Tapina me, presente nel codice Vaticano latino 3793, di fine XIII, inizio XIV secolo.
Secondo la studiosa Mercedes Arriaga[8], nei sonetti di Nina si trovano alcuni elementi di novità: l’io lirico femminile, spaesato nel mondo, linguaggio e metafore che rompono con la tradizione lirica italiana precedente, collegandosi piuttosto alla lirica provenzale.
...
IN RISPOSTA A DANTE DA MAJANO
- Qual sete voi, si cara proferenza,
- Che fate a me senza voi mostrare?
- Molto m'agenzeria vostra parvenza,
- Perché meo cor podesse dichiarare.
- Vostro mandato aggrada a mia intenza;
- In gioja mi conteria d'udir nomare
- Lo vostro nome, che fa proferenza
- D'essere sottoposto a me innorare.
- Lo core meo pensare non savria
- Nessuna cosa, che sturbasse amanza,
- Così affermo, e voglio ognor che sia,
- D' udendovi parlar è voglia mia:
- Se vostra penna ha bona consonanza
- Col vostro core, ond' ha tra lor resia?
...
TAPINA ME
- Tapina me che amava uno sparviero, amaval tanto ch'io me ne moria;
- a lo richiamo ben m'era maniero, ed unque troppo pascer nol dovia.
- Or è montato e salito sì altero, assai più altero che far non solia;
- ed è assiso dentro a un verziero, e un'altra donna l'averà in balìa.
- Isparvier mio, ch'io t'avea nodrito; sonaglio d'oro ti facea portare,
- perché nell'uccellar fossi più ardito. Or sei salito siccome lo mare,
- ed hai rotto li geti e sei fuggito, quando eri fermo nel tuo uccellare.
Riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]La città di Palermo le ha intitolato una strada che collega via Perpignano a via degli Emiri. Inoltre fino al 1930 nella chiesa di San Domenico, un monumento a lei dedicato riportava i seguenti versi di Agostino Gallo:
A Nina
- ornamento del siculo Pernaso
- cara alle Grazie a poetar fu prima
- fra il vago sesso nel volgare in rima
- astro d’amor brillò nel ciel sicano
- per fama accese Dante da Majano.
- Fiorì nel secolo di Federico lo Svevo verso il MCCLXXX.
Anche la città di Messina la ricorda, associandone il nome alla città, con una strada che collega via Garibaldi e viale della Libertà.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Primato conteso o condiviso da Compiuta Donzella e Gaia di Gherardo da Camino
- ^ Nina Siciliana, su ilportaledelsud.org. URL consultato il 9 agosto 2016.
- ^ Vincenzo Nannucci, Manuale della letteratura del primo secolo della lingua italiana, Volume 2, Firenze, Tipografia Magheri, 1838.
- ^ Nina da Messina, su comune.messina.it. URL consultato il 9 agosto 2016.
- ^ Monna Nina: nuove attribuzioni e stato della questione, su e-revues.pum.univ-tlse2.fr. URL consultato il 9 agosto 2016.
- ^ Giuseppe Manuzzi, Vocabolario della lingua italiana già compilato dagli accademici della Crusca ed ora novamente corretto ed accresciuto dall'abate Giuseppe Manuzzi, Firenze, Appresso David Passigli e Socj, 1840, p. 252.
- ^ Nina Siciliana, su treccani.it.
- ^ Mercedes Arriaga, Poetas italianas de los siglos XIII y XIV in la Querella de las mujeres, Sevilla, Arcibel, 2012.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Sonetti e canzoni di diversi antichi autori toscani, (Eredi Filippo di Giunta, 1537), Firenze, 1728.
- Francesco Trucchi, Poesie italiane di dugento autori, Prato, 1846.
- Francesco De Sanctis, Storia della Letteratura Italiana (vol. I), Napoli, 1870D
- Adolfo Borgognoni, Studi d'erudizione e d'arte, Bologna, 1877.
- http://www.treccani.it/enciclopedia/nina-siciliana_(Enciclopedia-Italiana).
- Daniele Cerrato, Monna Nina: nuove attribuzioni e stato della questione, Line@editoriale, n°6 (2014) 33-42, http://e-revues.pum.univ-tlse2.fr/sdx2/lineaeditoriale/article.xsp?numero=6&id_article=Article_004-627
- Claudio Giunta, Versi a un destinatario: saggio sulla poesia italiana del Medioevo, Bologna, 2002.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikisource contiene una pagina dedicata a Nina Siciliana
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Ricostruzione musicale della poesia "Tapina Me" attribuita alla Nina Siciliana a cura dell'ensemble Murmur Mori: https://murmurmori.bandcamp.com/track/tenzone-damore
- Santorre Debenedetti, NINA Siciliana, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1934.