Monti d'Or | |
---|---|
Mappa di localizzazione dei monti d'Or presso il Massiccio Centrale | |
Continente | Europa |
Stati | Francia |
Cima più elevata | Monte Verdun (626 m s.l.m.) |
Lunghezza | 10 km |
Tipi di rocce | rocce sedimentarie e metamorfiche |
I monti d'Or (o " il monte d'Or" ) (in francese monts d'Or [mõdɔʀ]) sono un piccolo massiccio situato a nord- ovest di Lione, che si estende a sud per una decina di chilometri, delimitato a est dalla Saona, a ovest da un leggero avvallamento che lo separa dalla parte settentrionale dei monti del Lionese.
Toponimia
[modifica | modifica wikitesto]Attualmente, per consuetudine, viene utilizzato il plurale nella denominazione del massiccio (" i monti d'Or" ). Ciononostante, l'impiego del singolare ( " il monte d'Or" ) è attestato in utilizzi più antichi[1] e si può trovare, per esempio, nei toponimi dei comuni del massiccio o nel nome della via del Monte d' Or nel IX arrondissement di Lione. Entrambi sono attestati nella letteratura scientifica, per Paul Berthet
«" I Monti d'Oro per i visitatori e i geografi, il Monte d'Or per i geologi"»
[2]. L'istituto nazionale di informazione geografica e forestale utilizza il nome al singolare.
Attestazioni antiche
[modifica | modifica wikitesto]Il nome del massiccio è attestato sotto diverse forme: Manduo Dorum, Dorum Manlo[3], mano dorum[4], Mons duranus ou duronius tra 500 e 600[5], Mons Aureus nel X secolo, Montour, Montor, Montur in patois, Mondor, Mont d'or[6].
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]L'etimologia del nome monte d'Or è stata oggetto di diverse ipotesi più o meno fondate, basate da una parte sul significato apparente di "monte dorato", aggettivo riferitosi al colore delle pietre e alla ricchezza del luogo, e dall'altra parte sul rifiuto di questo significato apparente, che sembrerebbe doversi ricondurre a una radice celtica[7]: Incerta .Il monte d'Oro è, da sempre, conosciuto per la qualità dell'acqua, estratta durante l'epoca romana, e per le numerose sorgenti[8].
Geografia
[modifica | modifica wikitesto]Si tratta di un massiccio calcareo di origine secondaria a uno zoccolo cristallino ( gneiss e granito). A est, il fianco è ripido, separato dalla Saona da una " spiaggia" di qualche centinaio di metri. A ovest e a nord- ovest, le pendenze sono leggere, anche se scavate da profonde gole. La sua topografia è caratterizzata da due grandi faglie orientate NE/SO :
- La faglia di Limonest/ Poleymieux, la più importante, divide due linee di cresta con stesso orientamento: a ovest la Croix Rampaux, il monte Py e il monte Verdun, a est la cresta d'Albigny, il monte Thou, il monte Narcel e il monte La Roche.
- La faglia di Saint- Cyr/ Saint- Romain, che isola il monte Cindre dal resto del massiccio.
I monti d'Or hanno un paesaggio bocage in procinto di esser chiuso, per via del calo delle attività agricole tradizionali. Ciononostante, la flore e la fauna sono relativamente preservati. Presentano numerosi specie d'interesse nazionale o regionale, come Genista horrida, una delle ginestre dette a riccio, o la Tichodroma muraria.
Vette
[modifica | modifica wikitesto]Il massiccio svetta col monte Verdun (altitudine 626 metri)
Le altre vette sono:
- il monte Thou (611 m),
- il monte Narcel (589 m),
- il monte Py (565 m),
- il monte La Roche (529 m),
- il monte Cindre (470 m), il più vicino a Lione, tradizionale appuntamento domenicale per i Lionesi, sito di stazioni radio[9],
- la Croix Rampau (463 m),
- la cresta d'Albigny (423 m),
- la cresta di Saint- Fortunat (estensione del Narcel).
Molte di queste sono occupate da installazioni militari della base aerea 942 Lione- Monte Verdun.
Idrografia
[modifica | modifica wikitesto]I monti d'Or presentano molte sorgenti. Diverse estrazioni sono state effettuate dall'Antichità dalle popolazioni locali. I Romani le utilizzarono per costruire l'acquedotto dei monti d'Or, primo acquedotto antico di Lione.
Sul massiccio esistono tre ruscelli, tutti affluenti della Soana: il Thoux nel cuore del massiccio, i ruscelli di Arche e di Rochecardon al sud.
Patrimonio
[modifica | modifica wikitesto]Nei monti d'Or vi sono insediamenti umani fin dai tempi più antichi. I reperti archeologici comprendono pietre focaie intagliate risalenti al neolitico, ma anche delle ceramiche e tegulae ( tegole piatte) dell'epoca romana.
L'acquedotto del monte d'Or
[modifica | modifica wikitesto]I romani costruirono nei monti d'Or un acquedotto destinato all'approvvigionamento di Lione. Datato tra il 30 a.C. e il 150 d.C., lungo 26 kilometri, prendeva l'acqua nella valle di Poleymieux, detta hameau de Gambins, e costeggiava il massiccio a est (il suo tracciato è visibile per alcuni punti a Curis, Albigny, Couzon e Saint- Romain[10]).
Costruito a 300 m dalla collina, aveva una pendenza da 1 a 1,5 mm per m. Il suo volume interiore era di circa 50 × 60 cm, per una morsa esterna di circa 1,50 x 1,90 m, cosa che garantiva un debito teorico massimo di 12 000 m3 per 24 ore[11].
Inoltre, include due opere d'arte: la botte sifone della valle delle Rivières, che oltrepassava il ruscello di Rochecardon tra Saint- Didier e Champagne- au- Mont- d'Or detto Le Bidon, e quello di Écully, che oltrepassava il ruscello dei Planches detto Les Massues. Sono stati smantellati dall'epoca delle grandi invasioni, per recuperare le pietre e il piombo dei tubi. Gli ultimi resti del sifone di Écully sono spariti all'inizio del XIX secolo.
Le cave
[modifica | modifica wikitesto]Molte cave di pietra sono state sfruttate dall'epoca romana fino alla fine del XX secolo. Le pietre estratte sono state per lo più:
- la "pietra grigia" ( calcarea con gryphea del sinemuriano)
- la "pietra gialla del Couzon" ( calcarea con crinoidea dell'aaleniano conosciuta anche con il nome di " pietra dorata del Beaujolais" )
- la "pietra di Lissieu" ( calcarea con ooliti del bathoniano, anche conosciuta con il nome di " pietra di Lucenay" )
Queste pietre sono state la base di molte costruzioni della regione. A Lione, la Basilica Saint- Martin d' Ainay, la Cattedrale Saint- Jean, la Chiesa Saint- Nizier e il Palazzo Saint- Pierre sono in pietra di Lissieu. La Chiesa di Couzon è in pietra di Couzon.
Anche se la maggior parte delle cave sono state riempite, queste estrazioni hanno lasciato tracce dappertutto nel paesaggio, a cominciare dai grandi fronti grandi come quelli di Curis e Couzon. L'estrazione è stata particolarmente intensa durante il XIX secolo, prima a Curis, poi a Cuzon dal 1830. 115.000 m3 di pietre vennero estratti sul territorio solo nel 1842. Per proseguire le estrazioni in alcune valli vicine, i Carrier costruirono delle strutture col muro a secco chiamate " tunnel di cava". Si tratta di un insieme di muri enormi di sostegno e di tunnel che permettono il trasporto delle pietre verso la Saona, limitando così la necessitò di evacuare i " banchi sbagliati". Alcuni di questi tunnel raggiungevano delle lunghezze notevoli (700 m quello di Albigny-sur-Saône). Alcuni sono ancora visibili come quello di Vinouve, nel bosco a sud di Couzon.[12].
Le altre attività tradizionali erano l'agricoltura, la viticultura e l'allevamento di capre in stabulazione. Vi erano più di 20 000 capre in alcuni periodi. Si nutrivano di cavoli e di foglie di vite fermentata, così da produrre un formaggio dal gusto particolare.
Le capanne
[modifica | modifica wikitesto]Le "caborne" , le capanne in dialetto lionese, sono delle costruzioni di muro a secco presenti in tutta la ragione. Ne restano tra 400 e 500, di cui una parte sono state restaurate da alcune associazioni. Molte sono state costruite recentemente (XIX secolo). Fungevano da rifugio a tutte le piccole popolazioni agricole e di trasportatori dei monti d'Or.
Di forma quadrata, circolare o non, ha una volta in pietra che potrebbe essere un arco a mensola o in pietre sagomate arcuate.
Esistono 3 percorsi pedonali che permettono di scoprire queste cave: il "sentiero delle caborne" a Poleymieux, il "sentiero della pietra" a Saint-Didier e il "sentiero dell'Uomo e del paesaggio" inaugurato nel giugno 2016 a Saint-Cyr-au-Mont-d'Or.
Le fortezze
[modifica | modifica wikitesto]Dopo la guerra del 1870, l'esercito francese costruì sui monti d'Or numerosi edifici difensivi come " la deuxième ceinture de Lyon", la fortezza del Monte Verdun e le sue batterie di copertura: la batteria dei Carrières, la batteria della Freta, la batteria di Narcel e la batteria del Monte Thou. Alcuni di questi edifici sono ancora oggi visibili. La batteria dei Carrières è abbandonata e può essere visitata.
La fortezza del Monte Verdun ospita la base di controllo aereo 942 dell'aeronautica militare francese(Base aérienne 942 Lyon-Mont Verdun). Una parte della base è sotterranea. Da Lione, si possono scorgere alcune strutture, in particolare le voluminose radome che si trovano sulla vetta del Monte Thou (distrutto nel dicembre 2016) e del monte Verdun.
Comuni dei monti d'Or
[modifica | modifica wikitesto]- Albigny-sur-Saône
- Champagne-au-Mont-d'Or
- Chasselay
- Collonges-au-Mont-d'Or
- Couzon-au-Mont-d'Or
- Curis-au-Mont-d'Or
- Limonest
- Lissieu
- Poleymieux-au-Mont-d'Or
- Saint-Cyr-au-Mont-d'Or
- Saint-Didier-au-Mont-d'Or
- Saint-Germain-au-Mont-d'Or
- Saint-Romain-au-Mont-d'Or
Ad eccezione di Chasselay, questi comuni fanno parte della comunità urbana di Lione, sostituita dalla metropoli di Lione dal 1º gennaio 2015.
I comuni dei monti d'Or, godendo dell'ambiente eccezionale e della vicinanza alla città di Lione, accolgono principalmente una popolazione benestante. Infatti, Saint-Didier-au-mont-d'Or e Saint-Cyr-au-Mont-d'Or sono tra i 100 comuni più ricchi della Francia.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Nicolas de Nicolaï, Description de la ville de Lyon, 1573.
- ^ Paul Berthet, préface à : Louis Rulleau, Bruno Rousselle, Le Mont d'Or... une longue histoire inscrite dans la pierre, Espace Pierres Folles et Société Linnéenne de Lyon, avril 2005 ISBN 2-9517463-4-2, p. 4.
- ^ Michel Garnier, Le Toponyme Mont d'Or et son massif le Mont d'Or lyonnais, Syndicat mixte des Monts d'Or, avril 2012 ISBN 978-2-9526390-6-4.
- ^ Pierre-Yves Lambert, La langue gauloise, Édition Errance, avril 1995, p. 95
- ^ Louis Batissier, Lehnert, Le Mont-Dore et ses environs, p. 13, 13 aprile 2019.
- ^ Dans une ordonnance de François I en 1569.
- ^ Louis Rulleau, Bruno Rousselle, Le Mont d'Or... une longue histoire inscrite dans la pierre, Espace Pierres Folles et Société Linnéenne de Lyon, avril 2005 ISBN 2-9517463-4-2, p. 5.
- ^ Docteur Gabour, Saint Cyr et les Monts d'or, Éditions Egé, mai 1968, pp. 8-9.
- ^ Agence nationale des fréquences
- ^ Guide des aqueducs romains de Lyon, par Jean Burdy, Éditions lyonnaises d'art et d'Histoire, 1999, ISBN 2-84147-063-6, pp. 86-89.
- ^ Souterrains et captages traditionnels dans le Mont d'Or lyonnais, Michel Garnier et Philippe Renault, juin 1993, ISBN 2-9507706-0-6, pp. 115-117.
- ^ Louis Rulleau, Bruno Rousselle, Le Mont d'Or... une longue histoire inscrite dans la pierre, Espace Pierres Folles et Société Linnéenne de Lyon, avril 2005 ISBN 2-9517463-4-2, pp. 154-155.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Michel Garnier, Carriers et carrières du Mont d'Or lyonnais, Éditions Connaissance du Mont d'Or, (3 tomes), Saint-Didier-au-Mont-d'Or, 2001.
- Laurent Michel, Le Mont d'Or lyonnais et son Val de Saône, JPM éditions, 2005, ISBN 2-84786-033-9.
- Louis Rulleau et Bruno Rousselle, Le Mont d'Or ...une longue histoire inscrite dans la pierre, édité par l'Espace Pierres Folles et la Société linnéenne de Lyon, avril 2005, ISBN 2-9517463-4-2.
- Luc Bolevy, Le Mont d'Or lyonnais, petit et grand patrimoine, Éditions du Poutan, novembre 2015, ISBN 9782918607786
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Monti d'Or