Massacro di Aurora | |
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Il massacro di Wulaia | |
Tipo | Omicidio di massa |
Data | 6 novembre 1859 Mattino? |
Luogo | Wulaia, isola di Navarino |
Stato | Cile |
Obiettivo | Equipaggio dell'Allen Gardiner |
Responsabili | Circa 300 Yaghan |
Motivazione | Saccheggiare l'Allen Gardiner |
Conseguenze | |
Morti | 8 |
Il massacro di Wulaia fu l'uccisione di otto europei disarmati compiuta da parte di circa trecento Yaghan; la strage si consumò il 6 novembre 1859 a Wulaia, sull'isola di Navarino.
Antefatto
[modifica | modifica wikitesto]A Keppel
[modifica | modifica wikitesto]La South American Mission Society, dopo la morte del suo fondatore Allen Gardiner (1851), elesse come presidente il reverendo John Pakenham Despard, che decise di continuare l'azione del suo predecessore: nel 1856, dopo aver comprato una nuova nave, l'Allen Gardiner, si stabilì a Keppel Island (nelle isole Falkland) colla famiglia e alcuni coloni riuscendo, nei tre anni successivi, a stringere relazioni amichevoli cogli Yaghan, alcuni dei quali vissero per un po' con lui a Keppel.[1]
Inizio della missione
[modifica | modifica wikitesto]A quel punto, si decise di proseguire coll'evangelizzazione: nell'ottobre del 1859 Despard decise di mandare l'Allen Gardiner a Wulaia (sulla costa occidentale dell'isola di Navarino), incaricandolo di riportarvi alcune famiglie di Yaghan[2] e di costruire una chiesa, lasciandovi un catechista.[3]
Appena giunto a Wulaia dopo una tranquilla traversata, si cominciò a sbarcare i nativi; in quel momento uno dei marinai informò il capitano Fell che erano stati rubati vari oggetti appartenenti all'equipaggio. Il capitano diede ordine di perquisire i fagotti degli indigeni che stavano sbarcando, trovandovi la refurtiva, che fu restituita ai legittimi proprietari.[2][3] Gli indigeni si irritarono e, mentre erano a bordo, uno di loro attaccò il capitano, tentando di strangolarlo; questi, però, lo respinse, dando poi ordine agli Yaghan di tornare a riva.[2] Nelle settimane successive l'equipaggio continuò a costruire il piccolo edificio che sarebbe stato adibito a chiesa, nonostante gli Yaghan disturbassero alquanto i lavori, guidati da Jemmy Button.[3]
Svolgimento
[modifica | modifica wikitesto]La domenica 6 novembre 1859 tutti i membri dell'equipaggio (a parte il cuoco) scesero a riva disarmati per celebrare la prima messa della Terra del Fuoco, all'inizio della funzione i circa trecento indigeni radunatisi attorno alla chiesa (costruita nelle settimane precedenti) li attaccarono, impedendo loro di raggiungere le due lance che avevano lasciato in mare; nell'edificio morirono sei persone: il capitano, quattro aiutanti e un marinaio, mentre l'altro marinaio e il catechista, Garland Philips, perirono nel tentativo di raggiungere le lance.[4]
Recupero della nave
[modifica | modifica wikitesto]Dopo circa cinque mesi di attesa,[3] la Nancy, comandata da William Horton Smiley, scoprì la nave ancora a galla, ma completamente smantellata;[2] a bordo c'era un unico sopravvissuto, il cuoco Alfred Cole, che in seguito raccontò l'infausta spedizione;[2][3] lui era ancora vivo perché, dopo essersi nascosto nell'isola per qualche tempo, era stato risparmiato dagli Yaghan, coi quali viveva ormai da tre mesi.[5]
Processo
[modifica | modifica wikitesto]Nel processo che seguì, svoltosi alle Falkland, Jemmy Button, uno dei probabili istigatori del massacro, non confermò la versione di Cole, raccontando che i responsabili del massacro erano gli Ona, la tribù nemica degli Yaghan; questa versione era abbastanza inverosimile, e ovviamente i giudici preferirono il resoconto di Cole.[5]
Il processo, comunque, non ebbe conseguenze, visto che i missionari, avendo ancora speranze di evangelizzare gli Yaghan, convinsero le autorità a non mandare alcuna spedizione punitiva.[5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- John Woran, Here Be Giants (PDF), Rockville Press, 2009, pp. 213-242, ISBN 978-0-9769336-1-8. URL consultato il 29 luglio 2013.
- Lucas Bridges, Ultimo confine del mondo, Einaudi, 2009 [1948].
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Storia della tragedia (1), su anglicanhistory.org.
- (EN) Storia della tragedia (2), su anglicanhistory.org.