Masistio (in greco antico Μασίστιος; ... – Platea, 479 a.C.) è stato un generale persiano che combatté nella Battaglia di Platea, svoltasi nel 479 a.C..
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Masistio nacque, secondo Erodoto, da un uomo di nome Siromitre, comandante persiano che durante l'invasione di Serse della Grecia comandava il contingente dei Paricani [1] (Σιρομίτρης) e si distinse per la sua bellezza[2]. Si mise in luce soprattutto durante la Seconda Invasione Persiana in Grecia, a cui partecipò inizialmente come comandante del contingente dei Saspiri e degli Alarodi, popolazioni caucasiche sottomesse all'impero persiano, sebbene l'anno successivo sotto il comando del generale Mardonio, divenne comandante dell'intera cavalleria[3] acquistando una buona popolarità tra le truppe[4] (la sua morte fu infatti molto sentita tra i Persiani)[5]. Come di consuetudine tra i generali persiani usava combattere in prima linea montando un cavallo bardato con briglie d'oro, lui stesso indossava un'armatura d'oro sotto una tunica purpurea. Probabilmente per la sua statura i Greci lo chiamavano Macistio, in quanto si tratta di un superlativo greco di "grande" e voleva indicare appunto un uomo di statura smisurata.
Ruolo nella Battaglia di Platea
[modifica | modifica wikitesto]Appena l'esercito greco arrivò a Platea, sotto il comando di Pausania, non volle attaccare i Persiani per paura della loro cavalleria ed allo stesso tempo i Persiani non vollero attaccare i Greci poiché erano in una posizione di vantaggio. Di conseguenza il generale Mardonio inviò Masistio a creare scompiglio tra le file greche. Masistio eseguì l'ordine, attaccando con la cavalleria divisa in più squadroni, e riuscì ad infliggere un buon numero di perdite all'esercito greco grazie ad una serie di rapidi attacchi. Tuttavia, dal momento che Masistio stesso guidava questi attacchi, i Greci riuscirono ad ucciderlo causando una grave perdita ai Persiani[6].
Morte
[modifica | modifica wikitesto]Durante la Battaglia di Platea Masistio combatté contro i Megaresi con tanto successo che i Megaresi furono costretti a chiedere rinforzi agli altri Greci. Furono quindi supportati da 300 opliti ateniesi guidati da Olimpiodoro e da un contingente di arcieri ateniesi. Uno di questi arcieri riuscì a colpire il cavallo di Masistio al fianco ed a farlo cadere da cavallo. Una volta a terra, gli Ateniesi lo uccisero. I Persiani, una volta che si furono accorti dell'assenza del loro comandante provarono a recuperarne il corpo ma alla fine dovettero abbandonarlo in mano ai Greci. Lo stesso generale Mardonio si mostrò amareggiato dalla perdita[7].
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Angeliki Petropoulou, "The Death of Masistios and the Mourning for his Loss," in Seyed Mohammad Reza Darbandi, Antigoni Zournatzi (ed.), Ancient Greece and Ancient Iran: Cross-Cultural Encounters. 1st International Conference (Athens, 11–13 November 2006) (Athens: National Hellenic Research Foundation; Hellenic National Commission for UNESCO; Cultural Center of the Embassy of the Islamic Republic of Iran, 2008), 9-30.