Marmotta grigia | |
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Stato di conservazione | |
Rischio minimo[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Mammalia |
Ordine | Rodentia |
Sottordine | Sciuromorpha |
Famiglia | Sciuridae |
Sottofamiglia | Xerinae |
Tribù | Marmotini |
Genere | Marmota |
Sottogenere | (Marmota) |
Specie | M. baibacina |
Nomenclatura binomiale | |
Marmota baibacina Kastschenko, 1899 |
La marmotta grigia (Marmota baibacina Kastschenko, 1899), nota anche come marmotta dell'Altai, è una specie della famiglia degli Sciuridi (Sciuridae) diffusa nelle praterie di montagna dell'Asia centrale.[2]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La marmotta grigia è una delle più grandi specie paleartiche del suo genere: pesa tra i 4 e i 6,5 kg, con alcuni individui che possono raggiungere gli 8 kg subito prima del letargo.[3] Il peso, tuttavia, varia parecchio a seconda del periodo dell'anno (prima o dopo il letargo), della latitudine e dell'altitudine:[4] complessivamente, le dimensioni aumentano a latitudini e altitudini più elevate e diminuiscono a latitudini e altitudini inferiori. Le marmotte grigie possono perdere fino al 30% della massa corporea durante il lungo letargo stagionale.[4] Sono animali corti e tozzi con zampe muscolose e coda corta. La lunghezza totale del corpo è di 60-80 cm, compresa la coda di 13-15 cm. Le zampe anteriori hanno quattro dita munite di robusti artigli per scavare, mentre quelle posteriori hanno cinque dita.[3][5] Sul lato dorsale la pelliccia va dal beige al color tanno, con peli marroni o neri o dalla punta di questi colori mescolati dappertutto che conferiscono al mantello un aspetto grigio. Il lato ventrale è di un marrone più arancio-rossastro. La coda è di colore simile al corpo, ma la punta va dal marrone scuro al nero. Le orecchie sono piccole e rotonde e di colore chiaro. Il muso è marrone scuro sulle guance e marrone-giallastro chiaro intorno alla bocca.[3][5] Esistono anche esemplari albini.[4] Le marmotte grigie non presentano dimorfismo sessuale, ma, come nella maggior parte delle marmotte, i maschi adulti sono più grandi delle femmine adulte.[3][6][7] Sono presenti ghiandole sulle guance e ghiandole anali.[4][7]
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Le marmotte grigie vivono in gruppi sociali chiamati «famiglie allargate», con più individui che vivono in una tana e più tane che formano una colonia.[3] Le famiglie allargate di solito sono costituite da una coppia di adulti dominanti e da qualche adulto subordinato, da giovani di un anno e da piccoli.[4] Questi animali emettono dei richiami specie specifici, che possono essere utilizzati per distinguerli dalle altre specie.[8][9] Quando le condizioni ambientali sono difficili, le famiglie allargate diventano meno numerose, ma quando le condizioni sono moderate o buone diventano molto più complesse.[4]
Le marmotte grigie vivono in ambienti difficili, dove le nevicate limitano la disponibilità di cibo per un periodo di tempo significativo.[4][10] Esse hanno pertanto sviluppato uno schema comportamentale annuale costituito da letargo, riproduzione, crescita e quindi accumulo di grasso per il prossimo letargo.[10] Vanno in letargo per 7-8 mesi, dall'autunno fino a maggio.[3][4][5] Il letargo inizia tra agosto e ottobre a seconda della posizione geografica della popolazione; inoltre, le popolazioni che vivono a quote più basse o sui pendii esposti a sud escono prima dal letargo.[4][5][10]
Le marmotte grigie scavano estese tane invernali destinate al letargo, che possono raggiungere i 5-7 m di profondità e in alcuni casi perfino i 63 m di lunghezza.[7][10] Le tane invernali ospitano dieci o più individui, che, così facendo, possono stare al caldo con un minore consumo di energia. Le tane estive, al contrario, sono meno profonde e ospitano solo pochi individui.[5]
Le marmotte grigie si accoppiano all'inizio di maggio, spesso prima ancora che emergano dal letargo, nelle tane.[4] Le femmine possono essere sia monogame che poliandriche. La gestazione dura 40 giorni, trascorsi i quali la femmina dà alla luce da 2 a 6 piccoli.[3][4][5] Le femmine raggiungono l'età riproduttiva a 2-3 anni.[4] Si riproducono ad anni alterni e sono in grado di riassorbire gli embrioni quando le condizioni ambientali sono particolarmente difficili.[3][4]
Le marmotte grigie hanno molti predatori: lupi, volpi, cani, puzzole, gatti di Pallas e uccelli rapaci, come sparvieri e falchi.[3][5] Per avvertire i membri della famiglia della presenza dei predatori, lanciano forti richiami di allarme.[4]
Come è già stato detto, questi animali possiedono ghiandoli anali e nelle guance che usano per comunicare ai propri simili lo status di dominanza e forse per difendersi.[4][7] Per comunicare usano anche i movimenti della coda come segnali visivi e varie vocalizzazioni come ringhi, grida acute, lamenti e richiami di allarme.[4][7][9]
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]Le marmotte grigie vivono nei prati di montagna e nelle steppe, dove si nutrono di salvia in primavera e di graminacee e piante da fiore in estate e in autunno.[4][5][10][11] Si incontrano ad altitudini comprese tra i 150 e i 4000 m, ma possono prediligere i versanti a pendenza lieve o moderata ben drenanti, dove il terreno è più facile da scavare. Il terreno preferito va da quello morbido a grana fine a quello comprendente sabbia o ciottoli.[3][7][9][11] Il loro areale si estende dai monti Altaj – Siberia sud-occidentale (Tuva), Mongolia occidentale, Cina nord-occidentale (Xinjiang) e Kazakistan orientale – al Tien Shan – Cina nord-occidentale, Kirghizistan e Kazakistan sud-orientale. Nel Kazakistan sud-orientale e nella Siberia sud-occidentale vivono a quote inferiori, nelle steppe aride.[3][5][11][12] La marmotta grigia è stata introdotta anche sulla catena del Caucaso, nel Daghestan.[3] Sugli Altaj della Mongolia occidentale l'areale si sovrappone a quello della marmotta della Siberia (Marmota sibirica). In questa zona la competizione limita la diffusione della marmotta grigia ad altitudini superiori a 3000 m, in zone caratterizzate da massi e rocce sparsi. Sono rari i casi di ibridazione tra le due specie, così come quelli di convivenza nella stessa area.[8][9]
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]La marmotta grigia è una specie paleartica del sottogenere Marmota; è strettamente imparentata con la marmotta della steppa boscosa (Marmota kastschenkoi), che fino a poco tempo fa era considerata una sua sottospecie.[3][4][11] Assieme a questa, forma un sister group con la marmotta bobak (Marmota bobak), specie dalla quale gli studiosi ritengono che la marmotta grigia sia derivata.[4] Attualmente gli studiosi ne riconoscono due sottospecie:[3]
- M. b. baibacina Kastschenko, 1899, la forma nominale, diffusa nella parte orientale della catena degli Altaj e nel Tien Shan. Ha il dorso di colore cannella più scuro e il ventre più chiaro;
- M. b. centralis Thomas, 1909, diffusa nella parte occidentale e centrale degli Altaj. Ha il ventre di colore che va dal ruggine all'arancio.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) J. Batbold, N. Batsaikhan e S. Shar, 2016, Marmota baibacina, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
- ^ Marmota bobak, su Mammal Diversity.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n Richard W. Thorington, Squirrels of the world, Baltimore, Johns Hopkins University Press, 2012, ISBN 9781421404691, OCLC 821734054.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s Kenneth B.Armitage, Marmot biology: sociality, individual fitness, and population dynamics, Cambridge, 24 luglio 2014, ISBN 9781107053946, OCLC 885208591.
- ^ a b c d e f g h i Andrew T. Smith e Yan Xie, Mammals of China, Princeton, NJ, Princeton University Press, 2013, ISBN 9781400846887, OCLC 835048214.
- ^ A. Cardini, R. S. Hoffmann e R. W. Thorington Jr., Morphological evolution in marmots (Rodentia, Sciuridae): size and shape of the dorsal and lateral surfaces of the cranium, in JZS, vol. 43, n. 3, marzo 2005, pp. 258-268.
- ^ a b c d e f P. David Barash, Marmots: social behavior and ecology, Stanford, CA, Stanford University Press, 1989, ISBN 9780804715348, OCLC 19323048.
- ^ a b Konstantin A. Rogovin, Habitat use by two species of Mongolian marmots (Marmota sibirica and M. baibacina) in a zone of sympatry (PDF), in Acta Theriologica, vol. 37, n. 4, pp. 345-350.
- ^ a b c d (EN) O. V. Brandler, A. A. Nikol’sky e V. V. Kolesnikov, Spatial distribution of Marmota baibacina and M. sibirica (Marmota, Sciuridae, Rodentia) in a zone of sympatry in Mongolian Altai: Bioacoustic analysis, in Biology Bulletin, vol. 37, n. 3, 1º giugno 2010, pp. 321-325, DOI:10.1134/s1062359010030155, ISSN 1062-3590 , PMID 20583623.
- ^ a b c d e K. B. Armitage, The evolution, ecology, and systematics of marmots, in Oecologia Montana, vol. 9, 2000, pp. 1-18 (archiviato dall'url originale il 17 aprile 2018).
- ^ a b c d (EN) Věra Řičánková, Jan Riegert, Eva Semančíková, Martin Hais, Alžběta Čejková e Karel Prach, Habitat preferences in gray marmots (Marmota baibacina), in Acta Theriologica, vol. 59, n. 2, 1º aprile 2014, pp. 317-324, DOI:10.1007/s13364-013-0161-x, ISSN 0001-7051 .
- ^ Don E. Wilson e DeeAnn M. Reeder (a cura di), Marmota baibacina, in Mammal Species of the World. A taxonomic and geographic Reference, vol. 2, 3ª ed., Baltimora, MD, Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
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