Il cosiddetto porfido verde antico (anche serpentino o porfido verde di Grecia) è una varietà di marmo (pietra lucidabile) utilizzata dai Romani. Non va confuso con il marmo verde di Tessaglia, scavato sempre in Grecia ma più a nord rispetto al Peloponneso. Il nome moderno corrisponde in latino al "lapis lacedaemonius (ossia "pietra lacedemone").
Le cave si trovavano nel Peloponneso, presso l'odierno villaggio di Krokees, cioè l'antica Krokea, sulla strada tra Sparta e Marathonisi e sono state descritte da Pausania[1]
Si tratta di una pietra a fondo verde scuro con cristalli di plagioclasio rettangolari allungati di dimensioni variabili e associati tra loro, che possono variare dal verde chiaro al verde scuro o al verde giallastro. Alcune varietà presentano cristalli piccoli e isolati ("porfido Vitelli") o ugualmente piccoli e di colore biancastro ("porfido risato"). Possono essere presenti amigdale di calcedonio di colore azzurro chiaro o rossastro ("porfido agatato"). In alcuni casi, a volte in seguito all'effetto del fuoco, il fondo assume colore violaceo.
Dal punto di vista petrografico è un andesite diabasica.
Impiegato in epoca minoico-micenea (soprattutto per vasi rituali a forma di rithon), fu riscoperto dai Romani alla metà del I secolo a.C. e più ampiamente utilizzato a partire dall'età augustea. In epoca flavia le cave divennero di proprietà imperiale. L'uso continuò fino ad epoca bizantina. Se ne ricavarono prevalentemente manufatti di piccole dimensioni, per lo più lastre di rivestimento parietale e pavimentale, a causa del fatto che i blocchi non si trovano in dimensioni maggiori di circa 1 m. È citato il suo prezzo piuttosto elevato nell'editto dei prezzi di Diocleziano. Si trova spesso nei pavimenti di epoca tardo antica insieme al porfido rosso e fu ampiamente reimpiegato nei pavimenti cosmateschi.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Pausania, Periegesi della Grecia, III, 21,4.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Gabriele Borghini, Marmi antichi, Roma, Leonardo De Luca editori, 1992, pp. 279–281.
- Lorenzo Lazzarini, "La determinazione della provenienza delle pietre decorative usate dai Romani", in Lucrezia Ungaro, Marilda De Nuccio (a cura di), I marmi colorati della Roma imperiale (catalogo mostra), Roma 2002, pp. 254–256.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Porfido verde antico
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Scheda sul porfido verde antico sul sito del Centro musei scientifici dell'università di Padova.
- Scheda sul porfido verde antico sul sito dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), che ha ereditato le collezioni dell'ex Servizio geologico nazionale (collezione Pescetto).
- (EN) Scheda sul lapis lacedaemonius sul sito Krokeai.com