Mano di Irulegi | |
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Autore | sconosciuto |
Data | I secolo a.C. |
Materiale | bronzo |
Altezza | 14,31 x 12,79 x 0,109 cm |
Ubicazione | Castello de Irulegi, Aranguren, Navarra |
La Mano di Irulegi (Irulegiko eskua in euskera) è un reperto archeologico scoperto nel 2021 in un insediamento risalente all'Età del Ferro (I secolo a.C.), nei pressi delle rovine del castello di Irulegi, in Navarra.
Si tratta di una placca di bronzo a forma di mano aperta sul cui dorso figura un'iscrizione di quattro righe in una lingua sconosciuta che non è stato possibile tradurre. Ignota è anche la funzione di tale oggetto.
Il ritrovamento è stato reso noto nel novembre del 2022. Gli scavi presso l'insediamento (distrutto durante la guerra di Sertorio) si sono svolti sotto l'egida della Sociedad de Ciencias Aranzadi.
Ritrovamento
[modifica | modifica wikitesto]Nel 2017, un gruppo collegato alla Sociedad de Ciencias Aranzadi, diretto da Mattin Aiestaran, stava effettuando degli scavi presso il castello di Irulegi, quando alla base delle rovine venne scoperto un antico insediamento risalente all'Età del Ferro. I ricercatori stabilirono che tale insediamento doveva risalire al primo quarto del I secolo a.C. e che fu abandonato a seguito della devastazione della guerra di Sertorio.
Nel giugno del 2021 l'archeologa Leire Malkorra scoprì l'artefatto nell'abitazione catalogata come edificio 6000. Si è dunque proceduto al deposito presso il Dipartimento di Restaurazione del Governo della Navarra e il 18 gennaio 2022, durante il processo di restaurazione, la restauratrice Carmen Usua scoprì una serie di linee e punti che, esaminati nel dettaglio, rivelarono la presenza di un testo inciso nel bronzo.
Furono anche ritrovati oggetti come monete, pezzi di ceramica, oggetti etruschi e un pennino di osso per scrivere sulle tavolette di cera.
Il 14 novembre 2022, il governo della Navarra annunciò ufficialmente il ritrovamento.
Descrizione del reperto
[modifica | modifica wikitesto]Il reperto è una lamina di bronzo con la forma di una mano destra aperta. Misura 143,1 mm d'altezza, 127,9 mm di larghezza e 1,09 mm di spessore, e pesa 35,9 g. La sua patina contiene un 53,19 % di stagno, un 40,87 % di rame e un 2,16 % di piombo. Sul lato del polso presenta una perforazione di 6,51 mm di diametro.[1]
Il lato del polso è liscio, mentre sul dorso erano incise in dettaglio le unghie, benché le corrispondenti alle tre dita centrali andate perdute. Proprio su questo lato presenta un'iscrizione consistente in 40 segni distribuiti su quattro linee di caratteri paleoispanici, un sistema di scrittura precedente all'arrivo dei romani alla penisola iberica.
Dato che il villaggio si trovava in un territorio che secondo le fonti classiche era popolato dai vasconi, inizialmente si è pensato potesse essere un antico testo vasconico, basandosi soprattutto nella trascrizione della parola sorioneku, che suona simile all'odierno basco zorioneko (‘dichoso, fortunato’ in spagnolo); ciò nonostante, una lettura più dettagliata suggerisce il vocablo sorioneke, che non si può relazionare con l'evoluzione di zorion o zorioneko.[2][3] Una nuova lettura dell'iscrizione dà sorioneke, che non quadra con ciò che conosce dell'evoluzione interna della lingua basca.
Di fatto, non è stato possibile tradurre il testo e si ignora la lingua in cui è scritto, anche se mostra affinità con l'íbero e con l'antico aquitano, anche chiamato lengua vasconica. Non è stato possibile neppure decifrarlo tramite il basco o il protobasco.
In un primo momento il manufatto venne interpretato come una sorta di amuleto portafortuna da collocare all'ingresso delle case. Secondo altri specialisti rappresenterebbe invece una mano tagliata ad un guerriero a mo' di trofeo.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Josu Álvarez de Eulate, La Mano de Irulegi: descubierto el texto más antiguo en ‘euskera’, su noticiasdenavarra.com.
- ^ (ES) Expertos ponen en duda que la inscripción de la Mano de Irulegi sea vascónica: "Es pronto para determinar el idioma en el que está escrita", in SER.
- ^ Sobre la lengua de la mano de Irulegi (PDF), in Fontes linguae vasconum: Studia et documenta, vol. 55, n. 136, ISSN 0046-435X .