Lucio Calvenzio Vetere Gaio Carminio | |
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Console dell'Impero romano | |
Nome originale | Lucius Calventius Vetus Gaius Carminius |
Nascita | 9 circa Opitergium? |
Morte | dopo il 64/65? |
Figli | Lucio Carminio Lusitanico; Sesto Carminio Vetere |
Gens | Carminia |
Gens d'adozione | Calventia |
Padre | Gaio Carminio (biologico); Lucio Calvenzio (adottivo) |
Questura | sotto Tiberio |
Vigintivirato | Xvir stlitibus iudicandis?, sotto Tiberio |
Tribunato della plebe | prima del 39? |
Pretura | prima del 39? |
Consolato | settembre-ottobre 51 (suffetto) |
Proconsolato | Africa?, tra 64/65 e 66/67 |
Legatus Augusti pro praetore | Lusitania, attestato nel 44 (39?-44) |
Curatore | curator locorum publicorum, prima del 39? |
Sacerdozio | XVvir sacris faciundis? |
Lucio Calvenzio Vetere Gaio Carminio (in latino: Lucius Calventius Vetus Gaius Carminius; Opitergium?, 9 circa – dopo il 64/65?) è stato un magistrato e senatore romano, console dell'Impero romano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Il nome completo di Vetere è stato rivelato da una rilettura di una tavoletta pompeiana[1]: per lungo tempo[2][3][4], si è ritenuto che esso fosse semplicemente Lucius Calventius Vetus Carminius[5]. La struttura del nome fa sospettare che egli fosse in origine un Gaius Carminius (Vetus?) adottato da un Lucius Calventius[1][6][7]. Dal momento che la maggior parte dei Carminii è attestata nella città di Opitergium[7][8], è stato proposto che la ricca[9] famiglia biologica di Vetere, collegata anche al saltus Carminianensis presente nel territorio apulo di Arpi[8][10][9], provenisse da Opitergium[4][7]: forse del suo padre biologico[7] sono i bolli di Gaius Carminius ritrovati su anfore vinarie adriatiche[11][12] e forse su tegole[13] di età protoaugustea[7].
Incerti sono i primi passi della carriera di Vetere, homo novus[3][4][7] entrato verosimilmente in senato sotto Tiberio[7][14]. È stato proposto che un'epigrafe sepolcrale romana, mutila soltanto del nome del dedicatario[15], sia da riferire a lui[2][3][7][16][17][18][19][20][21][22], nonostante alcuni dubbi[4][23]: in questo caso, Vetere sarebbe stato Xvir stlitibus iudicandis, questore, tribuno della plebe, pretore, curator locorum publicorum e praefectus frumenti dandi, oltre che membro del collegio sacerdotale dei XVviri sacris faciundis[15].
In ogni caso, è noto per Vetere un mandato come legatus Augusti pro praetore della provincia di Lusitania, per cui egli è attestato nel 44[24]. Incerta rimane però la durata del mandato: qualora l'epigrafe sepolcrale appartenga a Vetere, egli dovette essere legato di Lusitania nel 41, al momento del passaggio di potere tra Caligola e Claudio[3][4][21], essendo menzionato nell'epigrafe come legatus Caesarum[15]. Géza Alföldy ha proposto che Vetere possa essere stato il diretto successore di Gaio Ummidio Durmio Quadrato ed essere entrato in carica nel 39 per rimanervi fino al 44, ritenuto quindi l'anno finale di carica[3]; Ursula Vogel-Weidemann, nella sua opinione che l'epigrafe sepolcrale non appartenga a Vetere[4], ritiene che il 44 fosse l'anno d'inizio del mandato, conclusosi entro il 46[4][25], quando è attestato Marco Porcio Catone[26]. In ogni caso, durante il mandato in Lusitania, Vetere dovette avere un figlio, che fu infatti chiamato Lucio Carminio Lusitanico[2][3][4][7][27].
In seguito, Vetere arrivò al vertice dello stato romano: egli è infatti attestato come console suffetto al fianco del princeps Claudio in persona[1][28][29][30][31][32] (rimasto in carica tutto l'anno[1][7]) per i mesi di settembre e ottobre del 51[1][7], venendo sostituito a inizio novembre da Tito Flavio Vespasiano[7].
L'ultimo incarico menzionato dall'epigrafe sepolcrale è un proconsolato d'Africa[15]: nel caso l'epigrafe si riferisca a lui, Vetere sarebbe stato proconsole tra 64/65 e 66/67[4][7][19].
La famiglia di Vetere rimase però sempre vicina al potere imperiale: Vetere ebbe infatti da moglie ignota Lucio Carminio Lusitanico[27], console suffetto dell'81, e Sesto Carminio Vetere[33], console suffetto nell'83[7]. Il secondo ebbe come figlio l'omonimo Sesto Carminio Vetere[34], console ordinario del 116, il quale a sua volta generò l'omonimo Sesto Carminio Vetere[35], console ordinario del 150[36].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e G. Camodeca, Tabulae Pompeianae Sulpiciorum, I-II, Roma 1999, pp. 189-190 n° 84.
- ^ a b c PIR2 C 428 (Groag).
- ^ a b c d e f G. Alföldy, Fasti Hispanienses, Wiesbaden 1969, pp. 137-138.
- ^ a b c d e f g h i U. Vogel-Weidemann, Die Statthalter von Africa und Asia in den Jahren 14-68 n.Chr., Bonn 1982, pp. 165-170.
- ^ O. Salomies, nella sua recensione a A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio (in Arctos 38 [2004], pp. 266-268), ritiene invece che la tavoletta pompeiana contenga un errore ("the second praenomen seems extremely awkward"), e che Vetere si chiamasse in ogni caso Lucius Calventius Vetus Carminius.
- ^ O. Salomies, Adoptive and polyonymous nomenclature in the Roman Empire, Helsinki 1992, p. 25.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 480-481.
- ^ a b ThLL, Onomasticon, II, coll. 199-200.
- ^ a b PIR2 C 438 (Groag).
- ^ Notitia dignitatum, Occ., XII, 18.
- ^ CIL III, 7309.
- ^ AE 1996, 1725.
- ^ CIL V, 8110.
- ^ S.J. De Laet, Die Samenstelling van den Romeinschen Senaat gedurende de eerste eeuw van het principaat (28 vóór Chr. - 68 na Chr.), Antwerpen 1941, p. 273.
- ^ a b c d CIL VI, 1544.
- ^ M.W. Hoffman Lewis, The Official Priests of Rome under the Julio-Claudians, Rome 1955, p. 55 n° 54 e p. 91.
- ^ B.E. Thomasson, Die Statthalter der römischen Provinzen Nordafrikas von Augustus bis Diocletianus, Lund 1960, I p. 4, e II p. 136.
- ^ RE Suppl. XIII, 10.
- ^ a b E. Birley, recensione a B.E. Thomasson, Die Statthalter der römischen Provinzen Nordafrikas von Augustus bis Diocletianus, in The Journal of Roman Studies, 52 (1962), pp. 219-227, in particolare 223.
- ^ W. Eck, RE Suppl. XIV, col. 85 n° 2.
- ^ a b R. Syme, Roman Papers, IV, Oxford 1988, p. 134.
- ^ W. Eck, Der neue Pauly, s.v. Calventius.
- ^ B.E. Thomasson, Fasti Africani, Stockholm 1996, pp. 101-102 n° 147.
- ^ AE 1950, 217.
- ^ Già A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, p. 480 nota 162, nutriva dubbi sulla proposta della Vogel-Weidemann, che si basa sulla data di nascita del figlio di Vetere, Lucio Carminio Lusitanico, da lei datata con certezza al 44: non necessariamente, infatti, la sua nascita deve coincidere con l'inizio del mandato lusitanico di Vetere.
- ^ G. Alföldy, Fasti Hispanienses, Wiesbaden 1969, pp. 138-139.
- ^ a b PIR2 C 434 (Groag).
- ^ G. Camodeca, Tabulae Pompeianae Sulpiciorum, I-II, Roma 1999, pp. 188-189 n° 83.
- ^ ILS 5161g.
- ^ G. Camodeca, Tabulae Pompeianae Sulpiciorum, I-II, Roma 1999, pp. 190ss. n° 85.
- ^ G. Camodeca, Tabulae Pompeianae Sulpiciorum, I-II, Roma 1999, pp. 194ss. n° 87.
- ^ G. Camodeca, Tabulae Pompeianae Sulpiciorum, I-II, Roma 1999, pp. 215-216 n° 104.
- ^ PIR2 C 346 (Groag).
- ^ PIR2 C 437 (Groag).
- ^ PIR2 C 438 (Groag).
- ^ A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, p. 480 nota 160.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- PIR2 C 428 (Groag).
- G. Alföldy, Fasti Hispanienses, Wiesbaden 1969, pp. 137-138.
- U. Vogel-Weidemann, Die Statthalter von Africa und Asia in den Jahren 14-68 n.Chr., Bonn 1982, pp. 165-170.
- A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 480-481.