Lanfranco da Albegno (XIV secolo) è stato un letterato, più precisamente un magister, cioè un uomo di cultura, italiano.[1]
Di lui è conservato un piccolo codice membranaceo presso la Biblioteca civica Angelo Mai di Bergamo (segnatura MA 159).
Il suo manoscritto è da considerarsi uno dei primi glossari di Bergamasco-Latino. Vi si trovano dei modi di dire tipici del dialetto bergamasco tradotti in latino, lingua ufficiale degli intellettuali del tempo. Il libretto rilegato è stato realizzato riscrivendo il testo su 22 pergamene, già precedentemente usate e cancellate con la pietra pomice mediante sfregamento. A causa di questo trattamento le pergamene risultano deteriorate e a tratti bucate. Sul verso della copertina si trova scritto un atto notarile. Nelle 21 pagine di contenuto si leggono sussidi di didattica e grammatica, mentre nell'ultima pagina ci sono prove di scrittura.
Il libretto inizia con queste parole «Iste liber est magistri Lanfranci de Albenio qui libenter discitur a quocunque»: «Questo libro è del maestro Lanfranco da Albegno e può essere volentieri imparato da chiunque».
A Lanfranco è stata intitolata la biblioteca comunale di Treviolo (BG), in qualità di più antica persona documentata del territorio comunale[2].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Approfondisce la figura medievale di magister: Le Goff, pp. 201-233.
- ^ Biblioteca di Treviolo. Informazioni, su Facebook. URL consultato il 25 gennaio 2022.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Angelo Pesenti, Curnasco, Albegno, Treviolo e Roncola. Quattro comunità, un Comune: storia e gente, Clusone, Ferrari editrice, 2001.
- Bortolo Belotti, Storia di Bergamo e dei bergamaschi, Bergamo, Bolis, 1989. [Edizione originale: Milano, Ceschina, 1940 (Tip. A. Ronda)].
- Jacques Le Goff (a cura di), L'uomo medievale, Bari, Laterza, 1993, ISBN 88-420-4197-1.