La principessa di Clèves | |
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Titolo originale | La Princesse de Clèves |
Paese di produzione | Francia, Italia |
Anno | 1961 |
Durata | 113 minuti |
Genere | drammatico, storico |
Regia | Jean Delannoy |
Soggetto | dal romanzo omonimo di Madame de La Fayette |
Sceneggiatura | Jean Cocteau e Jean Delannoy |
Produttore | Robert Dorfman e Robert Gascuel |
Produttore esecutivo | Léon Carré |
Casa di produzione | Silver Films (Parigi), Cinétel (Parigi), Enalpa Film (Roma), Produzioni Cinematografiche Mediterranee (Roma) |
Fotografia | Henri Alekam e Marcel Dolé |
Montaggio | Henri Taverna |
Musiche | Georges Auric |
Scenografia | René Renoux |
Interpreti e personaggi | |
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La principessa di Cléves (La Princesse de Cléves) è un film del 1961 diretto da Jean Delannoy.
Trama
[modifica | modifica wikitesto]Nonostante non sia stato un matrimonio d'amore la principessa di Clèves ha giurato fedeltà al non più giovane marito. L'incontro a corte con il duca di Nemours suscita subito l'amore nell'uomo e lei è preda di dubbi e tormenti. Conscia delle conseguenze la donna che non ha ancora tradito il marito gli confessa questi turbamenti, il principe già geloso muore ma questo non cambia il comportamento della principessa che continuerà ad essergli fedele.
Accoglienza
[modifica | modifica wikitesto]Il film in patria è stato oggetto di critiche feroci soprattutto nella capitale, all'estero e nelle province francesi invece il film ha avuto un notevole successo. Le riprese si sono svolte per gli interni negli studi cinematofrafici di Billancourt e per gli esterni nel castello di Chambord (Loir-et-Cher) e Montlouis-sur-Loire (Indre-et-Loire).
Jean de Baroncelli su Le Monde, in effetti, inizia la recensione chiedendosi retoricamente se fosse stato urgente, utile o semplicemente auspicabile fare un film su La Princesse de Clèves, ma la termina ricordando, positivamente, la sceneggiatura maliziosa di Jean Cocteau.[1] L' Enciclopedia Laffont dedica una scheda al film dove si legge, tra l'altro, che alla messa in scena grandiosa non corrisponde l'emozione che la passione della Principessa avrebbe dovuto comunicare.[2] Anche in Italia l'Enciclopedia Mondadori si limita a riconoscere al regista grandi risorse tecniche, ma che, in questo come in altri suoi film degli anni Cinquanta e Sessanta, «non sempre riesce tuttavia a dominare la sua materia».[3] Il Dizionario del Cinema Larousse ha un altro sguardo sull'opera rilevando un profumo nostalgico dovuto a Cocteau, Jean Marais e Piéral.[4] Martina Stemberger scrivendo sulle diverse trasposizioni cinematografiche del romanzo omonimo di Madame de La Fayette mette in campo, subito dopo Delannoy, in ordine temporale, il Manoel de Oliveira della Lettera.[5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (FR) Jean De Baroncelli, La princesse de Clèves, in Le Monde, Paris, Archives, 27 marzo 1961. URL consultato il 4 ottobre 2024.
- ^ (FR) Jean Chalmont, Princesse de Clèves (La), in Guide des Films PZ, Nouvelle edition, n. 3, Paris, Éditions Robert Laffont, avril 2005, pp. 2622-2623.
- ^ Sandro Toni, Delannoy, Jean, in Cinema di tutto il mondo a cura di Alfonso Canziani. I registi e le loro opere, n. 65, Milano, Oscar Studio Mondadori, novembre 1978, pp. 103-104.
- ^ (FR) Jean Loup Passek (sous la direction de), Dictionnaire du Cinéma, Paris, Larousse, 1991.
- ^ Martina Stemberger, Cinema classico: transmediare La Princesse de Clèves, in Studi Romanzi, vol. 35, n. 4, 2 febbraio 2018. URL consultato il 4 ottobre 2024.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- La principessa di Clèves, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- (EN) La principessa di Clèves, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) La principessa di Clèves, su AllMovie, All Media Network.
- (EN, ES) La principessa di Clèves, su FilmAffinity.
- (EN) La principessa di Clèves, su Box Office Mojo, IMDb.com.
- (EN) La principessa di Clèves, su BFI Film & TV Database, British Film Institute (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2018).