La cuccagna è un film italiano del 1962 diretto da Luciano Salce.
Trama
[modifica | modifica wikitesto]Roma. Rossella ha finito da poco la scuola superiore ed è stanca di stare in casa ad aspettare il futuro e un matrimonio. Vive in una tipica famiglia media italiana: la sua unica distrazione è guardare Carosello in TV. Decisa a cercare lavoro, risponde a un annuncio come dattilografa: da qui in avanti, percorrerà diverse strade senza però riuscire a ottenere la gratificazione che cercava.
L'unico a starle vicino è il fratello, la cui omosessualità è insieme palese e taciuta. Rossella sperimenta l'altra faccia del boom economico: affaristi senza scrupoli, approfittatori, faccendieri con l'ossessione delle apparenze, lavori ai margini della comprensione e della rispettabilità, ed il miraggio dei soldi facili. Viene anche arrestata, ma rilasciata quasi subito.
Alla fine Rossella riesce perlomeno a trovare amore e comprensione nel giovane Giuliano, idealista ma inconcludente, spaventato per la chiamata alla leva militare obbligatoria che ha appena ricevuto. I due giovani progettano anche il suicidio, che servirà forse da protesta sociale: in un campo militare per le esercitazioni si nascondono vicino a un bersaglio con l'intenzione di farsi colpire. Arrivati sul posto, però, l'esercitazione è grottesca e del tutto inconcludente: nessuno dei bersagli viene colpito, anche se i militari si congratulano comunque tra loro.
Nei due giovani però l'istinto di sopravvivenza ha avuto la meglio e fuggono da quel luogo per andare a camminare sulla spiaggia vicina.
Produzione
[modifica | modifica wikitesto]Salce si disse soddisfatto di questo film girato «con la macchina a mano»[1], in cui, secondo lui, si vede una Roma generalmente trascurata dal cinema: «la grande Roma di mezzo, quella dei ceti medi, degli impiegati, dei pensionati, quella dei vecchi casermoni dei Prati e di quelli "moderni" di Monte Verde Nuovo». Il suo film è dedicato a questa fetta della città e, diceva il regista, sfiora «le illusioni e disillusioni dell'immensa tribù dei "servi dello stato", sempre in attesa della fortuna, e che oggi [1962] è frastornata e illusa dal mito della ricchezza facile e alla portata di tutti».[1]
Cast
[modifica | modifica wikitesto]Si tratta di uno dei pochi film interpretati da Donatella Turri, che si ritirerà dal cinema a nemmeno 25 anni, alla fine degli anni Sessanta, e sarà poi ricordata soprattutto come «Brigitte Bardot sardo-veneta» per via della sua “seconda vita” dedicata agli animali.[2]
Al suo fianco c'è il cantautore Luigi Tenco, all'epoca non ancora famoso (aveva appena pubblicato il suo primo 45 giri), che nel film canta due canzoni con musica di Ennio Morricone e testo di Luciano Salce (Quello che conta e Tra la gente), ma anche La ballata dell'eroe dell'amico Fabrizio De André, anche lui non ancora famoso. È curioso e triste notare come nel film i due giovani protagonisti tentino senza riuscirci il suicidio, mentre pochi anni dopo, nel 1967, Tenco ci riuscirà davvero nella vita reale (almeno secondo la versione ufficiale, non da tutti accettata[3]).
Compaiono anche, in alcuni camei: Ugo Tognazzi nel ruolo di un automobilista in Maserati, Liù Bosisio nel ruolo di una suora, Milena Vukotic in un gruppo di persone che passeggia e lo stesso regista Luciano Salce nel ruolo di un comandante dell'esercito.
Accoglienza
[modifica | modifica wikitesto]Critica
[modifica | modifica wikitesto]Il film non fu molto apprezzato dalla critica. Attilio Riccio scriveva di preferirgli l'altro film di Salce dello stesso anno, La voglia matta, più piacevole e più "giovane".[4] D'accordo con lui Leandro Castellani, secondo il quale La cuccagna si riduce a «sketches a sé stanti più che pagine di un racconto omogeneo: il Salce di La voglia matta era autore di idee oltre che di costume, quello di La cuccagna no».[5]
Piacque però a tutti il personaggio di Rossella (Donatella Turri), filo conduttore tra i diversi episodi con la «sua presenza viva, concreta. Colta con freschezza e genuinità di tratti nell'età in cui non si è più ingenui e non si è ancora scettici, Rossella riflette, senza falsi stupori ma con intatta possibilità di reazione, inquietudini, incertezze, miraggi, sbandamenti di una generazione che è insieme vittima e giudice del nostro tempo».[6]
In ogni caso, come scriverà Enrico Giacovelli, «se la protagonista è mezza all’antica e mezza à la page, mezza contemporanea e mezza eterna, tutto moderno è il film di Salce con il suo stile arrabbiato, ricco e nervoso, da Nouvelle Vague: un gradino più su, nonostante qualche scivolone nella volgarità, di quello medio della commedia all’italiana».[2]
Distribuzione
[modifica | modifica wikitesto]Il film è stato proiettato per la prima volta in pubblico il 29 settembre 1962 (visto censura n. 38262 del 15 settembre 1962).
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Andrea Pergolari e Emanuele Salce, Luciano Salce – Una vita spettacolare, Roma, Edilazio, 2009.
- ^ a b Enrico Giacovelli, C'era una volta la commedia all'italiana, Roma, Gremese, 2015.
- ^ Giangilberto Monti e Vito Vita, Gli anni d'oro della canzone francese 1940-1970, Roma, Gremese, 2022.
- ^ Attilio Riccio, Il Mondo, 3 ottobre 1962.
- ^ Leandro Castellani, Rivista del Cinematografo, novembre 1962.
- ^ Sandro Zambetti, Cineforum, marzo 1963.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su La cuccagna
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- La cuccagna, su CineDataBase, Rivista del cinematografo.
- La cuccagna, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- La cuccagna, su ANICA, Archiviodelcinemaitaliano.it.
- (EN) La cuccagna, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) La cuccagna, su AllMovie, All Media Network.
- (EN, ES) La cuccagna, su FilmAffinity.
- (EN) La cuccagna, su Box Office Mojo, IMDb.com.