Il Kibbutz Mechor Baruch è stato un campo profughi, organizzato come kibbutz, esistito a Bacoli tra il 1945 e il 1946 e formato da ebrei superstiti dei campi di sterminio nazisti.[1]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Sul finire della Seconda Guerra Mondiale, diverse migliaia di ebrei, sopravvissuti all'olocausto, si ritrovarono in specifici campi profughi allestiti dagli alleati in Austria, Germania e Italia, come soluzione temporanea in attesa di lasciare l'Europa, la maggior parte dei quali verso Israele, in quella che viene definita l’Aliyah.[2]
Nell’autunno del 1945, circa 90 ebrei, reduci dai campi di concentramento di Auschwitz, Belsen-Bergen, Buchenwald e Mauthausen, giunsero a Bacoli e furono alloggiati a Casevecchie, sulla costa di Miseno, presso Villa Scalera, proprietà di Michele Scalera, ricco imprenditore napoletano, confiscata dal ministero della Guerra dopo il 25 luglio 1943 e quindi dagli alleati durante la conquista dell'Italia. Il gruppo fu guidato dall'organizzazione Mossad LeAliyah Bet, una divisione dell'Haganah creata per facilitare l'immigrazione clandestina degli ebrei nel Mandato britannico della Palestina, in violazione delle restrizioni imposte dalla Gran Bretagna. Una delle responsabili in Italia, Ada Sereni, ha rivelato che il motivo della scelta di Bacoli si ebbe per due ragioni principali, l'isolamento geografico dovuto alle caratteristiche morfologiche del territorio che avrebbero permesso le partenze clandestine verso Israele e allo stesso tempo la vicinanza a Napoli, grande centro con la presenza di una comunità ebraica.
La comunità si organizzò in kibbutz nel marzo 1946 su istigazione di Baruch Epstein, un rabbino palestinese in servizio nell'esercito britannico. I membri erano quasi tutti affiliati al sionismo religioso della Torah VeAvodah. Data la posizione vicino al mare, tra le attività principali del kibbutz vi fu la pesca. Alla comunità iniziale si aggiunse un ulteriore gruppo di 183 individui, giunto nel luglio 1946.[3][4][5]
Il 5 agosto 1946 un primo gruppo si imbarcò dal porto di Miseno sulla Ideros, una goletta francese, giungendo in Palestina nella notte del 16 agosto, a Sdot Yam, nei pressi di Cesarea. Fu il primo sbarco clandestino andato a buon fine, ricordato per questo in Israele. Il 21 agosto un secondo gruppo fu trasferito con camion militari in Liguria, nella località Bocca di Magra, dove insieme ad altri 900 profughi s'imbarcarono sulla nave rinominata per l'occasione Harba Heraiot. Dopo 10 giorni di navigazione giunsero a Haifa ma, intercettati dai britannici, vennero dirottati a Cipro e alloggiati in un altro campo. Solo successivamente riuscirono a raggiungere Israele.[6][7]
Come eredità del kibbutz, la comunità ebraica è rimasta legata a Bacoli, che ospita all'interno del parco della Casina Vanvitelliana sul Fusaro il memoriale della Shoah, con un vagone di un treno utilizzato per la deportazione degli ebrei ad Auschwitz. È stato inoltre proposto di realizzare a Bacoli il Centro di documentazione della Shoah e dell’ebraismo del Mezzogiorno e un Museo della Shoah.[8][9][10][11]
Nel 2015 alcuni dei membri del kibbutz che arrivarono a Bacoli nel 1946 (Mordechai Peled, Ben Zion Gasner, Eliezer Mejerovic e Hana Bar Yesha) hanno ricevuto la cittadinanza onoraria di Bacoli.[12]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Gli ebrei a Bacoli (PDF), su palyam.org.
- ^ Displaced Persons Camps | Holocaust Encyclopedia, su encyclopedia.ushmm.org. URL consultato il 17 luglio 2024.
- ^ Collections Search - United States Holocaust Memorial Museum, su collections.ushmm.org. URL consultato il 17 luglio 2024.
- ^ Gli ebrei esuli a Bacoli e il gruppo partito verso Israele con partenza da Bocca di Magra - AMEGLIA INFORMA, su amegliainforma.it, 11 gennaio 2020. URL consultato il 17 luglio 2024.
- ^ mdpnews, Alla ricerca della nave di Ebrei partita da Bacoli il 1946, su Monte di Procida, 6 ottobre 2010. URL consultato il 17 luglio 2024.
- ^ Judaica Mediterranea, Judaica Mediterranea: IL KIBBUTZ MECHOR BARUCH - di Ciro Moses D’Avino, su Judaica Mediterranea, lunedì 23 maggio 2016. URL consultato il 17 luglio 2024.
- ^ Italian Kibbutz, su סגולה. URL consultato il 17 luglio 2024.
- ^ 27 Gennaio,al Fusaro il “Vagone della Memoria”: per non dimenticare. Mai - Comune di Bacoli, su Comune di Bacoli -, 27 gennaio 2024. URL consultato il 17 luglio 2024.
- ^ BACOLI/ Al Parco Vanvitelliano del Fusaro c’è il “Vagone della Memoria”, su Cronaca Flegrea, 2 aprile 2021. URL consultato il 17 luglio 2024.
- ^ MF Milano Finanza, A Bacoli (Na) un museo in realtà aumentata per ricordare la Shoah - MilanoFinanza News, su MF Milano Finanza. URL consultato il 17 luglio 2024.
- ^ ildenaro.it, A Bacoli il Centro di documentazione della Shoah e dell’ebraismo del Mezzogiorno e il Museo della Shoah, su Ildenaro.it, 21 aprile 2021. URL consultato il 17 luglio 2024.
- ^ Cittadinanza onoraria per i quattro ebrei rifugiatisi a Bacoli nel 1946, su la Repubblica, 24 gennaio 2015. URL consultato il 17 luglio 2024.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Ada Sereni, I clandestini del mare, ISBN 978-8842536826.