Qanun (o ḳānūn) è una parola araba (ina arabo: قانون, qānūn; in turco ottomano: قانون, kānūn, derivato dal greco antico: κανών kanōn, che è anche la radice della parola italiana "canone").[1][2][3] Con essa si può fare riferimento alle leggi stabilite dai sovrani musulmani, in particolare il corpo del diritto amministrativo, economico e penale promulgato dai sultani ottomani, in contrasto con la shari'a, il corpo di legge elaborato dai giuristi musulmani.[4] Viene quindi spesso tradotto come "legge dinastica". L'idea del ḳānūn è entrata per la prima volta nel mondo musulmano nel XIII secolo, traendo ispirazioni dall'Impero mongolo a seguito delle loro invasioni.[5] Il decimo sultano dell'Impero ottomano, Solimano I fu conosciuto tra i suoi sudditi come Suleiman Kanuni ("il Legislatore") per via della promulgazione del suo codice di leggi.[6][7]
Dopo la caduta del califfato abbaside nel 1258, venne conferito il potere ai califfi, ai governatori e ai sultani di "stabilire le proprie regole per le attività non affrontate dalla s̲h̲arīʿa".[8] Questo divenne sempre più importante quando il mondo musulmano iniziò a modernizzarsi, incontrando i problemi di uno stato moderno, che non erano contemplati dalla shari'a. Tuttavia il ḳānūn iniziò esistere già con Omar I (586-644 d.C.).[8] Molti degli argomenti considerati si basavano su questioni finanziarie o sui sistemi fiscali adattati attraverso la legge e i regolamenti di quei territori conquistati durante l'espansione islamica.[8]
Il termine ḳānūn deriva dalla parola greca κανών che originariamente aveva il significato meno astratto di "qualsiasi asta dritta", e che quindi in seguito si utilizzò per riferirsi a qualsiasi "misura o regola". La parola fu poi tradotta e adottata dalla lingua araba dopo la conquista dell'Egitto da parte dell'Impero ottomano sotto il sultanato di Selim I (1516 circa). Nell'impero ottomano, il termine ḳānūn portava ancora i significati originali della parola di un sistema di regolamentazione fiscale. Tuttavia, in seguito venne utilizzata per riferirsi al "codice dei regolamenti" o alla "legge statale", una distinzione secolare ben definita rispetto alla "legge musulmana" nota come shari'a. Il ḳānūn assunse un'importanza significativa durante il periodo di modernizzazione nell'Impero ottomano. Il ḳānūn e la shari'a non si contraddicono a vicenda in materia amministrativa, e quindi il ḳānūn fu facilmente assimilato nelle funzioni regolatorie ottomane. Il ḳānūn promulgato dai sultani ottomani venne anche usato per il diritto finanziario e penale. Sotto sultano Maometto II (1451-1481) il ḳānūn continuò ad essere applicato rigorosamente per queste pratiche. Tuttavia, a causa dell'influenza di Ebussuud Efendi, Gran Mufti di Costantinopoli dal 1545 al 1574, il ḳānūn fu applicato anche per trattare questioni relative ai diritti di proprietà che, in precedenza, erano esclusivamente di competenza della shari'a. Nonostante questa apparente contraddizione, a causa di abili operazioni interpretative, il ḳānūn e la shari'a coesistevano armoniosamente. Il ḳānūn ha mantenuto la sua rilevanza in Medio Oriente per quanto riguarda le leggi civili, commerciali, amministrative e penali ispirate alla legislazione originariamente occidentale e ha anche un'influenza sul modo in cui sono applicate le disposizioni della shari'a.[9]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Knut S. Vikør, Between God and the Sultan: A History of Islamic Law, C. Hurst & Co. Publishers, 2005, p. 207.
- ^ Ludwig W. Adamec, Historical Dictionary of Islam, The Scarecrow Press, Inc, 2009, p. 256.
- ^ canon, su etymonline.com, Online Etymology Dictionary.
- ^ Knut S. Vikør, Sharīʿah, in Emad El-Din Shahin (a cura di), The Oxford Encyclopedia of Islam and Politics, Oxford University Press, 2014. URL consultato il 6 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2017). Archiviato il 2 febbraio 2017 in Internet Archive.
- ^ Guy Burak, The Second Formation of Islamic Law: The Ḥanafī School in the Early Modern Ottoman Empire, Cambridge, Cambridge University Press, 2015, pp. 17–8, ISBN 978-1-107-09027-9.
- ^ Barbero, 2011, pp. 70-71.
- ^ Downey, 1961, p. 110.
- ^ a b c Berg, Herbert. "Islamic Law." Berkshire Encyclopedia of World History 3 (2005): 1030. In History Reference Center [database online]. Available from Snowden Library. Retrieved February 11, 2008.
- ^ Linant de Bellefonds, Y., Cahen, Cl., İnalcık, Halil, and Ed. "Ḳānūn." Encyclopaedia of Islam, Second Edition. Ed. P. Bearman et al. Brill Reference Online. Web. 12 Mar. 2018.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Alessandro Barbero, Il divano di Istanbul, Palermo, Sellerio, 2011, ISBN 88-389-2538-0.
- Fairfax Downey, Solimano il Magnifico, Milano, Dall'Oglio, 1961, ISBN non esistente, SBN LIA0093022.