Italo Lambertenghi | |
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Nascita | Villa di Tirano, 17 novembre 1885 |
Morte | Dosso Faiti, 19 agosto 1917 |
Cause della morte | Caduto in combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | Regno d'Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Fanteria |
Anni di servizio | 1906-1917 |
Grado | Maggiore |
Guerre | Guerra italo-turca Prima guerra mondiale |
Battaglie | Decima battaglia dell'Isonzo Undicesima battaglia dell'Isonzo |
Comandante di | II Battaglione, 252º Reggimento fanteria "Massa Carrara" |
Decorazioni | vedi qui |
Studi militari | Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena |
Frase celebre | Una sola consegna le dò: fino all’ultimo uomo, la posizione dev’essere mantenuta! |
dati tratti da Combattenti Liberazione[1] | |
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Italo Lambertenghi (Villa di Tirano, 17 novembre 1885 – Dosso Faiti, 19 agosto 1917) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della prima guerra mondiale[2].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Villa di Tirano, provincia di Sondrio, il 17 novembre 1885, figlio di Attilio e Giuseppina Graj.[1] Dopo aver compiuto gli studi superiori presso l'Istituto tecnico di Sondrio intraprese la carriera militare arruolandosi nel Regio Esercito ed iniziando a frequentare, nel 1904, la Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena.[1] Divenuto sottotenente due anni dopo venne assegnato al 65º Reggimento fanteria che raggiunse dopo aver frequentato la Scuola di applicazione d'arma di Parma.[1] Divenuto tenente nel 1909, partì volontario per combattere nella guerra italo-turca nel 1911 in forza all'82º Reggimento fanteria della Brigata Torino.[1] Ritornato in Patria nell'ottobre 1912, assegnato nuovamente al 65º Reggimento fanteria, nel marzo 1914 ritornò come volontario in Cirenaica.[1] Promosso capitano del 66º Reggimento fanteria nel dicembre 1915, rientrò in Italia verso la fine del 1916 per prendere parte ai combattimenti sul fronte giulio.[1] Promosso maggiore nel giugno 1917, fu trasferito al comando del II Battaglione del 252º Reggimento fanteria della Brigata Massa Carrara, posizionato nel settore del Dosso Faiti.[3] Nel corso della undicesima battaglia dell'Isonzo il battaglione mosse all'attacco alle 5:30 del 19 agosto al fine di avanzare sulle pendici nord-ovest del Golnek.[4] Si lanciò all'attacco delle posizioni nemiche con la prima ondata rimanendo ferito, e rifiutando di essere allontanato dal campo di battaglia di nuovo una seconda volta, rimanendo nuovamente ferito.[4] Fu colpito a morte sulla trincea appena conquistata e prima di spirare esclamò ad uno degli ufficiali subalterni: Una sola consegna le dò: fino all’ultimo uomo, la posizione dev’essere mantenuta!.[4] Con Regio Decreto del 2 giugno 1921 fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[4] Una via di Sondrio porta il suo nome.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— Regio Decreto 2 giugno 1921.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
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Fonti
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g Combattenti Liberazione.
- ^ Carolei, Greganti, Modica 1968, p. 94.
- ^ Coltrinari, Ramaccia 2018, p. 117.
- ^ a b c d Coltrinari, Ramaccia 2018, p. 118.
- ^ Medaglie d'oro al valor militare sul sito della Presidenza della Repubblica
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le Medaglie d'oro al Valor Militare 1917, Roma, Tipografia regionale, 1968, p. 94.
- Massimo Coltrinari e Giancarlo Ramaccia, 1917. L'anno terribile: Dalla Bainsizza alla sorpresa strategica di Caporetto, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2018.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Lambertenghi, Italo, su Combattenti Liberazione.