Isotta Albaresani | |
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Marchesa consorte di Ferrara Marchesa consorte di Modena e Reggio | |
In carica | 1393 |
Predecessore | Giovanna de' Roberti |
Successore | Gigliola da Carrara |
Nascita | Ferrara, 1355 |
Morte | Ferrara, maggio 1393 |
Luogo di sepoltura | Chiesa di San Francesco |
Dinastia | Estensi |
Padre | Alberto Albaresani |
Consorte di | Alberto V d'Este |
Figli | Niccolò |
Religione | Cattolicesimo |
Isotta Albaresani (Ferrara, 1355[1] – Ferrara, maggio 1393[1]) è stata una nobile italiana.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Isotta Albaresani, figlia di Alberto Albaresani, appartenne ad una nobile famiglia estense risalente al XIII secolo.
Nel 1393 divenne la seconda moglie di Alberto V d'Este; suo figlio Niccolò venne legittimato da Papa Bonifacio IX ed in seguito divenne signore di Ferrara col nome di Niccolò III d'Este.
Isotta fu famosa, ai suoi tempi, per la bellezza, l'assennatezza e le numerose qualità. Fu letterata e probabilmente autrice di opere ancora inedite, ora conservate nella biblioteca di Modena, dove la corte estense si trasferì in seguito alla devoluzione di Ferrara allo Stato Pontificio.
Venne sepolta a Ferrara nella vecchia chiesa di San Francesco, sostituita nel 1494 dal nuovo tempio che ci è pervenuto.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Isotta d'Este (Albaresani), su geni.com. URL consultato il 28 giugno 2019.
- ^ Melchiorri.Gruppioni, p.33.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Gerolamo Melchiorri, Donne illustri ferraresi dal Medioevo all'Unità, a cura di Graziano Gruppioni, prefazione Enrica Guerra, Ferrara, 2G Editrice, 2014, ISBN 978-88-89248-18-8.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Isotta ALBARESANI, su geneanet.org. URL consultato l'11 marzo 2016.
- (EN) Alberto d'Este, Marquis of Ferrara, su werelate.org. URL consultato l'11 marzo 2016.
- Giuseppe Petrucci, Il castello di Ferrara riminiscenze istoriche di Giuseppe Petrucci, su books.google.it, Societa Meline, Cans e Compagni, 1838. URL consultato l'11 marzo 2016.