Il termine infrastrutturazione sociale è dato dall'unione di due parole: la prima richiama qualcosa di materiale e concreto come strade, ponti, ferrovie o simili; la seconda, invece, evoca qualcosa di più astratto che riguarda gli uomini e il loro vivere insieme. Le infrastrutture sono anche reti di comunicazione e, come tali, non sono necessariamente solo fisiche. Il termine infrastrutturazione sociale assume significato e rilevanza dal momento in cui queste reti di comunicazione consentono di mettere in collegamento diversi luoghi e soggetti favorendo così la coesione sociale, tramite la conoscenza reciproca, il dialogo e la modalità del lavorare insieme, collaborando allo sviluppo del territorio e alla promozione del bene comune.
Il settore dei servizi volto all'infrastrutturazione sociale include la pubblica amministrazione, il settore dei servizi di welfare, cultura, istruzione, le organizzazioni sindacali ed economiche e del tempo libero[1]. Si tratta di servizi non di mercato cioè rivolti a soddisfare un insieme di bisogni collettivi e di sicurezza sociale: questa caratteristica non implica l'assenza di operatori privati, presenti soprattutto nel settore dell'assistenza sociale, sanitaria e dell'istruzione, ma che i livelli di dotazione minima e di distribuzione delle singole attività sul territorio siano direttamente sottoposti ad un controllo pubblico. Questa interazione tra pubblico e privato, ad esempio in campi come quello sanitario o dell'istruzione, è legata alla necessità di garantire buoni livelli di servizio, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo[2].
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- A cura di D. De Leo e V. Fini, Attualità dello sviluppo. Riflessioni in pratica per costruire progetti locali di qualità, Roma, FrancoAngeli, 2012;
- A cura di Alberto Merler, Altri scenari. Verso il distretto dell'economia sociale da Grex. Sc. sociali solidarietà formazione, Roma, FrancoAngeli, 2011;
- A cura di I. Bartholini, Capitale sociale, reti comunicative e culture di partecipazione in Volume 12 di Comunicazione, istituzioni e mutamento sociale. sezione 2, Ricerche, Roma, FrancoAngeli, 2008;
- M. Amari, Progettazione culturale. Metodologia e strumenti di cultural planning in Volume 583 di Azienda moderna, Roma, FrancoAngeli, 2006;
- A cura di M. Cavallo, Per una globalizzazione responsabile: qualità dello sviluppo e coesione sociale in Volume 173 di Economia: Sez. 5.: Ricerche, Roma, FrancoAngeli, 2001.