Incidente ferroviario di Filattiera | |
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Tipo | Scontro di treni su linea a binario unico |
Data | 4 ottobre 1953 4:02 |
Stato | Italia |
Motivazione | Guasto all'impianto frenante del treno merci 5777 |
Conseguenze | |
Morti | 6[1] |
Feriti | 3[1] |
L'incidente ferroviario di Filattiera fu uno scontro frontale tra il treno merci 5777 e il treno merci 6652 avvenuto il 4 ottobre 1953 sulla Ferrovia Pontremolese, in corrispondenza della stazione di Filattiera[1].
Dinamica dei fatti
[modifica | modifica wikitesto]Alle ore 4:02 del 4 ottobre 1953 il treno merci 5777 proveniente da Fidenza, che avrebbe dovuto incrociare a Pontremoli il treno merci 6652 proveniente da S. Stefano di Magra, a causa di un guasto ai freni era transitato dalla stazione anziché fermarsi e passando dalla successiva stazione di Scorcetoli, fischiando a distesa, aveva già raggiunto la velocità di circa 120 km/h[1]. Venne diramato l'allarme via telefono: per Scorcetoli era troppo tardi; per Filattiera che era presenziata ma disabilitata era impossibile azionare gli scambi d'ingresso per deviare il treno fuori controllo. Il guardia blocco che presenziava la stazione di Filattiera si mise a correre incontro al treno 6652, agitando la lanterna rossa e con questo gli fece rallentare la corsa ma fu inutile perché sopraggiunse ormai a folle velocità il 5777. Il guardia blocco con un balzo di lato si mise in salvo, mentre le locomotive penetravano l'una nell'altra e i due treni si sfasciavano in un groviglio di lamiere, legni e materiali trascinando con sé anche i pali della linea elettrica di contatto i cui fili tranciati sprizzavano scintille e sfiammate[1].
Pioveva a dirotto ma alcune parti dei treni si incendiarono. Accorse un abitante della casa vicina e insieme tentarono di portare qualche soccorso; trovarono il ferroviere Cecchinato, sbalzato a una ventina di metri, ormai morente e lo portarono al coperto. Estrassero anche il ferroviere Salati da un groviglio, anch'esso morto. Giunsero intanto i Carabinieri, i Vigili del fuoco assieme a squadre di operai per cercare eventuali superstiti tra l'immane ammasso di ferraglia e rottami d'ogni genere; dopo ore ed ore di lavoro estrassero dal groviglio di ferro e lamiere anche gli altri tre corpi[1]. La linea rimase interrotta per alcuni giorni. La Domenica del Corriere dedicò al grave incidente la copertina del 18 ottobre 1953 disegnata da Walter Molino.
I treni coinvolti
[modifica | modifica wikitesto]- Treno merci 5777 composto di una locomotiva elettrica E.636 e 45 carri cisterna vuoti[1].
- Treno merci 6652 composto da una locomotiva elettrica E.636 e 30 carri di vario tipo[1].
Le vittime
[modifica | modifica wikitesto]Le vittime dell'incidente furono complessivamente 7 e tutti ferrovieri in servizio sui due treni. Sei trovarono la morte nell'urto: si trattava dell'aiuto macchinista Lionello Cecchinato, di 27 anni, da Verona; del macchinista Pietro Garzelli, di 53 anni, da Livorno e del conduttore Bruno Salati, di 42 anni, da Pontremoli che stavano sul 6652; dell'aiuto macchinista Mauro Casadio, di 29 anni, da La Spezia; del macchinista Mauro Bulli e del capotreno Giuseppe Aldrovandi, entrambi da Parma che erano sul treno 5777[1]. Il capotreno Virgilio Portalupi, di 50 anni, da La Spezia fu ricoverato in gravissime condizioni[1], ma non sopravvisse[2]
Rimasero feriti i due frenatori di coda di ambedue i treni che si lanciarono dal treno pochi istanti prima dell'urto: Amos Gruzza, da Parma, finito in fondo alla scarpata e Giuseppe Pasquali, da Pontremoli[1].
L'inchiesta
[modifica | modifica wikitesto]L'inchiesta appurò che fino a Fornovo il treno aveva marciato apparentemente senza problemi; si era fermato nella stazione di Grondola-Guinadi ma dopo, lungo la discesa del Borgallo (Pontremoli) i freni non avevano più risposto quando il macchinista aveva cercato di rallentare. A Pontremoli si sarebbe dovuto fermare per incrociare il treno 6652 ma non riuscì a farlo e transitò a velocità elevata fischiando e causando l'allarme generale. La stazione di Filattiera era disabilitata dalle 22:15 alle 4:15 e funzionava solo da posto di blocco[1] pertanto non era possibile azionare gli scambi in quanto le chiavi di sblocco non erano in possesso dell'agente di presenziamento; se azionato il deviatoio avrebbe potuto quantomeno limitare il disastro.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Publifoto, Archivio, su publifoto.net. URL consultato il 9 giugno 2018.