Incidente del Sud Aviation Caravelle di Aerovías del 1986 | |
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HC-BAE, l'aereo coinvolto, visto nel novembre 1982. | |
Tipo di evento | Incidente |
Data | 18 gennaio 1986 |
Tipo | Volo controllato contro il suolo; cause indeterminate |
Luogo | Flores |
Stato | Guatemala |
Coordinate | 16°54′50″N 89°51′59″W |
Tipo di aeromobile | Sud Aviation SE-210 Caravelle III |
Operatore | SAETA per conto di Aerovías |
Numero di registrazione | HC-BAE |
Partenza | Aeroporto Internazionale La Aurora, Città del Guatemala, Guatemala |
Destinazione | Aeroporto di Santa Elena, Flores, Guatemala |
Occupanti | 93 |
Passeggeri | 87 |
Equipaggio | 6 |
Vittime | 93 |
Feriti | 0 |
Sopravvissuti | 0 |
Mappa di localizzazione | |
Dati estratti da Aviation Safety Network[1] | |
voci di incidenti aerei presenti su Teknopedia |
L'incidente di Aerovías in Guatemala del 1986 si verificò il 18 gennaio 1986 e coinvolse un Sud Aviation SE-210 Caravelle III che precipitò su una collina in avvicinamento all'aeroporto di Santa Elena, Flores, in Guatemala, dopo un breve volo dall'aeroporto Internazionale La Aurora di Città del Guatemala.[1] Tutti i 93 passeggeri e membri dell'equipaggio a bordo persero la vita, rendendolo il peggior disastro aereo nella storia del Guatemala.[2][3]
L'aereo
[modifica | modifica wikitesto]Il velivolo coinvolto era un Sud Aviation SE-210 Caravelle III costruito nel 1960. Venne acquisito da Alitalia nel giugno dello stesso anno e immatricolato I-DAXI; era stato poi convertito in una serie VI N nel 1962. La SAETA l'acquistò nel 1975 per poi noleggiarlo ad Aerovías nel 1985 in risposta al crescente numero di turisti in visita in Guatemala.[4]
L'incidente
[modifica | modifica wikitesto]Questo volo di 40 minuti stava trasportando dei turisti guatemaltechi e stranieri da Città del Guatemala all'aeroporto di Santa Elena di Flores, a circa 270 chilometri a nord-est di Città del Guatemala. Flores era un punto di sosta comune per le visite all'antica città Maya di Tikal. L'aereo decollò sabato mattina alle 07:25 ora locale dall'aeroporto Internazionale La Aurora di Città del Guatemala con a bordo 87 passeggeri e 6 membri dell'equipaggio. Dopo circa 30 minuti, l'aereo ricevette l'autorizzazione ad atterrare all'aeroporto di Santa Elena. Tuttavia, i piloti si resero conto di essere troppo alti per il primo avvicinamento e l'aereo oltrepassò la pista. Al secondo avvicinamento, il Caravelle si schiantò e prese fuoco a circa 8 km dall'aeroporto. L'ultimo contatto della torre di controllo con l'equipaggio era avvenuto alle 07:58, 33 minuti dall'inizio del volo di 40 minuti, senza segnalazioni di anomalie. Nell'incidente morirono tutte le 93 persone a bordo. L'aereo venne completamente distrutto nell'incidente.[1][3]
Le cause
[modifica | modifica wikitesto]L'indagine condotta sull'incidente non fu in grado di determinare la causa esatta del disastro. La bassa base delle nubi potrebbe aver causato la perdita di orientamento dei piloti e il conseguente impatto sulla collina.[5]
Passeggeri noti
[modifica | modifica wikitesto]A bordo erano presenti anche l'ex ministro degli Esteri venezuelano, Arístides Calvani, sua moglie e le due figlie.[6]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c (EN) Harro Ranter, ASN Aircraft accident Sud Aviation SE-210 Caravelle VI-N HC-BAE Flores-Santa Elena Airport (FRS), su aviation-safety.net. URL consultato l'8 luglio 2021.
- ^ (EN) Harro Ranter, Aviation Safety Network > ASN Aviation Safety Database > Geographical regions index > ASN Aviation Safety Database results, su aviation-safety.net. URL consultato l'8 luglio 2021.
- ^ a b (EN) Ap, GUATEMALA CRASH TOLL NOW PUT AT 93, in The New York Times, 20 gennaio 1986. URL consultato l'8 luglio 2021.
- ^ I-DAXI, su AZ Fleet. URL consultato l'8 luglio 2021.
- ^ (EN) Facebook, Twitter, Show more sharing options, Facebook, Twitter, LinkedIn, 90 Killed in Guatemala Plane Crash : Cause Not Known; Six Americans Included in Toll, su Los Angeles Times, 19 gennaio 1986. URL consultato l'8 luglio 2021.
- ^ (ES) Calvani, Arístides | Fundación Empresas Polar, su bibliofep.fundacionempresaspolar.org. URL consultato l'8 luglio 2021.