Ildebrando III Aldobrandeschi (fl. X secolo) è stato un nobile italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Probabilmente figlio di Ildebrando II, è difficile ricostruirne la genealogia a causa delle poche fonti disponibili circa il X secolo.[1] Ildebrando III fu conte e marchese della marca obertenga in luogo di Oberto I, esule in Germania, dopo la morte di Liudolfo nel 957.[1] Gli Aldobrandeschi furono particolarmente legati a Berengario II e questo è forse il motivo dell'assenza di membri della famiglia ai placiti in seguito all'affermazione della dinastia ottoniana; anche nell'ambiente locale toscano, i placiti erano spesso presieduti da Oberto I, a capo di una famiglia rivale.[1]
Ebbe almeno tre figli: il conte Gherardo; Lamberto, sposatosi con una Ermengarda;[2] e Rottilde, andata in moglie al conte Rodolfo di Pisa.[3]
Ildebrando III è ricordato in un documento del 973 con il titolo che ebbe di marchese, ma risulta deceduto già da tempo.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Collavini 1998, pp. 78–79.
- ^ La genealogia proposta da Rossetti (1973) che vedeva Gherardo cugino di Ildebrando III, è stata oggetto di studi e corretta da Collavini (1998), che individua Gherardo come suo figlio; ciò spiegherebbe anche come mai solo lui ebbe il titolo di conte, e non Lamberto. Cfr. Rossetti, albero geneaologico (p. 127) e Collavini 1998, p. 92.
- ^ Collavini 1998, p. 122.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Simone M. Collavini, Honorabilis domus et spetiosissimus comitatus: gli Aldobrandeschi da conti a principi territoriali (secoli IX-XIII) (PDF), Pisa, Edizioni ETS, 1998.
- Gabriella Rossetti, Società e istituzioni nei secoli IX e X. Pisa, Volterra, Populonia, in Atti del 5º Congresso Internazionale di Studi sull'alto medioevo, Spoleto, 1973.
- Gabriella Rossetti, Gli Aldobrandeschi, in I ceti dirigenti in Toscana nell'età precomunale, Pisa, Pacini, 1981, pp. 151–163.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Simone M. Collavini, I conti Aldobrandeschi nel contesto storico generale e locale (PDF), su rmoa.unina.it. URL consultato il 18 gennaio 2020.