Il mistero del diamante blu | |
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Commedia in tre atti | |
Autori | |
Titolo originale | Le Mystère du diamant bleu |
Lingua originale | |
Genere | Teatro giallo |
Prima assoluta | 15 aprile 1941 Théâtre Royal des Galeries (Bruxelles) |
Personaggi | |
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Il mistero del diamante blu (Le Mystère du diamant bleu) è un'opera teatrale di Hergé e Jacques Van Melkebeke, tratto dalla seconda parte del fumetto I sigari del faraone dello stesso Hergé. La pièce ha per protagonista Tintin e gli eventi narrati si collocano tra quelli raccontati ne Il granchio d'oro e La stella misteriosa.[1]
Trama
[modifica | modifica wikitesto]Palazzo Pedakhore, India. Il Maharaja sta ricevendo i suoi ospiti: l'ambasciatore della Syldavia il conte Koulansky, il dottor Nicholson e la moglie e l'archeologo Chippendale e la moglie. Un telegramma annuncia l'arrivo di Tintin, con grande gioia del conte: Tintin è infatti considerato un eroe nazionale in Syldavia, dopo i fatti narrati Lo scettro di Ottokar. La festa del Maharaja comprende intrattenimenti vari come l'ipnotista Caudebathimouva Thoubva e un elaborato balletto tradizionale indiano, al termine del quale l'aristocratico vuole mostrare ai suoi ospiti il leggendario diamante blu.
Ma la pietra preziosa è misteriosamente scomparso e Tintin deduce che il ladro si deve trovare tra gli ospiti. Dupont e Dupond investigano senza successo e Tintin propone che tutti gli ospiti viaggino con lui a bordo della Rampura alla volta di Syldavia. Sulla Rampura, Tintin interroga tutti i sospettati e scopre che uno dei servi del Maharaha è fuggito: manda allora un telegramma a Syldavia, nella speranza che errivi prima dello sbarco dei protagonisti. Il telegramma ottiene il risultato sperato e Tintin cattura il ladro nella sala medievale dello Château de Syldavie.
Storia delle rappresentazioni
[modifica | modifica wikitesto]La pièce debuttò al Théâtre Royal des Galeries di Bruxelles il 15 aprile 1941, con la regia di Paul Riga. La commedia ottenne un grande successo di pubblico:[2] Hergé scrisse l'atto centrale, mentre Jacques Van Melkebeke scrisse il primo e il terzo; il testo dell'opera è andato perduto.[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Benoît Peeters, Hergé: Son of Tintin, traduzione di Tina A. Kover, Baltimora, Johns Hopkins University Press, 2012, p. 7, ISBN 978-1-4214-0454-7.
- ^ Harry Thompson, Tintin: Hergé and His Creation, Londra, John Murray Publishers Ltd., 1991, pp. 132-133, ISBN 978-1-84854-672-1.
- ^ Numa Sadoul, Tintin et moi: entretiens avec Hergé, Casterman, 1975, p. 143, ISBN 978-2-08-080052-7.