Il canale degli angeli | |
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Una foto di scena del film con il piccolo Pino Locchi e Maurizio D'Ancora | |
Lingua originale | italiano |
Paese di produzione | Italia |
Anno | 1934 |
Dati tecnici | B/N |
Genere | drammatico |
Regia | Francesco Pasinetti |
Soggetto | Francesco Pasinetti, Pier Maria Pasinetti |
Sceneggiatura | Francesco Pasinetti |
Produttore esecutivo | Belisario Randone |
Casa di produzione | Venezia Film S.A. |
Fotografia | Giulio De Luca |
Montaggio | Giorgio Simonelli |
Musiche | Gino Gorini, Nino Sanzogno |
Scenografia | Renato Viola |
Trucco | Roberto Pasetti |
Interpreti e personaggi | |
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Il canale degli angeli è un film del 1934 prodotto e realizzato da Francesco Pasinetti, che restò l'unico lungometraggio a soggetto da lui diretto.
Trama
[modifica | modifica wikitesto]A Venezia, Daniele, stimato capo operaio, dirige una draga che sta scavando un nuovo canale lagunare, chiamato "il canale degli angeli". È sposato con Anna, molto più giovane di lui, ed i due hanno un bambino, Andrea. A causa di un infortunio sul lavoro Daniele resta immobilizzato per diverso tempo e non può accompagnare la moglie ad una festa popolare. Qui Anna conosce "il capitano", un giovane marinaio che, in attesa del sognato imbarco su un grande transatlantico, lavora come bigliettaio sui vaporetti che circolano a Venezia.
Il capitano è attratto dalla donna ed anche lei non è insensibile al fascino dell'uomo di mare, tanto che i due alla fine della festa si abbracciano e si baciano, senza accorgersi che il piccolo Andrea li sta guardando da lontano. Ora Andrea vive male il rapporto con sua madre e questo lo fa ammalare. Anna è combattuta tra gli affetti della famiglia ed il rapporto col giovane marinaio che le fa intravedere un mondo diverso. Sarà infine il capitano a decidere di andarsene con il primo piroscafo in partenza, anche se non è il lussuoso transatlantico sognato.
Realizzazione del film
[modifica | modifica wikitesto]Soggetto e sceneggiatura
[modifica | modifica wikitesto]Il canale degli angeli è l'unico lungometraggio diretto da Francesco Pasinetti, che lo realizzò ancora ventitreenne, partendo da un soggetto scritto assieme al fratello, l'allora ventunenne Pier Maria Pasinetti. Entrambi appartenenti al CineGuf di Venezia, facevano parte di un gruppo di giovani che, nonostante il controllo esercitato dal fascismo, sperimentava nuove forme di linguaggio cinematografico[1]. I due fratelli scrissero anche la sceneggiatura.
Produzione
[modifica | modifica wikitesto]Per realizzare il film i Pasinetti avevano fondato nel gennaio 1934 una loro società di produzione, la "Venezia film" che si inseriva in un fermento di ricerca sulla cinematografia che all'inizio degli anni trenta era presente in diverse città, da parte di «giovani che hanno una preparazione concreta di gusto e di cultura e che pensano al cinema come ad una cosa seria[2]». Data l'esiguità delle risorse economiche disponibili, la produzione aveva sede presso l'abitazione dei Pasinetti, mentre per il finanziamento venne riutilizzata la somma messa in palio dal concorso "Gino Mazzucchi" nel quale il soggetto La draga, scritto da Pier Maria e da cui poi derivò la vicenda narrata nel film, aveva vinto il primo premio[3].
Riprese
[modifica | modifica wikitesto]Il film fu realizzato nell'estate del 1934 e venne girato quasi completamente in esterni a Murano, dove la troupe si trasferiva tutti i giorni con una barca[4], in particolare nel quartiere di San Pietro[5]. Venne poi completato con gli interni realizzati a Roma presso la "Titanus" alla Farnesina. La lavorazione fu rapida, sia per le scarse risorse disponibili, sia per la volontà di presentare il film alla seconda Mostra di Venezia, in programma per l'agosto di quello stesso anno. Nei propositi di Pasinetti il film doveva essere soprattutto l'omaggio ad una Venezia vista nei suoi aspetti ambientali e sociali meno noti, come poi farà con i suoi numerosi documentari: «È la mia città - aveva detto - ed io la intendo sopra ogni altra cosa[6]».
Apporti artistici
[modifica | modifica wikitesto]Al film parteciparono le due attrici esordienti Anna Ariani e Nina Simonetti[7], che poi non ebbero altri ruoli nel cinema, come invece accadde al bimbo Pino Locchi. Non accreditato fu presente anche Otello Toso che dopo questa esperienza si trasferirà a Roma per iniziare una quasi trentennale carriera cinematografica. L'unico attore già affermato del film fu Maurizio D'Ancora che accettò di partecipare al film in quanto grande amico dei Pasinetti[4]. Le musiche furono affidate a due compositori allievi di Malipiero[3]. Il Canale degli angeli costituì anche l'esordio come direttore della produzione di Belisario Randone, che poi nel dopoguerra si dedicherà soprattutto alla televisione.
Accoglienza
[modifica | modifica wikitesto]La lavorazione de Il canale degli angeli fu conclusa in tempo affinché, com'era intenzione dei realizzatori, esso potesse essere presentato alla Commissione selezionatrice della Mostra di Venezia del 1934[8]. Ma l'iniziativa non ebbe seguito ed il film fu proiettato, ma solo fuori concorso, anche se di questo evento si conosce poco, poiché si trattò probabilmente di una visione privata in una sala secondaria alla fine della manifestazione[3], restando così un lavoro «completamente dimenticato dalla critica[5]». Inoltre il film non arrivò mai nelle sale cinematografiche benché ne fosse stata annunciata nel febbraio 1935 l'imminente distribuzione[9].
I soli giudizi disponibili su questo unico film a soggetto diretto da Francesco Pasinetti, restano pertanto quelli delle occasioni retrospettive in cui fu presentato, nelle quali tutti i commentatori hanno evidenziato l'impostazione anti retorica di un'opera «quasi amatoriale[1]». Un film da cui «traspare il senso della misura, quel rifuggire da ogni retorica (e che) mostra amore per una Venezia alquanto diversa da quella solo oleografica cara ai turisti di tutto il mondo, con una attenzione verso gli aspetti "umani" della città[10]», oppure ai suoi aspetti industriali e produttivi, con scorci di ciminiere e stabilimenti[3].
Più recentemente Brunetta inserisce Il canale degli angeli nel filone del cinema realista che negli anni trenta produce opere come Acciaio o La fossa degli angeli. «Con dieci anni di anticipo - aggiunge Brunetta - rispetto a I bambini ci guardano, il film si rende testimone e partecipe di un bambino che capisce il dramma della madre, in un film da segnalare anche per la spontaneità del suo contatto con una immagine inedita di Venezia[5]».
L'assenza di dati relativi all'accoglienza del film al tempo in cui fu realizzato si estende anche all'esito economico del film, che peraltro non ebbe alcuna distribuzione. Il canale degli angeli rimase così l'unica opera prodotta dalla "Venezia film" che non riuscì a realizzare il progetto di un secondo film ambientato nella Libia, al tempo colonia italiana[11], e fu chiusa poco dopo.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Franco Prono. Intellettuali dietro la macchina da presa in Storia del cinema italiano, cit. in bibliografia, p.196.
- ^ Articolo di m.g. [Mario Gromo] in La Stampa del 16 gennaio 1934, dove è descritta la nascita di questo ed altri gruppi di giovani produttori a Torino, Firenze e Milano.
- ^ a b c d Boscariol, cit. in bibliografia, p.85 e seg.
- ^ a b D'Ancora in Cinecittà anni Trenta, cit. in bibliografia, p.400.
- ^ a b c Brunetta, cit. in bibliografia, p.483.
- ^ Dichiarazione riportata in Omaggio, cit. in bibliografia.
- ^ Nina Simonetti era stata selezionata tra 271 aspiranti per il documentario Entusiasmo, realizzato da Pasinetti nel 1933. Notizie in Cinema Illustrazione, n 22 del 31 maggio 1933.
- ^ Notizia in Eco del cinema, n. 128, luglio - agosto 1934.
- ^ Cfr. Eco del cinema, n. 135, febbraio 1935.
- ^ Elena Rognoni Rando Il canale degli angeli, scheda descrittiva in Bianco e nero, n. 7 -8, luglio - agosto 1952
- ^ Eco del cinema, n. 124 del marzo 1934.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Lorenza Boscariol (a cura di), Venezia nel cinema di Francesco Pasinetti, Venezia, Quaderni della videoteca Pasinetti, 1997, ISBN non esistente
- Gian Piero Brunetta, Storia del cinema italiano, 1895 - 1945, Roma, Editori Riuniti, 1979, ISBN non esistente
- Omaggio a Francesco Pasinetti, opuscolo edito dalla Biennale di Venezia, 1959, ISBN non esistente
- Francesco Savio: Cinecittà anni Trenta. Parlano 116 protagonisti del secondo cinema italiano (3 voll.). Roma, Bulzoni, 1979, ISBN non esistente
- Storia del Cinema Italiano, volume V (1934-1939), Venezia, Marsilio e Roma, Edizioni di Bianco e nero, 2010, ISBN 978-88-317-0716-9,
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Il canale degli angeli
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Il Canale degli Angeli, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Il canale degli angeli, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- (EN) Il canale degli angeli, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Il canale degli angeli, su Box Office Mojo, IMDb.com.