Hitaikakushi (額隠 o ひたいかくし?) è un copricapo triangolare di stoffa o carta che, secondo il folklore giapponese, di solito indossano sulla fronte gli yūrei.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]È un sottile pezzo di stoffa bianca o di carta tagliata e piegata in modo tale da formare un triangolo equilatero. È posto sulla parte superiore della fronte, con uno dei vertici rivolto verso l'alto, dai vertici rimanenti si dipartono due lacci che si legano intorno alla testa garantendone la tenuta.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Nel folclore giapponese, l'hitaikakushi è tra gli elementi più presenti nella rappresentazione degli yūrei, esseri spesso femminili con un carattere marcatamente vendicativo. Nella cultura giapponese, e in tutte le rappresentazioni artistiche dai dipinti alle opere teatrali , è pieno di riferimenti agli yūrei che, tuttavia, in molte opere più arcaiche vengono ritratti privi di hitaikakushi. Le prime notizie sull'uso di questo capo risalgono al periodo Heian.[1]
Il motivo della presenza dell'hitaikakushi sulla fronte dello yūrei è incerto e si è perso nel tempo, sebbene alcuni indichino come uno dei motivi sia mostrare che il defunto è risorto a uno stato superiore. Un'altra corrente suppone che serva a proteggere lo spirito dai demoni in modo che non entrino attraverso la testa impossessandosi del cadavere privo di anima, mentre un'altra teoria indica che la presenza dell'hitaikakushi costringa lo yūrei a vagare tra il mondo dei vivi e quello dei morti.[1]
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]La parola giapponese proviene dell'unione di due kanji:
- Il primo è hitai (額? , kanji composto da 18 tratti con vari significati, uno dei quali è "fronte").[2]
- Il secondo è kakushi (隠? un kanji di 14 tratti il cui significato è nascondere/occultare).[3]
Nel corso della storia ha assunto altri nomi a seconda della regione , cappello (帽子?, bōshi), stoffa (布?, nuno), cappuccio (頭巾?, zukin).
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) Zack Davisson, Yurei : The Japanese Ghost, Chin Music Press Inc., 2015, ISBN 978-0988769342.
- ^ (ES) James W. Heisig con Marc Bernabé e Veronica Calafell, 2, in Kanji para recordar, Herder, 2003, p. 148, ISBN 84-254-2309-0.
- ^ (ES) James W. Heisig con Marc Bernabé e Veronica Calafell, 31, in Kanji para recordar, Herder, 2003, p. 351, ISBN 84-254-2309-0.