Il dipinto Gumno (in italiano Granaio) è opera del pittore russo Aleksej Gavrilovič Venecianov.
Gumno | |
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Autore | Aleksej Gavrilovič Venecianov |
Data | 1821-1822 |
Tecnica | olio su tela |
Dimensioni | 66,5×80,5 cm |
Ubicazione | San Pietroburgo, Museo russo[1] |
Storia e descrizione
[modifica | modifica wikitesto]L'opera fu acquistata dallo zar Nicola I di Russia che la pagò la cifra, altissima per quei tempi, di cinquemila rubli. Dipinto innovativo, si presenta tagliato in una prospettiva obliqua e soffuso di luce estiva e dorata che proviene da due diverse aperture: una sul fondo e l'altra, ancor più luminosa, dalla parte sinistra del quadro. Due gruppi di ciocchi, rozzamente mondati e sovrapposti, sostengono il solaio e fanno da quinte alla scena. Gli oggetti, le vesti, la struttura lignea del granaio sono riprodotti con cura e precisione, con una meticolosità geometrica che in qualche modo anticipa di un secolo il cubismo. L'artista sa calibrare le distanze fra corpi, oggetti e ombre, in modo che oggi cosa o persona abbia il respiro di uno spazio vuoto, intorno a sé.
Varie figure sono presenti, fissate o in un momento di riposo e di abbandono, o mentre sono intente a vari lavori che riguardano la trebbiatura. Venecianov ha appreso dallo studio del dipinto Messa nel Convento dei Cappuccini a Roma, di François-Marius Granet - opera presente dal 1821 all'Hermitage - quale ruolo possa giocare la luce, in una scena complessa, con molte figure e con molti oggetti che producono ombre, diverse a seconda della forma, altezza e posizione.[2]
Su questo dipinto Venecianov ha annotato: «Ho deciso di vincere l'impossibile, perciò me ne sono andato in campagna e mi sono messo al lavoro. Per riuscirci, mi sono distaccato da tutte le regole, apprese nei dodici anni passati a copiare all'Hermitage e a quel punto il metodo, usato dal Granet, mi si è rivelato naturalmente.»[2]
Esposizioni
[modifica | modifica wikitesto]- 1991, Il lavoro e l'uomo Il lavoro dell'uomo da Goya a Kandinskij, Braccio di Carlo Magno, Città del Vaticano[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Pavel Nikolaevič Miliukov, Oultines of Russian culture. 3: Architecture, painting and music, New York, A. S. Barnes, 1960, p. 59, SBN IT\ICCU\BVE\0610456. Traduzione dal russo di Valentine Ughet e Eleanor Davis.
- (EN) Tatyana Alexeyeva (a cura di), Venetsianov and his school, Leningrad, 1984, tavv. 23-26, SBN IT\ICCU\LIA\0128395.
- Alan Bird, Storia della pittura russa, Torino, U. Allemandi & C, 1987. pp. 104-106, SBN IT\ICCU\VIA\0019517.
- Giuseppe Morello (a cura di), Il lavoro dell'uomo da Goya a Kandinskij, Milano, Fabbri Editori, 1991, pp. 130-131 e 337, SBN IT\ICCU\RAV\0179129.