Greta Ferušić Weinfeld (Novi Sad, 26 giugno 1924 – Sarajevo, 24 gennaio 2022) è stata una superstite dell'Olocausto bosniaca, preside della facoltà di architettura all'Università di Sarajevo. Fu l'unica donna bosniaca sopravvissuta ad Auschwitz e l'unica persona al mondo a sopravvivere sia ad Auschwitz che all'assedio di Sarajevo.[1]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Greta Ferušić nacque e crebbe a Novi Sad, da una famiglia ebrea.[2][3] Aveva 14 o 15 anni quando lei, i suoi genitori, due zie e uno zio furono mandati nell'aprile 1944 ad Auschwitz. Quando il campo fu liberato dall'Armata Rossa il 27 gennaio 1945, pesava 33 chilogrammi (73 lb). Fu l'unico membro della sua famiglia a sopravvivere all'Olocausto.
Dopo l'Olocausto
[modifica | modifica wikitesto]Dopo la guerra, tornò in Jugoslavia e inizia a studiare Architettura a Belgrado, poi a Parigi. Dopo aver terminato gli studi, tornò in Jugoslavia dove sposò Seid Ferušić, un bosniaco laico, e si trasferì nella sua città natale di Sarajevo nel 1952. Ha fatto domanda per diventare assistente presso l'Università di Sarajevo, dove ha anche continuato i suoi studi. In seguito divenne la prima donna a laurearsi lì. In seguito divenne professoressa presso la Facoltà di Architettura, poi fu nominata preside e diresse vari progetti di infrastrutture nella repubblica.
Assedio di Sarajevo
[modifica | modifica wikitesto]Rifiutando di essere dislocata quando iniziò l'assedio di Sarajevo nell'aprile 1992, Greta e suo marito parteciparono al destino della loro città[4], ma insistettero affinché il figlio, sua moglie e i loro figli lasciassero la città[5] quando un convoglio straordinario per l'evacuazione degli ebrei della città è stato organizzato il 15 novembre 1992 dall'American Jewish Joint Distribution Committee. È stata intervistata per il canale televisivo bosniaco Hayat TV nel 1994 per un documentario intitolato Od Auschwitza do Sarajeva ("Da Auschwitz a Sarajevo").[6]
Nel febbraio 2004, Ferušić ha ricevuto la Croce polacca di Auschwitz (Krzyż Oświęcimski)[7], una decorazione polacca assegnata in onore dei sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti. È stata l'ultima persona a ricevere questa medaglia.
Greta
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1997, Haris Pašović ha prodotto e diretto un film biografico, Greta, su di lei.[8] I produttori del film hanno ricevuto una sovvenzione dalla Charles Stewart Mott Foundation per trasformarlo dal formato video in un formato cinematografico professionale da 35 mm.[9] Il film è stato proiettato in diversi festival cinematografici, come Avignone, New York, Londra, Amsterdam, San Francisco, Roma, Stoccolma, Sarajevo, Lubiana e altri.[10]
Morte
[modifica | modifica wikitesto]Greta Ferušić è morta il 24 gennaio 2022, all'età di 97 anni.[11]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ newsweek.com, http://www.newsweek.com/id/87615 .
- ^ Fran Markowitz, Sarajevo: A Bosnian Kaleidoscope, Champaign, University of Illinois Press, 2010, ISBN 978-0252077135.
- ^ Greta Ferusic
- ^ Traumascapes: The Power and Fate of Places Transformed by Tragedy. Maria M. Tumarkin.
- ^ Sarajevo: A Bosnian Kaleidoscope. Fran Markowitz.
- ^ Datumi koji trebaju buditi razum. Al Jazeera
- ^ ajcarchives.org, http://www.ajcarchives.org/AJC_DATA/Files/2004_11_CentralEastEurope.pdf .
- ^ members.aol.com, http://members.aol.com/jewfilm/jz6.html .
- ^ Documentary Film: "Greta Ferusic", su mott.org. URL consultato il 4 febbraio 2022 (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2016).
- ^ ARCHIVES 2015 / Haris Pašović Archiviato il 15 agosto 2016 in Internet Archive.. Avignon Film Festival
- ^ In memoriam / Preminula Greta Ferušić, posljednja Bosanka koja je preživjela Auschwitz, Radio Sarajevo, 25 January 2022. URL consultato il 25 January 2022.