Giuseppe Paggi | |
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Nascita | Sali Vercellese, 18 dicembre 1890 |
Morte | Piave, 18 giugno 1918 |
Cause della morte | Caduto in combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | Regno d'Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Fanteria |
Corpo | Bersaglieri |
Reparto | IV Battaglione ciclisti, 4º Reggimento bersaglieri |
Anni di servizio | 1910-1918 |
Grado | Aiutante di battaglia |
Guerre | Prima guerra mondiale |
Battaglie | Decima battaglia dell'Isonzo Battaglia di Caporetto Battaglia del solstizio |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Combattenti Liberazione[1] | |
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Giuseppe Paggi (Sali Vercellese, 18 dicembre 1890 – Piave, 18 giugno 1918) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della prima guerra mondiale[2].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Sali Vercellese, provincia di Vercelli, il 18 dicembre 1890, figlio di Giuseppe e Rosa Perino.[1] Di professione bracciante agricolo, nell'ottobre 1910 fu chiamato a prestare servizio militare di leva nel Regio Esercito assegnato come soldato semplice al 12º Reggimento bersaglieri e fu congedato nel settembre 1913 con il grado di caporale maggiore.[1] All'atto della mobilitazione generale in vista dello scoppio della guerra con l'Impero austro-ungarico, poi avvenuta il 24 maggio 1915, fu richiamato in servizio attivo, assegnato al IV Battaglione ciclisti del 4º Reggimento bersaglieri.[1] Entrò in zona di operazioni nel settore dell'alto Isonzo, combattendo a Santa Lucia e Santa Maria di Tolmino.[1] Trasferito nel settore di Monfalcone, di pertinenza della 3ª Armata, rimase due volte ferito[3] e fu decorato con una prima medaglia di bronzo al valor militare per il coraggio dimostrato in combattimento a quota 85 di Monfalcone dal 6 all'8 agosto 1916.[1] Il 16 settembre dello stesso anno fu decorato con la medaglia d'argento al valor militare a Nova Vas, per aver condotto un plotone all'attacco raggiungendo per primo la trincea nemica.[1] Il 17 maggio 1917, nel corso della decima battaglia dell'Isonzo, fu decorato a Flondar con una seconda medaglia d'argento al valor militare, e nel novembre dello stesso anno, dopo l'esito negativo della battaglia di Caporetto, fu promosso aiutante di battaglia per merito di guerra.[4] Il 18 giugno 1918, nel corso della battaglia del solstizio, rimase gravemente ferito a Cà del Bosco, nei pressi di San Bartolomeo sul Piave, ma non volle lasciare il campo di battaglia.[3] Lanciatosi al contrattacco riuscì ad impadronirsi di una mitragliatrice rimasta senza serventi, e mentre si accingeva ad aprire il fuoco con essa cadde colpito a morte da una pallottola nemica.[3] Con Decreto Luogotenenziale del 29 maggio 1919 fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze italiane
[modifica | modifica wikitesto]— Decreto Luogotenenziale 29 maggio 1919.
— Decreto Luogotenenziale 31 marzo 1919
Onorificenze estere
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
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Fonti
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g Combattenti Liberazione.
- ^ a b Carolei, Greganti, Modica 1968, p. 98.
- ^ a b c Coltrinari, Ramaccia 2018, p. 88.
- ^ Coltrinari, Ramaccia 2018, p. 87.
- ^ Medaglie d'oro al valor militare sul sito della Presidenza della Repubblica
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le Medaglie d'oro al Valor Militare 1917, Roma, Tipografia regionale, 1968, p. 98.
- Massimo Coltrinari e Giancarlo Ramaccia, 1918. L’anno della gloria: Dalla battaglia d'arresto, alla battaglia del solstizio, alla vittoria, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2018.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Paggi, Giuseppe, su Combattenti Liberazione.
- Andrea Bellini, Giuseppe Paggi: un Grande uomo cresciuto nelle campagne vercellesi, su Vercelli.