Giulio Tassoni Estense | |
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Nascita | Modena, 1468 circa |
Morte | Ferrara, 1526 |
Dati militari | |
Paese servito | Estensi |
Guerre | Guerra del Sale |
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Giulio Tassoni, dal 1487 Giulio Tassoni Estense (Modena, 1468 circa – Ferrara, 1526), fu un nobile e condottiero italiano, favorito del duca di Ferrara Ercole I d'Este.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlio di Giacomo Tassoni, nobile modenese e Capitano del Castello di Ferrara e di Masina Fogliani, nacque verso il 1468, poiché il cronista ferrarese Ugo Caleffini lo giudicò di diciotto o diciannove anni nel 1487.[1] Di origine modenese, incominciò la sua carriera militare come uomo d'arme del duca Ercole d'Este, combattendo durante la Guerra del Sale (1482-1484). Si guadagnò ben presto la stima del duca e divenne suo favorito, tanto che venne nominato castellano di Castel Vecchio e di due castelli nel modenese,[1] e nel marzo 1485 fu armato cavaliere dal Marchese di Mantova Francesco Gonzaga.[2]
Ercole I fece anche costruire per lui due palazzi nuovi, l'uno in Ferrara e l'altro a Medelana. Quando il palazzo a Ferrara fu pronto, ossia al principio del 1487, venne celebrato il matrimonio, combinato dal duca, con la nobildonna Ippolita dei Contrari, figlia di Niccolò conte di Vignola, con grandi festeggiamenti a corte. In questa occasione, il duca concesse a Giulio di usare anche il cognome e l'arma degli Estensi.[1] Nella circostanza venne anche investito delle Contee di Debbia, Levizzano e Saltino.[2]
Nel 1493 accompagnò Ferrante d’Este alla Corte del Re di Francia Carlo VIII. Nel 1499 condusse per conto del Duca di Ferrara 200 uomini d'arme e 100 cavalleggeri in sostegno del Duca di Milano Ludovico Sforza.[2]
Nel 1502 il duca Ercole I lo nominò Luogotenente Generale di tutte le genti del Ducato Estense; lo stesso anno partecipò all’assedio della Mirandola. Nell’autunno del 1503 condusse 100 uomini d'arme e 100 balestrieri estensi in soccorso del Re di Francia nel Regno di Napoli. Alla battaglia del Garigliano venne fatto prigioniero dagli Spagnoli e condotto a Gaeta.[2]
Nel luglio 1504 Ercole I lo investì della Signoria di Castelvecchio.[2]
Nel 1508 si recò alla Corte del Re di Francia Luigi XII che gli concesse di aggiungere due Gigli di Francia al suo blasone, in riconoscenza per i servizi resi.[2]
Nel 1509 prese parte alla battaglia di Agnadello, a maggio, e all’assedio di Padova, ad agosto; a novembre dello stesso anno condusse la ritirata da Badia Polesine dell’esercito estense, incalzato da Niccolò Orsini per conto della Serenissima.[2]
Nel settembre 1510 riconquistò Rovigo e successivamente, alla testa di 2 000 fanti, 1 000 cavalli e alcune artiglierie, Adria ed il Polesine.[2]
Nel febbraio 1511 sconfisse veneziani e pontifici nella battaglia del Santerno. Nel maggio 1511 riconquistò Lugo, Bagnacavallo, Massa Fiscaglia, Cotignola e Conselice.[2]
Nell’aprile del 1512 venne ferito alla battaglia di Ravenna. Nell’agosto 1512 conquistò di nuovo brevemente Rovigo, poi a settembre recuperò Crespino e difese Argenta dalle truppe pontificie di Francesco Maria della Rovere.[2]
Alla morte del papa Giulio II riottenne a nome del Duca di Ferrara Lugo, la Romagna e Reggio Emilia.[2]
Nel settembre 1521 ottenne per il Duca di Ferrara Finale Emilia e San Felice sul Panaro. Quindi entrò in Reggio Emilia e minacciò l’assedio di Modena, governata dal commissario pontificio Francesco Guicciardini.[2]
Morì a Ferrara nel novembre 1526.[2]
Discendenza
[modifica | modifica wikitesto]Dalla moglie Ippolita ebbe tre figli maschi:
- Ercole;
- Galeazzo;
- Camillo.