Giovanni Lipella | |
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Nascita | Riva del Garda, 13 novembre 1899 |
Morte | Monte Asolone, 15 giugno 1918 |
Cause della morte | caduto in battaglia |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio esercito |
Arma | Fanteria |
Unità | 139º Reggimento fanteria "Bari" |
Anni di servizio | 1917-1918 |
Guerre | Prima guerra mondiale |
Campagne | Fronte italiano (1915-1918) |
Battaglie | Battaglia del solstizio |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Combattenti Liberazione[1] | |
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Giovanni Lipella (Riva del Garda, 13 novembre 1899 – Monte Asolone, 15 giugno 1918) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della prima guerra mondiale[2].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Riva di Trento, al tempo cittadina e porto militare del Tirolo austro-ungarico, il 13 novembre 1899, figlio di Gualfardo e di Teresa Venturelli.[1] Figlio unico di famiglia benestante, fu educato da suo padre, artista e proprietario di una ben avviata azienda di colori e vernici, all’amore per l'Italia. Studente a Verona, irredentista,[3] ultimati gli studi secondari venne assunto come impiegato presso la sede di Verona della Banca Commerciale Italiana.[1] Appena raggiunta l’età per svolgere il servizio militare si arruolò non ancora diciottenne, nel giugno 1917, nel Regio Esercito, assegnato al 72º Reggimento fanteria; completato il periodo di addestramento, passò al 164º Reggimento fanteria.[1] Alla fine del mese di dicembre dello stesso anno fu assegnato alla Scuola mitraglieri Fiat di Brescia per frequentare un corso per allievi ufficiali mitraglieri; venne nominato aspirante ufficiale nel marzo 1918, destinato alla 994ª Compagnia mitraglieri Fiat.[4] Tale compagnia fu assegnata al 139º Reggimento fanteria della Brigata Bari; il 15 giugno partì l'offensiva austriaca sul Piave, divenuta la battaglia del solstizio.[1] Le forze nemiche riuscirono a rompere il fronte in corrispondenza della selletta fra quota 1520 del Monte Asolone e quota 1486, costituendo un cuneo in corrispondenza di Monte Asolone, ma vennero subito fermati dai fanti del 139º Reggimento.[1] Appena scatenatosi il furioso bombardamento austriaco sulla linea, egli incitò e rincuorò i suoi mitraglieri e quando arrivò l'attacco nemico non esitò, nel momento più critico della battaglia, a caricarsi sulle spalle una delle sue mitragliatrici che era rimasta senza serventi e a trasportarla in posizione più arretrata.[1] Qui riprese da solo il fuoco sulle truppe avversarie lanciate all'attacco, rimanendo ferito una prima ed una seconda volta al petto.[4] Non lasciò il combattimento sino a che non rimase ferito per la terza volta, abbattendosi sulla mitragliatrice.[4] Raccolto prigioniero dal nemico, venne abbandonato in una caverna, dove fu rinvenuto il giorno dopo da tre fanti appartenenti alle truppe che avevano rioccupato le posizioni dell'Asolone.[4] Si spense il 26 giugno 1918 presso l'ospedaletto da campo n. 60 in seguito a ferite riportate in combattimento.[2] Con Decreto Luogotenenziale del 23 marzo 1919 venne insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[5] Dopo la sua morte fu trovato nel cassetto della sua scrivania (lavorava a Brescia presso la Banca Commerciale Italiana) un foglio sul quale aveva scritto: Se mi dovesse accadere di non ritornare più, il mio testamento è questo: Viva l'Italia. 8 giugno 1917.[6]
Gli è stata dedicata una via ferrata sulla Tofana di Rozes.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— Decreto Luogotenenziale del 23 marzo 1919.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g Combattenti Liberazione.
- ^ a b Carolei, Greganti, Modica 1968, p. 74.
- ^ Coltrinari, Ramaccia 2018, p. 77.
- ^ a b c d Coltrinari, Ramaccia 2018, p. 78.
- ^ Albo d'oro - Italia Decorati Medaglia d'Oro, su albodoroitalia.it, Ass.Cult.La Voce. URL consultato l'8 dicembre 2012.
- ^ Ferrari 1925, p. 258.
- ^ LIPELLA Giovanni, su quirinale.it, Presidenza della Repubblica. URL consultato l'8 dicembre 2012.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le Medaglie d'oro al Valor Militare 1918, Roma, Tipografia regionale, 1968, p. 74.
- Emanuele Cerutti, Bresciani alla Grande Guerra: Una storia nazionale, Milano, Franco Angeli Editore, 2017.
- Massimo Coltrinari e Giancarlo Ramaccia, 1918. L’anno della gloria: Dalla battaglia d'arresto, alla battaglia del solstizio, alla vittoria, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2018.
- Oreste Ferrari (a cura di), Martiri ed eroi trentini della guerra di redenzione, Trento, TEMI, 1925.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Lipella, Giovanni, su Combattenti Liberazione.