Carnevale di Gerti | |
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Gerti Frankl | |
Autore | Eugenio Montale |
1ª ed. originale | 1928 |
Genere | poesia |
Lingua originale | italiano |
Carnevale di Gerti è una poesia composta da Eugenio Montale nel 1928, e fa parte della raccolta Le occasioni.
Gerti è l'austriaca di origine ebraica Gerti Frankl Tolazzi (1902-1989), di Graz, amica di Bobi Bazlen (ma anche di Svevo o Saba) e del poeta, e sposata con l'ingegnere Carlo Tolazzi, in quel periodo ufficiale di stanza a Lucca; si tratta della stessa Gerti che secondo Bazlen aveva fotografato le gambe di Dora Markus).[1]
Montale la conosce nel dicembre 1927 a casa di Drusilla Tanzi e Matteo Marangoni.[2] Nei versi della poesia, con riferimenti all'incontro reale tra Montale e Gerti a casa Marangoni (il piombo fuso a mezzanotte),[3] il poeta descrive l'amica nel suo desiderio di fermare la fuga del tempo, e nel comune destino umano di sofferenza.
Il testo
[modifica | modifica wikitesto]«Ritorna là fra i morti balocchi
ove è negato pur morire; e col tempo che ti batte
al polso e all'esistenza ti ridona,
tra le mura pesanti che non s'aprono
al gorgo degli umani affaticato...[4]»
Il poeta parla di Gerti e descrive i suoi pensieri, rivolgendosi a lei mentre contempla il Carnevale e si costruisce una sua realtà magica, in un mondo soffiato entro una tremula / bolla d'aria dove questa festa e quella della fine dell'anno si confondono. Poi il pensiero di questa donna ritorna all'infanzia (Penso / che se muovi la lancetta al piccolo / orologio che rechi al polso, tutto / arretrerà...), alla sua lontana patria d'origine. Infine ella si ritrova di nuovo nel tempo presente, dove non c'è apertura o salvezza per il gorgo degli umani affaticato, e le primavere non fioriscono.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Montale dice di parlare di Gerti anche nella seconda parte della poesia dedicata alla Markus. Figlia di un ricco banchiere austriaco, avvenente, diplomata in pianoforte e amante della fotografia, Gerti si sposa nel 1925 con Tolazzi a Trieste, città dove vivono (vd. Metodi & ricerche, Volume 21 - Centro studi regionali di Udine; Stelio Mattioni, 1989); si separeranno prima del secondo conflitto mondiale. In quel periodo, a causa delle persecuzioni razziali (che causeranno la morte di vari suoi familiari), è costretta a trasferirsi temporaneamente (talvolta espatriando in Svizzera), ma rientra nel dopoguerra a Trieste, dove continuerà a vivere successivamente. Nel 2006 è stata organizzata su di lei una mostra documentaria e fotografica a Trieste, Il viaggio di Gerti, a cura del Centro di Documentazione della Cultura Regionale e il Dipartimento di Italianistica dell'Università di Trieste.
- ^ Alessandro Iovinelli, 2004; Alberto Arbasino, 1989
- ^ Dante Isella in un suo studio (ed. critica de Le occasioni in Letteratura italiana Einaudi 1996, vd. scribd.com[collegamento interrotto]), ricorda una lettera di Montale del '29 ad Aldo Capasso, in cui si parla di un rito divinatorio nordico, realizzato da Eugenio e Gerti nel loro incontro di fine d'anno, in cui si mescola acqua fredda e piombo fuso; a questo abbinano la lettura di alcuni versetti della Bibbia, sempre in funzione dell'interpretazione del loro futuro e delle persone e amici presenti a quella riunione.
- ^ Eugenio Montale, Tutte le poesie, A.Mondadori 1984
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Vincenzo Crescente, E la sua voce pareva cantare, sugli scritti di Gerti F. Tolazzi (in polistampa.com)