La gens Baebia era una gens plebea romana. Il primo membro della gens che ottenne il consolato fu Gneo Bebio Tamfilo, nel 182 a.C.. Durante l'ultimo periodo della Repubblica romana, i Baebi furono spesso associati con la famiglia patrizia degli Emilii.
I tria nomina usati dalla gens
[modifica | modifica wikitesto]I praenomina utilizzati dalla gens erano Quintus, Gnaeus, Marcus, Lucius, Gaius e Aulus.
Il cognomen più usato della famiglia è Tamphilus, ma sono attestati anche Herennius, Dives e Sulca.
Membri della gens
[modifica | modifica wikitesto]Baebii Tamphili
[modifica | modifica wikitesto]- Quinto Bebio Tamfilo: mandato come ambasciatore ad Annibale a Saguntum nel 219 a.C., e poi a Cartagine;
- Gneo Bebio Q. f. Cn. n. Tamfilo: primo della Gens a raggiungere il consolato nel 182 a.C., pretore nel 199 a.C., fu sconfitto dagli Insubri in Gallia Cisalpina. Fu rimpiazzato dal console Lucio Cornelio Lentulo, che lo mandò a Roma. Durante il suo consolato combatté i Liguri;[1]
- Marco Bebio Q. f. Cn. n. Tamfilo: console nel 181 a.C., promotore della lex Baebia';
- Gneo Bebio (Cn. f. Q. n.) Tamfilo: praetor urbanus nel 168 a.C., e legato in Illiria l'anno successivo;
- Marco Bebio Q. f. Tamfilo: triumvir monetalis nel 137 a.C..;
- (Marco) Bebio (Tamfilo): tribuno della plebe nel 103 a.C.. Cercò di porre il veto sulla lex Appuleia agraria del suo collega Saturnino, che prevedeva l'assegnazione di 100 iugeri di terreno in Africa a ciascun veterano di Mario; la folla inferocita lo cacciò via dal foro con violenza. Potrebbe essere lo stesso Bebio messo a morte da Mario nell'87 a.C.;
- Gaio Bebio Tamfilo: appare in una moneta di datazione incerta;
Altri Baebii della Repubblica
[modifica | modifica wikitesto]- Quinto Bebio Erennio: tribuno della plebe nel 217 a.C., era parente acquisito di Gaio Terenzio Varrone e supportò molto la sua candidatura a console contro l'élite senatoria che osteggiava Varrone per le sue umili origini, secondo Livio, si opponeva alla nuova élite di nobiles patrizi e plebei, che alterava l'equilibrio sociale dell'epoca;[2]
- Lucio Bebio: ambasciatore mandato da Scipione l'Africano a Cartagine nel 202 a.C., in seguito Scipione lo lasciò in comando dell'accampamento;[3]
- Quinto Bebio: tribuno della plebe nel 200 a.C., si oppose alla proposta di dichiarare guerra a Filippo V di Macedonia e disprezzò il Senato in quanto guerrafondaio, potrebbe essere il fratello maggiore dei due consoli.[4][5]
- Lucio Bebio Divite: pretore nel 189 a.C., ottenne la propretura della Spagna Ulteriore, ma fu ucciso dai Liguri durante il viaggio:[6]
- Marco Bebio: uno dei tre commissari mandati in Macedonia nel 186 a.C. per esaminare le accuse dei Maroniti e di altri contro Filippo;
- Quinto Bebio Sulca: uno degli ambasciatori mandati a Tolomeo VI Filometore in Egitto nel 173 a.C.;
- Lucio Bebio: uno dei tre commissari mandati in Macedonia nel 168 a.C. per controllarvi la situazione, prima che Lucio Emilio Paolo Macedonico attaccasse il paese;
- Aulo Bebio: un prefetto sotto il comando di Emilio Macedonico nel 167 a.C., fu lasciato di presidio a Demetriade, ma si intromise nelle lotte politiche dell'Etolia, facendo uso dei soldati romani per circondare un incontro del senato etolico e lasciò che i soldati etolici massacrassero cinquecentocinquanta partecipanti, a cui seguirono proscrizioni e condanne all'esilio. Emilio Paolo potrebbe essere stato complice, in quanto riceveva lamentele con circospezione, non prese azione contro i capi etolici e si limitò a blandire Bebio per aver lasciato che i soldati romani prendessero parte, ma in seguito Bebio fu condannato a Roma;[4][7]
- Gaio Bebio: tribuno della plebe nel 111 a.C., fu corrotto da Giugurta per annullare le investigazioni di Gaio Memmio sulla corruzione dei magistrati con il re numida;[8]
- Gaio Bebio: scelto come successore nel comando della Guerra sociale da Lucio Giulio Cesare;
- Marco Bebio: condannato a morte da Mario e Cinna quando entrarono a Roma nell'87 a.C., gli furono strappate le membra dalle mani dei suoi nemici;
- Marco Bebio; un uomo coraggioso, ucciso sotto ordine di Calpurnio Pisone in Macedonia, nel 57 a.C.;
- Aulo Bebio: un equite di Asta, in Spagna, fuggì dall'esercito di Pompeonelle battaglie in Spagna e si unì a Cesare, nel 45 a.C.;[9]
- Bebio: un senatore che servì Publio Vatinio in Illiria, alla morte di Cesare, nel 44 a.C., gli Illiri si ribellarono a Vatinio e presero cinque coorti comandate da Bebio;
- Gaio Bebio: tribuno militare nel 31 a.C.;
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ T. Robert S. Broughton, The Magistrates of the Roman Republic, I, New York, 1952, pp. 327, 381. URL consultato il 27 dicembre 2020.
- ^ Tito Livio, Ab Urbe Condita, XXII. 34
- ^ Tito Livio, Ab Urbe Condita, XXX. 25
- ^ a b T. Robert S. Broughton, The Magistrates of the Roman Republic, I, New York, 1952.
- ^ Tito Livio, Ab Urbe Condita, XXXI. 6.
- ^ Tito Livio, Ab Urbe Condita, XXXVII. 47, 50, 57.
- ^ Tito Livio, Ab Urbe Condita, XLV. 28, 31
- ^ Gaio Sallustio Crispo, Bellum Iugurthinum, 33, 34.
- ^ De Bello Hispaniensis, 26.
Voci correlate
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