Accuse di genocidio nella Striscia di Gaza | |
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Edifici di Gaza devastati dai bombardamenti | |
Tipo | Strage di massa |
Stato | Palestina |
Responsabili | Forze di difesa israeliane Governo di Israele |
Motivazione | Attacco di Hamas a Israele del 2023 |
Conseguenze | |
Morti | 45.000[1][2] |
Mappa di localizzazione | |
Mappa della Striscia di Gaza che mostra le città principali e gli stati confinanti | |
Accuse di genocidio nella Striscia di Gaza sono state avanzate dall'ONU, da governi nazionali e da organizzazioni non governative (tra cui Amnesty International[3] e Human Rights Watch[4]) nei confronti dello Stato di Israele, da essi ritenuto responsabile di sterminio nei confronti del popolo palestinese confinato nel territorio di Gaza, durante la guerra Israele-Hamas, ennesima ostilità facente parte del conflitto israelo-palestinese.
Nel gennaio 2024, nel contesto di un ricorso presentato dal Sudafrica,[5] la Corte internazionale di giustizia (CIG) delle Nazioni Unite ha chiesto a Israele di fare quanto in suo potere per «prevenire possibili atti genocidari».[6] Altri 14 Paesi hanno poi dichiarato la loro intenzione d'intervenire presso la CIG al fianco del Sudafrica; tra essi: Irlanda, Belgio, Spagna, Cile e Bolivia.[7] La commissione speciale ONU incaricata di studiare il caso ha conchiuso nel rapporto A/79/363 del 20 settembre 2024 che le pratiche di guerra d'Israele «presentano elementi caratteristici del genocidio».[8][9]
Le accuse sono controverse e oggetto di dibattito nella geopolitica internazionale. Il governo d'Israele nega qualsiasi ipotesi di genocidio, accusando a sua volta la CPI e la CIG di antisemitismo[10][11] e affermando di stare intraprendendo un conflitto armato al solo scopo di neutralizzare i terroristi di Hamas, colpevoli dell'attacco a Israele del 7 ottobre 2023 e di servirsi dei civili palestinesi come scudo.[12]
Prodromi
[modifica | modifica wikitesto]Nel 2006 il conflitto interno tra l'OLP e Hamas ha visto quest'ultimo prendere il potere nella Striscia di Gaza, mentre Fatah, la fazione politica fedele all'OLP ha mantenuto il controllo in Cisgiordania. Ciò si è tradotto in un peggioramento della situazione per l'exclave di Gaza, giacché le autorità di Tel Aviv emanarono un embargo nei confronti del suo territorio, decretandone il tracollo economico[13].
Gli anni seguenti videro il lancio dell'Operazione piombo fuso, una campagna militare israeliana volta a liberare Gaza dalla presenza di Hamas, ciò avrebbe tuttavia causato un elevato numero di vittime civili e la devastazione delle infrastrutture locali, aprendo la strada ad un altro conflitto nel 2014 e alla Marcia del Ritorno indetta da Hamas a partire dal 2016, costata la vita a molti civili palestinesi.
Benjamin Netanyahu ha adottato misure severe nei confronti di Hamas: sotto la sua leadership, Israele ha implementato una strategia di contenimento, combinata con attacchi militari mirati contro i leader terroristici e le infrastrutture di lancio di razzi. Netanyahu ha anche cercato di isolare Hamas politicamente e finanziariamente dalla comunità internazionale, trovando talvolta supporto da quei paesi musulmani che considerano Hamas un avversario in quanto vicino al governo iraniano, come Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Bahrein. Con Emirati Arabi e Bahrein nel 2020 Israele ha ratificato una serie di trattati di normalizzazione, rinominati Accordi di Abramo, allo scopo di stabilizzare la sicurezza dei Paesi coinvolti e promuovere legami economici proficui[14].
Contesto
[modifica | modifica wikitesto]Il 7 ottobre 2023 un attacco significativo è stato lanciato da Hamas contro Israele, segnando un'escalation notevole nel conflitto israelo-palestinese. Hamas ha effettuato un attacco coordinato che ha coinvolto razzi, infiltrazioni di combattenti attraverso il confine e raid in diverse località israeliane, causando centinaia di vittime e rapimenti tra i civili e le forze di sicurezza israeliane.[15]
In risposta a questo violento attacco, Israele ha avviato operazioni militari su vasta scala nella Striscia di Gaza, con il dichiarato obiettivo di librare gli ostaggi rapiti da Hamas[16], intensificando i bombardamenti e affrontando rappresaglie da parte delle forze di Hamas. Questi fatti hanno portato a un alto bilancio di morti e feriti, sia tra gli israeliani che tra i palestinesi. Ci sono stati infatti scambi di fuoco diretto tra Hamas e le forze israeliane; Hamas ha lanciato razzi verso il territorio israeliano, mentre Israele ha risposto con attacchi aerei mirati contro obiettivi militari strategici a Gaza. Questo ciclo di violenza ha causato ulteriori vittime e distruzioni.
Nel dettaglio le prime ripercussioni sulla questione palestinese hanno incluso un aumento della tensione nelle relazioni geopolitiche globali. La comunità internazionale ha espresso preoccupazione per la violenza e il potenziale di una crisi umanitaria. In molte parti del mondo, ci sono state manifestazioni di solidarietà con i palestinesi, così come proteste in sostegno di Israele. L'attacco ha anche suscitato dibattiti su come gestire la questione della sicurezza e dei diritti umani nella regione, con richieste di una revisione delle politiche nei confronti di Israele e di Hamas. La popolazione di Gaza continua a manifestare contro le difficili condizioni di vita, aggravate dal blocco israeliano e dalla crisi socio-economica. Le manifestazioni, intensificatesi, stanno tuttora portando a scontri con le forze di sicurezza. Da ambo le parti la violenza è aumentata in risposta a provocazioni, come attacchi a luogo di culto. Gli attacchi sui civili sia a Gaza che in Israele hanno contribuito a un clima di paura e incertezza. Ad alimentare il conflitto gioca un ruolo fondamentale il coinvolgimento di Hezbollah, gruppo militante islamista libanese che come Hamas è impegnato nella lotta contro Israele. La principale differenza tra le due fazioni risiede nel fatto che Hezbollah sia prevalentemente sciita, mentre Hamas è sunnita.
Altro caso che ha ulteriormente allontanato la pace in Medioriente, è stata la crisi Iran-Israele del 2024, innescata dal bombardamento di un complesso consolare iraniano a Damasco, in cui sono rimasti uccisi alcuni funzionari della Repubblica islamica.
Il governo di Netanyahu ha mantenuto una linea dura nei confronti di Hamas, giustificando le operazioni militari come una legittima forma di difesa necessaria per garantire la sicurezza dei cittadini israeliani e negando qualunque accusa di genocidio, pulizia etnica e attacchi deliberati a strutture sanitarie.[17][18]
Infatti i civili israeliani, specialmente quelli che vivono nei pressi della Striscia di Gaza, esprimono paura e insoddisfazione per l'insicurezza causata dagli attacchi missilistici. Molti risultano assuefatti dall’uso della forza come unico metodo di risoluzione e supportano le azioni del governo per garantire la sicurezza, ma ci sono anche voci critiche che chiedono un approccio più diplomatico e meno militarista. La società israeliana è ormai stanca e divisa, la sua economia è in crisi e decine di migliaia di cittadini stanno lasciando il paese in cerca di un'esistenza più tranquilla. Nella Striscia di Gaza, la maggioranza dei civili palestinesi vive in condizioni critiche e precarie, con tassi di disoccupazione elevati, carenza di elettricità, acqua potabile e generi alimentari. Molti cittadini sono frustrati dalla leadership di Hamas, incapace di trovare una soluzione efficace per garantire stabilità e migliori condizioni di vita. Alcuni sostengono la resistenza armata contro Israele, altri chiedono vie politiche diplomatiche per risolvere la crisi e fermare quello che ritengono essere un vero e proprio genocidio ai danni della popolazione palestinese.[19]
Negli ultimi anni numerose organizzazioni internazionali, come Amnesty International e Human Rights Watch, hanno denunciato gravi violazioni dei diritti umani sia da parte di Israele che dei gruppi armati palestinesi. Le violazioni includerebbero bombardamenti e attacchi aerei sui civili, oltre al blocco nel rifornimento di beni fondamentali, aggravando ulteriormente la crisi umanitaria. Anche Hamas è stata accusata di perpetrate violazioni, comprese esecuzioni sommarie e uso di scudi umani. Tuttavia è bene ricordare che la parola "genocidio" è utilizzata in modo controverso nel contesto della Striscia di Gaza. Alcuni attivisti e osservatori sostengono che le azioni israeliane, in particolare i bombardamenti indiscriminati e il blocco che contribuisce alla crisi umanitaria, possono essere considerate come atti di genocidio o quantomeno di pulizia etnica. Al contrario, altri avvertono che usare questo termine in modo improprio può minare la serietà delle questioni legate al fenomeno. In ogni caso la maggior parte degli organi internazionali e dei governi concordano su quanto sia fondamentale intervenire per promuovere un dialogo autentico e cercare soluzioni sostenibili per la pace e la giustizia, ribadendo che le violazioni dei diritti umani debbano essere affrontate con urgenza, lavorando verso una risoluzione del conflitto che tenga conto dei diritti e delle aspirazioni di entrambe le parti.[20]
Atti di genocidio
[modifica | modifica wikitesto]Uccisioni dirette
[modifica | modifica wikitesto]Durante i primi due mesi di bombardamenti , Israele sganciò 25.000 tonnellate di esplosivi sulla Striscia di Gaza. Molte di queste erano bombe non guidate, sganciate in aree densamente popolate, e distrussero interi quartieri.
Ambulanza gestita dalla Mezzaluna Rossa Palestinese a Khan Younis , nella Striscia di Gaza, dopo essere stata gravemente danneggiata da un attacco aereo militare israeliano Dal 7 ottobre 2023, l’IDF è stato accusato di uccisioni extragiudiziali di detenuti palestinesi disarmati, medici, e operatori sanitari. I soldati israeliani hanno giustiziato sommariamente civili palestinesi, spesso di fronte alle loro famiglie. Hanno ucciso palestinesi che sventolavano bandiere bianche. Nell’aprile 2024, sono state trovate fosse comuni contenenti cadaveri con le mani legate. I cadaveri includevano donne e anziani.
Un rapporto dell'Euro-Mediterranean Human Rights Monitor pubblicato il 18 novembre 2023, che definisce le azioni di Israele a Gaza un genocidio, ha riferito che 15.271 palestinesi a Gaza erano stati uccisi, 32.310 feriti e circa 41.500 risultavano dispersi. Le Nazioni Unite e molti organi di informazione hanno stimato che circa il 70% dei palestinesi uccisi a Gaza sono donne e bambini, con almeno 20.000 palestinesi uccisi a Gaza entro dicembre 2023. Entro il 14 gennaio 2024, 100 giorni dopo che Israele aveva iniziato il suo assalto a Gaza, erano state confermate oltre 23.900 persone uccise. Entro il 10 maggio, i decessi avevano superato quota 35.000, un terzo dei quali erano corpi non identificati, con oltre 10.000 corpi aggiuntivi stimati sepolti sotto le macerie. Nelle prime tre settimane, l’assalto israeliano ha ucciso più bambini a Gaza di quanti ne siano stati uccisi in tutto il mondo in tutte le zone di conflitto in qualsiasi anno dal 2019. Oltre 52.000 persone erano state ferite entro dicembre 2023, e entro maggio 2024 questo numero era salito a oltre 77.700.
Citando diversi ufficiali israeliani sul campo e dell'intelligence della guerra a Gaza, +972 Magazine e Local Call hanno riferito che, secondo due fonti, l'IDF ha deciso nelle prime settimane di guerra di autorizzare l'uccisione di un massimo di 15-20 civili per militante di basso rango, mentre per un militante anziano come un comandante di brigata o di battaglione, è stata autorizzata l'uccisione di più di 100 civili. Un ufficiale dell'intelligence ha anche affermato che Israele non era interessato a uccidere gli agenti palestinesi quando erano impegnati in un'attività militare o in un edificio militare solo, ma preferiva bombardarli nelle loro case di famiglia "senza esitazione" come prima opzione, spiegando che "è molto più facile bombardare la casa di una famiglia" dove sono più facili da localizzare e colpire. Un altro ufficiale dell'intelligence ha affermato che nel prendere di mira i militanti junior, Israele ha utilizzato solo bombe stupide , che possono distruggere interi edifici, per non "sprecare bombe costose su persone non importanti".
Nel marzo 2024, Haaretz ha riferito che alcuni comandanti israeliani avevano istituito delle "zone di uccisione" ("zone di sterminio" in ebraico ) in cui ai soldati era stato ordinato di sparare e uccidere chiunque a vista, anche se disarmato. Nel giugno 2024, l' Associated Press ha scoperto che la campagna di Israele a Gaza stava uccidendo intere linee di sangue di famiglie palestinesi a un "livello mai visto prima".
Secondo la testimonianza resa alla Knesset israeliana , ai soldati israeliani alla guida di bulldozer blindati D9 da 62 tonnellate è stato ordinato di "investire centinaia di terroristi, morti e vivi".
La percentuale di donne e bambini tra i morti è stata contestata. Al 7 maggio 2024, i decessi totali citati dall'ONU erano 34.735, di cui 24.686 completamente identificati. Tra i completamente identificati, il 52% erano donne e bambini, l'8% erano anziani di tutti i sessi e il 40% erano uomini. Nel novembre 2024, l'ONU ha pubblicato un'analisi che copriva solo le vittime verificate da almeno tre fonti indipendenti nell'arco di sei mesi tra novembre 2023 e aprile 2024. Ha scoperto che il 70% degli 8.119 decessi verificati erano donne e bambini.
Al 31 agosto 2024, secondo il Ministero della Salute di Gaza, il numero di decessi era salito a 40.691 e il numero di decessi identificati per nome a 34.344. Tra i decessi identificati per nome, 17.652 (51%) erano donne e bambini, 2.955 (9%) erano anziani di tutti i sessi e 13.737 (40%) erano uomini.
Nel novembre 2024, il Ministero della Salute di Gaza ha riferito che 1.410 famiglie di Gaza erano state completamente cancellate dal registro civile a seguito dei bombardamenti israeliani.
Con l'avanzare del conflitto, la raccolta dei dati è diventata sempre più difficile per il Ministero della Salute di Gaza a causa della distruzione delle infrastrutture. Il ministero ha dovuto integrare la sua consueta rendicontazione basata sui decessi ospedalieri con altre fonti di informazione, compresi i resoconti dei media e dei primi soccorritori, così come delle famiglie in lutto e delle vedove, che devono registrare formalmente la morte dei loro mariti per qualificarsi per l'assistenza governativa. Il professore di economia Mike Spagat ha analizzato i resoconti del ministero e ha riscontrato un'urgente necessità di una metodologia trasparente per conciliare i suoi numeri di decessi principali (34.535 al 30 aprile) con le sue ripartizioni dettagliate che ammontano a 24.653 alla stessa data. Le cifre del ministero per il numero totale di morti sono state contestate anche dalle autorità israeliane, ma sono state accettate come accurate dai servizi segreti israeliani, dall'ONU e dall'OMS.
Distruzione deliberata di infrastrutture civili
[modifica | modifica wikitesto]Mark Levene ed Elyse Semerdjian collocano la distruzione di massa delle infrastrutture all'interno della dottrina Dahiya di Israele, implementata contro Gaza dal 2006, con Levene che la definisce un urbicidio e uno strumento di genocidio.
Nell'ottobre 2024, dopo aver monitorato e analizzato la condotta bellica di Israele a Gaza per più di un anno, Forensic Architecture ha pubblicato una mappa che descrive in dettaglio la campagna di Israele a Gaza intitolata "Una cartografia del genocidio", accompagnata da un rapporto di testo di 827 pagine che conclude che "la campagna militare di Israele a Gaza è organizzata, sistematica e destinata a distruggere le condizioni di vita e le infrastrutture di sostegno alla vita".
In un rapporto del dicembre 2024, Human Rights Watch ha accusato Israele di aver commesso atti di genocidio a Gaza prendendo di mira le infrastrutture idriche e igienico-sanitarie e privando i palestinesi di un adeguato accesso all'acqua. Il rapporto sostiene che Israele ha intenzionalmente danneggiato e preso di mira i pannelli solari che alimentano gli impianti di trattamento, un bacino idrico e i magazzini, bloccando al contempo i materiali di riparazione e il carburante per i generatori, tagliando le forniture di elettricità e attaccando i lavoratori.
Distruzione di siti culturali e religiosi
[modifica | modifica wikitesto]Nella sua indagine, Amnesty International rileva che "mentre la distruzione di beni o patrimoni storici, culturali e religiosi non è considerata un atto proibito dalla Convenzione sul genocidio, la Corte internazionale di giustizia ha stabilito che tale distruzione può fornire prova dell'intenzione di distruggere fisicamente il gruppo quando viene eseguita deliberatamente".
Amnesty ha identificato almeno quattro casi in cui non c'era "nessuna necessità militare imperativa" per la distruzione deliberata di siti culturali e religiosi di Gaza. Si trattava della distruzione del campus Al-Mughraqa dell'Università Al-Azhar a Gaza City, del campus Al-Zahra dell'Università Israa , della moschea Al-Dhilal e dell'adiacente cimitero Bani Suheila a Khan Younis, e della moschea Al-Istiqlal a Khan Younis. Amnesty ha sottolineato gli atteggiamenti e i comportamenti dei soldati israeliani coinvolti nelle demolizioni di questi siti nei video pubblicati sui social media come prova che queste azioni sono la prova di intenti genocidi. Amnesty ha anche notato nel suo rapporto il volume complessivo della distruzione di siti culturali, storici e religiosi di Gaza, tra cui gli archivi centrali di Gaza e una serie di siti archeologici, musei e monumenti. Tuttavia, Amnesty non è stata in grado di verificare la liceità degli attacchi a questi siti al momento della stesura del rapporto.
Attacchi alle strutture sanitarie
[modifica | modifica wikitesto]In articoli pubblicati nel novembre 2023 su The Lancet e nel febbraio 2024 sulla rivista BMJ Global Health , numerosi medici hanno spiegato in dettaglio come, secondo le loro opinioni professionali, l'attacco alle infrastrutture sanitarie e al personale medico di Gaza, unito alla retorica apertamente genocida di vari politici israeliani, equivalga a un genocidio. Anche gli studiosi di diritto hanno sostenuto questa valutazione. Il sistema sanitario di Gaza ha dovuto affrontare diverse crisi umanitarie a seguito dell'assalto di Israele: gli ospedali hanno dovuto fare i conti con la mancanza di carburante e hanno iniziato a chiudere entro il 23 ottobre perché erano rimasti senza carburante. Quando gli ospedali hanno perso completamente l'elettricità, sono morti numerosi neonati prematuri. Gli attacchi aerei israeliani hanno ucciso numerosi membri del personale medico e ambulanze, istituzioni sanitarie, sedi centrali mediche e ospedali sono stati distrutti. Medici Senza Frontiere ha riferito che decine di ambulanze e strutture mediche sono state danneggiate o distrutte, tra cui la morte di personale di Medici Senza Frontiere. Alla fine di ottobre, il Ministero della Salute di Gaza ha affermato che il sistema sanitario era "totalmente crollato".
Ad aprile, il relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto alla salute, Tlaleng Mofokeng, ha affermato: "La distruzione delle strutture sanitarie continua a raggiungere proporzioni ancora da quantificare".
Al 25 agosto 2024, le Nazioni Unite stimavano che la maggior parte dei 2,2 milioni di abitanti di Gaza fosse confinata in un'area umanitaria di circa 15 miglia quadrate (39 km 2 ), il che causa condizioni di sovraffollamento e una grave mancanza di servizi di base, come acqua pulita, e malattie che si diffondono ampiamente tra la popolazione, come l'epatite C.
Azioni giudiziarie
[modifica | modifica wikitesto]Organi internazionali
[modifica | modifica wikitesto]L'ONU ha spesso espresso preoccupazione per le violazioni dei diritti umani e le perdite civili presso la Striscia di Gaza, i rapporti dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani hanno menzionato potenziali crimini di guerra, ma l'uso del termine "genocidio" è più delicato e meno frequentemente utilizzato senza una precisa indagine e documentazione.
Il 29 dicembre 2023 il governo del Sudafrica ha formalmente accusato Israele presso la Corte Internazionale di Giustizia di genocidio del popolo palestinese, richiedendo alla CPI un intervento immediato per fermare "la distruzione di una parte sostanziale del gruppo nazionale, razziale ed etnico palestinese" in violazione della convenzione sul genocidio. Il ministero degli Esteri israeliano ha immediatamente accusato il Sudafrica di collaborare con i terroristi, replicando che l'IDF ha messo in atto ogni ragionevole sforzo per limitare le morti di civili durante l'azione militare contro il gruppo di Hamas e gli altri gruppi armati.[21] In seguito, il 2 di gennaio del 2024, i media israeliani riportano la decisione del governo israeliano di non opporsi al procedimento e di presentarsi di fronte alla Corte internazionale di giustizia, così da confutare "questa assurda accusa che equivale a una diffamazione di sangue".[22]
Il 26 gennaio 2024 la Corte internazionale di Giustizia ritiene plausibile l'accusa di Genocidio nei confronti di Israele e impone delle misure temporanee vincolanti:
«La Corte, sulla base delle considerazioni che precedono, conclude che sussistono le condizioni richieste dal suo Statuto per poter adottare misure provvisorie. È quindi necessario, in attesa della decisione finale, che la Corte indichi alcune misure per tutelare i diritti rivendicati dal Sudafrica che la Corte ha ritenuto plausibili. Nel caso di specie, considerati i termini delle misure provvisorie richieste dal Sudafrica e le circostanze del caso di specie, la Corte constata che non è necessario che le misure da indicare siano identiche a quelle richieste.
La Corte ritiene che, per quanto riguarda la situazione sopra descritta, Israele deve, in conformità con i suoi obblighi ai sensi della Convenzione sul genocidio, nei confronti dei palestinesi di Gaza, adottare tutte le misure in suo potere per impedire la commissione di tutti gli atti che rientrano nell'ambito di applicazione della L'articolo II della presente Convenzione, in particolare: a) l'uccisione di membri del gruppo; (b) causare gravi danni fisici o mentali ai membri del gruppo; (c) infliggere deliberatamente al gruppo condizioni di vita intese a provocarne la distruzione fisica totale o parziale; e (d) imporre misure intese a prevenire le nascite all'interno del gruppo. La Corte ricorda che questi atti rientrano nell'ambito di applicazione dell'articolo II della Convenzione quando sono commessi con l'intento di distruggere in tutto o in parte un gruppo in quanto tale. La Corte ritiene inoltre che Israele debba garantire con effetto immediato che le sue forze militari non commettano nessuno degli atti sopra descritti.
La Corte è inoltre del parere che Israele debba adottare tutte le misure in suo potere per prevenire e punire l'incitamento diretto e pubblico a commettere un genocidio nei confronti dei membri del gruppo palestinese nella Striscia di Gaza.
La Corte ritiene inoltre che Israele debba adottare misure immediate ed efficaci per consentire la fornitura dei servizi di base e dell'assistenza umanitaria urgentemente necessari per affrontare le condizioni di vita avverse affrontate dai palestinesi nella Striscia di Gaza.
Israele deve inoltre adottare misure efficaci per prevenire la distruzione e garantire la conservazione delle prove relative alle accuse di atti nell'ambito dell'articolo II e dell'articolo III della Convenzione sul genocidio contro membri del gruppo palestinese nella Striscia di Gaza.
Infine, alla luce delle specifiche misure provvisorie che ha deciso di indicare, la Corte ritiene che Israele debba presentare alla Corte un rapporto su tutte le misure adottate per dare effetto a quest'ordinanza entro un mese, a partire dalla data di quest'ordinanza. La relazione così fornita sarà poi trasmessa al Sudafrica, al quale sarà data l'opportunità di presentare alla Corte le sue osservazioni al riguardo.[23]»
Jeremy Laurence, portavoce dell'ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite, ha dichiarato: "Centinaia di palestinesi, molti dei quali civili, sarebbero stati uccisi e feriti. Inoltre, tenendo ostaggi in aree così densamente popolate, i gruppi armati stanno mettendo a ulteriore rischio la vita dei civili palestinesi, così come quella degli ostaggi stessi, a causa delle ostilità. Tutte queste azioni, da entrambe le parti, possono equivalere a crimini di guerra"[16].
Reazioni dei Paesi
[modifica | modifica wikitesto]- Turchia: ha accusato Israele di genocidio in diverse occasioni.
- Iran: ha utilizzato il termine "genocidio" per descrivere le azioni israeliane contro i palestinesi.
- Sudafrica: ha depositato un atto d'accusa verso Israele alla Corte Penale Internazionale, che ha avviato un processo contro lo Stato Ebraico
- Stati Uniti: supportano Israele e tendono a rimanere scettici riguardo alle accuse di genocidio, sostenendo che le azioni israeliane sono in risposta a minacce di sicurezza.
- Arabia Saudita: ha sollevato preoccupazioni per le violenze, cercando di mantenere relazioni diplomatiche sia con Israele che con i palestinesi.
- Unione europea: pur sollevando preoccupazioni per la violenza, hanno generalmente evitato di usare il termine "genocidio", adottando una posizione di mediazione ed esprimendo preoccupazione per entrambe le parti. Chiede tregua e negoziati di pace, senza però utilizzare esplicitamente il termine "genocidio".
- Cina, India e Russia: a loro volta coinvolti in dispute internazionali, questi stati hanno preferito non esprimersi direttamente poiché consapevoli che prendere posizione in un caso così delicato recherebbe loro pochi vantaggi e potrebbe turbare irreversibilmente le loro relazioni nella regione.
- Brasile: ha intimato esplicitamente Israele a cessare immediatamente tutti gli atti e le misure che potrebbero costituire genocidio.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Gaza death toll passes 45,000 as UN school suffers new deadly strike, su news.un.org.
- ^ Gaza: 45.399 morti in 14 mesi., su vaticannews.va.
- ^ Amnesty International investigation concludes Israel is committing genocide against Palestinians in Gaza, su amnesty.org, 5 dicembre 2024. URL consultato il 26 dicembre 2024.
- ^ Il crimine di sterminio e gli atti di genocidio commessi da Israele a Gaza, su hrw.org, 19 dicembre 2024.
- ^ (FR, EN) Application de la convention pour la prévention et la répression du crime de génocide dans la bande de Gaza (Afrique du Sud c. Israël), su Corte internazionale di giustizia. URL consultato il 27 dicembre 2024.
- ^ La Corte internazionale di giustizia ordina a Israele di prevenire atti di genocidio a Gaza, su Internazionale, 26 gennaio 2024. URL consultato il 27 dicembre 2024 (archiviato il 12 settembre 2024).
- ^ (EN) South Africa vs Israel: 14 other countries intend to join the ICJ case, su Organizzazione delle Nazioni Unite. URL consultato il 27 dicembre 2024.
- ^ (FR, AR, ZH, EN, RU, ES) A/79/363 : Comité spécial chargé d’enquêter sur les pratiques israéliennes affectant les droits de l’homme du peuple palestinien et des autres Arabes des territoires occupés, su Organizzazione delle Nazioni Unite, 20 settembre 2024. URL consultato il 31 dicembre 2024.
- ^ (FR, AR, ZH, EN, RU, ES) Un Comité spécial des Nations Unies estime que les méthodes de guerre utilisées par Israël à Gaza relèvent du génocide, y compris l’utilisation de la famine comme arme de guerre, su Organizzazione delle Nazioni Unite, 14 novembre 2024. URL consultato il 31 dicembre 2024.
- ^ (EN) ICC issues arrest warrants for Netanyahu, Gallant over Gaza war; PM slams ‘antisemitism’, su The Times of Israel, 21 novembre 2024. URL consultato il 27 dicembre 2024.
- ^ (EN) Bethan McKernan, Israeli officials accuse international court of justice of antisemitic bias. URL consultato il 27 dicembre 2024.
- ^ La controversa questione delle accuse a Israele, su affarinternazionali.it.
- ^ Sviluppo di Hamas nella questione palestinese, su wired.it.
- ^ Sviluppo del conflitto e accordi geopolitici, su affarinternazionali.it.
- ^ Violenze del 7 ottobre 2023, su lab.repubblica.it.
- ^ a b Onu: Israele potrebbe aver commesso crimini di guerra per liberare i quattro ostaggi a Nuseirat | Euronews
- ^ Attacchi alle strutture sanitarie, su savethechildren.it.
- ^ Accusa di genocidio, su legrandcontinent.eu.
- ^ Escalation dopo il 7 ottobre, su ilmanifesto.it.
- ^ Denunce da parte delle ONG, su ilbolive.unipd.it.
- ^ Il Sudafrica ha accusato Israele di genocidio davanti alla Corte internazionale di giustizia, su ilpost.it. URL consultato il 3 gennaio 2024.
- ^ Gaza: media, Israele si presenterà a Corte internazionale Aia, su ansa.it. URL consultato il 3 gennaio 2024.
- ^ (EN) Summary of the Order of 26 January 2024, su icj-cij.org, 26 gennaio 2024.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Attacco di Hamas a Israele del 2023
- Guerra Israele-Hamas
- Conflitto israelo-palestinese
- Conflitto Israele-Striscia di Gaza
Altri progetti
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