Gelmini (d͡ʒel'miːni)[1] è un cognome di lingua italiana.
Tipico del Norditalia, come le sue varianti deriva probabilmente dal nome Guglielmo.[2][3]
Varianti
[modifica | modifica wikitesto]Gelmetti, Gelmi, Gelmo, Gilmozzi, Guelmi, Vielmetti.[2]
Nel 1867 vengono individuate, come varianti del cognome all'interno del territorio del Tirolo di lingua italiana (cioè del Trentino), anche Willi, Villi, Villotti e Devilli.[4]
Origine e diffusione
[modifica | modifica wikitesto]Il cognome Gelmini e le sue varianti derivano probabilmente dal nome proprio di persona medievale Gelmino, diminutivo di Gelmo, forma accorciata di Guglielmo (o delle sue forme più antiche, come Guiligelmo, Wiligelmo, Viligelmo, comparse in Italia nel IX secolo), a loro volta derivate dal germanico Wilhelm o Willahelm che sarebbe un composto di wilja (volontà/desiderio/impegno) e helma (elmo/copricapo) in alto tedesco antico.[2][3][6][7]
In Europa molti cognomi condividono la stessa origine.[8]
Cognome delle Valli Giudicarie,[2] è specifico delle province di Brescia, Bergamo, Milano, del basso Trentino e della sponda Veronese del Lago di Garda. Un'altra zona di diffusione comprende le province di Parma, Reggio Emilia e Modena.[3]
Storia e araldica
[modifica | modifica wikitesto]Nell'Archivio Storico Araldico Italiano è presente una famiglia Gelmini e una famiglia Guelmi del Trentino decorate con il titolo di nobile.[9] I Gelmini von Kreutzhof sono citati tra le famiglie nobili austriache.[10]
In alcuni documenti del XII secolo a Braone, in Val Camonica, compare il cognome Gelmini.[11]
Nel XVI secolo, è documentata la presenza di Gelmini nella Valle di Saviore e a Salò.[12][13] Il 15 giugno 1595 il duca di Mantova, Vincenzo I Gonzaga, accordava la libertà al prigioniero Antonio Gelmini di Castellucchio, bombardiere.[14]
Nel 1619, a Mulazzano, nel Lodigiano, Giovanni Gelmini scrisse un libro di dediche e lodi per monsignore Michelangelo Seghizzi.[15]
Nel 1890, Max von Gelmini zu Kreuzhof fu uno dei principali fondatori della Cassa Rurale di Salorno, la Raiffeisen Landesbank[17] Sempre a Salorno, nell'autunno del 1929, durante il soffocamento fascista delle lingue minori presenti in Italia, Berta von Gelmini fu una delle promotrici delle scuole clandestine di lingua tedesca, le katakombenschule.[18]
Tra i proprietari dei castelli di Gromo (XIX secolo), in Val Seriana, e di Urgnano, nel Bergamasco, vengono elencate due famiglie Gelmini.[19][20][21]
Tipografia
[modifica | modifica wikitesto]Il 6 marzo 1584, attraverso un documento,[22] venne creata la prima produzione di testi stampati permanente a Trento, affidata ai fratelli Giacomo (che morì nel 1591 a causa di un'epidemia di peste) e Giovanni Battista Gelmini (già presenti in città dal 1582 su richiesta di Ludovico Madruzzo), provenienti da Sabbio Chiese in Valle Sabbia, i quali lavorarono per circa 15 anni in una situazione di monopolio e sotto il controllo del vescovo. L'attività andò avanti fino al 1619 grazie al figlio di Giovanni Battista, Giovanni Maria.[23] La produzione conta una trentina di libri marchiati da una simbolo con un'aquila legata da un serpente. Gran parte delle opere sono conservate nella Biblioteca comunale di Trento.[24][25] Il 14 gennaio 1627 Maddalena Gelmini, vedova di Giovanni Maria Gelmini, vendette a Santo Zanetti e Antonio Marchi l'attrezzatura della tipografia.[26]
Spedizioni fluviali
[modifica | modifica wikitesto]In un documento del 1787 a Borgo Sacco, in Trentino, troviamo scritto:[27]
«A Chiunque.
Noi della Magnifica Comunità di Sacco pubblici Rappresentanti facciamo indubitata fede, che la Famiglia delli Sig. Francesco, Giampietro Fratelli Gelmini è non solo Concittadina di questa nostra Comunità da più di 160 anni, ma che inoltre si è sempre mantenuta, come fa al presente, civilmente e decorosamente, sempre integrate nel Negozio delle Spedizioni, essendo anzi una delle 9 Feudatarie che sussistono al presente, ed in segno di tal verità corroboriamo le presenti colle rispettive nostre soscrizioni ed apposizione del pubblico suggello.
In Fede.
Dato in Sacco il 20 novembre 1787»
I due fratelli ottennero quindi la nobiltà e l'aggiunta del nome von Kreutzhof dall'imperatore Giuseppe II d'Asburgo-Lorena grazie al trasporto fluviale.[28]
Persone
[modifica | modifica wikitesto]- Domenico Maria Gelmini (1807–1888), vescovo italiano
- Oreste Gelmini (1912–2005), politico e partigiano italiano
- Pierino Gelmini (1925–2014), ex-sacerdote italiano
- Angelo Gelmini, meglio noto come Padre Eligio (1931), presbitero italiano
- Hortense von Gelmini (1947), artista italiana
- Mariastella Gelmini (1973), politica ed ex ministro dell'istruzione, università e ricerca italiana del IV Governo Berlusconi
- Florian de Gelmini (1976), compositore tedesco
- Caspar de Gelmini (1980), compositore tedesco
- Marcos Paulo Gelmini Gomes (1988), calciatore brasiliano
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Nove Gelmini hanno ricevuto onorificenze della Repubblica Italiana:
- Gianluigi — Ufficiale Ordine al merito della Repubblica Italiana (27 dicembre 1994)[29]
- Pietro — Commendatore Ordine al merito della Repubblica Italiana (2 giugno 1996)[30]
- Oreste — Commendatore Ordine al merito della Repubblica Italiana (2 giugno 1998)[31]
- Pietro — Grande Ufficiale Ordine al merito della Repubblica Italiana (19 novembre 2003)[32]
- Gino — Cavaliere Ordine al merito della Repubblica Italiana (27 dicembre 2004)[33]
- Eligio — Medaglia d'oro al merito della sanità pubblica (1º marzo 2005)[34]
- Luigi — Cavaliere Ordine al merito della Repubblica Italiana (2 giugno 2005)[35]
- Adriana — Cavaliere Ordine al merito della Repubblica Italiana (2 giugno 2007)[36]
- Diego — Ufficiale Ordine al merito della Repubblica Italiana (2 giugno 2011)[37]
- Massimo — Cavaliere Ordine al merito della Repubblica Italiana (27 dicembre 2020)[38]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Gelmini, su dizionario.rai.it. URL consultato il 26 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
- ^ a b c d Mario Querin, E tu, come ti chiami?, su riviste.provincia.tn.it, 29 dicembre 2003. URL consultato il 27 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 26 novembre 2012).
- ^ a b c Gelmini, su cognomiitaliani.org. URL consultato il 2 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 25 marzo 2013).
- ^ (DE) Christian Schneller, Ueber die Zu- und Familiennamen in Wälschtirol, Skizzen, 1867.
- ^ Famiglie A-Z, su leonemarinato.it. URL consultato il 23 luglio 2011.
- ^ (EN) Behind the Name, su behindthename.com. URL consultato il 21 marzo 2022.
- ^ Italian Surnames, su ganino.com. URL consultato il 22 marzo 2022.
- ^ (EN) Alan M Stanier, The origin of the name Williams, su privatewww.essex.ac.uk, 6 maggio 2011. URL consultato l'8 settembre 2011.
- ^ Archivio Storico Araldico Italiano, su contironco.it. URL consultato il 27 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 7 febbraio 2012).
- ^ G - Adelslexikon (GHdA) [collegamento interrotto], su coresno.com. URL consultato il 23 luglio 2011.
- ^ BRAONE (Braù), su intercam.it. URL consultato il 23 luglio 2011 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2007).
- ^ Le antiche famiglie della Valsaviore [collegamento interrotto], su francorino.interfree.it. URL consultato il 23 luglio 2011.
- ^ Salò comune contra Gelmini, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 15 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 23 novembre 2012).
- ^ Antonino Bertolotti, Prigioni e prigionieri in Mantova dal secolo XIII al XIX, 1890.
- ^ Cenni storici, su comune.mulazzano.lo.it. URL consultato il 3 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 18 dicembre 2012).
- ^ Marca: Z115, su edit16.iccu.sbn.it. URL consultato il 19 maggio 2012.
- ^ Dagli inizi fino al XXI secolo, su raiffeisen.it. URL consultato il 23 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2011).
- ^ Le scuole clandestine durante il fascismo [collegamento interrotto], su apritisangia.splinder.com, 27 febbraio 2011. URL consultato il 23 luglio 2011.
- ^ Gromo (Lombardia), visita al Borgo medievale, bandiera arancione, su ilturista.info. URL consultato il 23 luglio 2011.
- ^ MONUMENTI - Castello Ginami (1246), su gromo.eu. URL consultato il 23 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 14 novembre 2010).
- ^ Castello Albani Di Urgnano, su icastelli.it. URL consultato il 9 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 9 agosto 2011).
- ^ Privilegio concesso dal principe-vescovo Ludovico Madruzzo a Giovanni Battista e Giacomo Gelmini, su esterbib.it. URL consultato il 10 novembre 2011.
- ^ Tipografia Gelmini, su esterbib.it. URL consultato il 23 luglio 2011.
- ^ Giuseppe Nova, Stampatori, librai ed editori bresciani in Italia nel Cinquecento, Fondazione Civiltà bresciana.
- ^ L. Spera, GELMINI, Giovanni Battista e Giacomo, su treccani.it. URL consultato il 7 novembre 2011.
- ^ Maddalena Gelmini, vedova di Giovanni Maria Gelmini, vende a Santo Zanetti e Antonio Marchi l'attrezzatura della tipografia per 380 ragnesi, su esterbib.it. URL consultato il 10 novembre 2011.
- ^ Documento - Sacco 1787 (JPG), su cognomiitaliani.org. URL consultato il 23 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 10 settembre 2012).
- ^ (DE, EN) AT-OeStA/AVA Adel RAA 139.10 Gelmini, Franz, Johann Peter, Brüder, aus Sacco, Handelsleute, Adelsstand, "von Kreutzhof", 1788.04.12 (Akt (Sammelakt, Grundzl., Konvolut, Dossier, File)), su archivinformationssystem.gv.at. URL consultato il 3 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2012).
- ^ Gelmini Rag. Gian Luigi, su quirinale.it. URL consultato il 1º febbraio 2023.
- ^ Gelmini Don Pietro, su quirinale.it. URL consultato il 1º febbraio 2023.
- ^ Gelmini On. Oreste, su quirinale.it. URL consultato il 1º febbraio 2023.
- ^ Gelmini Don Pietro (2), su quirinale.it. URL consultato il 1º febbraio 2023.
- ^ Gelmini Sig. Gino, su quirinale.it. URL consultato il 1º febbraio 2023.
- ^ Gelmini Padre Eligio, su quirinale.it. URL consultato il 1º febbraio 2023.
- ^ Gelmini Sig. Luigi, su quirinale.it. URL consultato il 1º febbraio 2023.
- ^ Gelmini Sig.ra Adriana, su quirinale.it. URL consultato il 1º febbraio 2023.
- ^ Gelmini Dott. Diego, su quirinale.it. URL consultato il 1º febbraio 2023.
- ^ Gelmini Ten. Col. Massimo, su quirinale.it. URL consultato il 1º febbraio 2023.
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