Gastone Giacomini (Roma, 1913 – Riolo Terme, 10 aprile 1945) è stato un ufficiale e partigiano italiano.
Ufficiale dell'Esercito Italiano, insignito di tre decorazioni al valor militare, è stato insignito alla memoria con il più alto riconoscimento: la Medaglia d'oro al valor militare.
Ha combattuto, nel corso della Seconda guerra mondiale, prima sul fronte occidentale, poi in Africa settentrionale. Nel settembre del 1943, all'annuncio dell'armistizio, insieme ad altri militari, si oppose ai nazifascisti. Liberata Roma si è arruolato nell'88º Reggimento fanteria del Gruppo di combattimento "Friuli" col grado di capitano.
Fu ferito sei volte in azioni di guerra, e cadde sul fronte del Senio, durante l'ultima offensiva per la liberazione dell'Italia settentrionale.
A Roma gli è stata dedicata una via.
«Ufficiale dotato di preclari doti di combattente per elette virtù di comandante capace e deciso, per sicuro ascendente sui dipendenti specie negli eventi bellici più cruenti, per alto valore personale spinto in ogni circostanza oltre i limiti della umana possibilità ispirando le sue opere ai più alti ideali della Patria partecipava alla guerra 1940-1943 sul fronte occidentale e in Africa settentrionale; convalescente in patria per grave ferita riportata in guerra e sorpreso dagli avvenimenti dell’8 settembre 1943, tra il generale smarrimento sceglieva la via dell’onore e, fedele al suo giuramento, si schierava contro i tedeschi operando attivamente sul fronte clandestino e quindi partecipando volontariamente alla guerra di liberazione nazionale, insignito di tre decorazioni al valor militare, ferito sei volte in azioni di guerra, ovunque emergeva per singolare temperamento combattivo e spirito di sacrificio, ma il suo indomito valore spiccava in particolare: in Africa Settentrionale, dove, anima della strenua difesa di un caposaldo primo nel rischio ed ultimo nel subire la soverchiante pressione dell’agguerrito nemico benché gravemente ferito e sgomberato a viva forza, mentre ancora incitava i pochi superstiti alla lotta non si abbatteva e trovava in sé l’energia per portare in salvo attraverso zone intensamente battute dal fuoco avversario, un’autoambulanza carica di feriti della sua eroica compagnia sostituendosi all’autiere mortalmente colpito; sul fronte italiano dove immolava la sua gloriosa giovinezza alla testa dei suoi insuperati fanti condotti con audace slancio e sommo sprezzo della vita alla conquista di posizioni tenacemente difese dal secolare nemico. Leggendaria figura di combattente, ha lasciato in ogni campo di battaglia, col suo sangue generoso, traccia luminosa del cosciente eroismo del soldato d’Italia.»
— Africa Settentrionale (Takruna -
Tunisia) marzo - aprile 1943 - Fronte Italiano (
Torrente Senio), 10 aprile 1945.
— 1945
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