Foreste miste baltiche Baltic mixed forests | |
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Foresta di latifoglie nel parco nazionale di Söderåsen in Svezia | |
Ecozona | Paleartica (PA) |
Bioma | Foreste di latifoglie e foreste miste temperate |
Codice WWF | PA0405 |
Superficie | 116 600 km² |
Conservazione | In pericolo critico |
Stati | Danimarca, Germania, Polonia, Svezia |
Cartina dell'ecoregione | |
Scheda WWF |
Le foreste miste baltiche sono un'ecoregione dell'ecozona paleartica, definita dal WWF (codice ecoregione: PA0405), situata lungo la sponda meridionale del mar Baltico[1].
Territorio
[modifica | modifica wikitesto]È un'ecoregione di foresta temperata che occupa 116.600 km². Occupa la regione della Scania, all'estremità meridionale della Svezia, le regioni settentrionali e orientali della penisola dello Jutland e le isole danesi del Baltico, e la costa baltica di Germania e Polonia a nord dei fiumi Elba e Oder. Come altre ecoregioni europee situate a questa latitudine, l'ecoregione delle foreste miste baltiche si trova in una zona temperata posta molto più a nord di aree simili corrispondenti della parte occidentale del continente eurasiatico o del Nordamerica orientale. Costituita sia da foreste che da zone umide, questa ecoregione presenta molti habitat differenti e, di conseguenza, una grande varietà di specie. Uccelli acquatici, marini e limicoli, sia migratori che nidificanti, visitano questa regione ogni anno, e di conseguenza BirdLife International vi ha designato 32 Important Bird and Biodiversity Area[1].
Flora
[modifica | modifica wikitesto]La parte di questa ecoregione situata lungo le coste meridionali del Baltico presenta terreni piuttosto pianeggianti e suoli acidi su cui si sviluppano foreste miste di faggi (Fagus spp.) e di querce (Quercus spp.). Nell'interno, la vegetazione muta, cedendo il passo a carpini bianchi (Carpinus betulus), pini silvestri (Pinus sylvestris), tigli (Tilia spp.), centocchio comune (Stellaria media) e cerretta comune (Serratula tinctoria). Numerosi piccoli fiumi costieri creano laghi e zone umide, aggiungendo diversità agli habitat e alla vegetazione[1].
Fauna
[modifica | modifica wikitesto]La maggior parte delle specie animali di questa ecoregione vive nelle zone umide. Due rane, la rana di Lessona (Pelophylax lessonae) e la rana arvale (Rana arvalis), sono considerate specie minacciate. Il visone europeo (Mustela lutreola), che vive soprattutto in zone ripariali, è in pericolo di estinzione. Ironicamente, una delle cause della sua scomparsa è la competizione con il visone americano (Neovison vison). Quest'ultimo, rilasciato in natura in alcuni Paesi europei o fuggito dagli allevamenti in altri, compete con il cugino europeo per l'habitat e il cibo. Il tarabuso (Botaurus stellaris) vive nascosto nei canneti dando la caccia a pesci, rane e altri piccoli animali. Questa e alcune altre specie di uccelli nidificano qui e migrano verso sud per l'inverno. Altri uccelli che vivono in questa ecoregione sono l'airone cenerino (Ardea cinerea) e il cigno reale (Cygnus olor). I rapaci, come l'astore (Accipiter gentilis) e la poiana (Buteo buteo), catturano una grande varietà di uccelli, roditori, serpenti, anfibi e altre creature di dimensioni medio-piccole. Molti uccelli migratori passano attraverso questa regione, sfruttando i suoi numerosi habitat umidi[1].
Conservazione
[modifica | modifica wikitesto]Questa ecoregione necessita al più presto di programmi di conservazione. L'uomo ne ha sfruttato il territorio per secoli. Una delle principali cause di minaccia per l'area è l'inquinamento delle zone umide e dei corsi d'acqua a opera di agricoltura, industria, scarichi domestici e centri di itticoltura. Lo sfruttamento del territorio e le modifiche ad esso apportate da turismo, agricoltura, caccia, raccolta di uova, nonché la bonifica delle zone umide, rischiano di frammentare e danneggiare le poche aree di habitat intatto rimaste[1].
Note
[modifica | modifica wikitesto]Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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