La Fondazione Gamaraal è una fondazione svizzera fondata nel 2014 da Anita Winter. Essa sostiene i sopravvissuti all'Olocausto ed è impegnata nella promozione sostenibile dell'educazione all'Olocausto.[1]
Aree di attività
[modifica | modifica wikitesto]Sostenere i sopravvissuti all'Olocausto
[modifica | modifica wikitesto]La Fondazione Gamaraal sostiene i sopravvissuti all'Olocausto con varie forme di assistenza. Ad esempio, tre volte all'anno - durante le festività ebraiche Rosh haShana, Hanukkah e Pasqua - la fondazione fornisce sostegno finanziario ai sopravvissuti. Inoltre, la Fondazione finanzia gli aiuti medici.[2] Nel marzo 2020, la Fondazione ha anche lanciato una campagna di aiuti speciali per i sopravvissuti all'Olocausto e altre persone colpite dalla crisi del COVID-19.[3][4]
Educazione all'Olocausto
[modifica | modifica wikitesto]Nel campo dell'educazione all'Olocausto, la Fondazione Gamaraal organizza, tra l'altro, incontri con testimoni oculari dell'Olocausto, documenta testimonianze di sopravvissuti all'Olocausto e offre viaggi di studio ad Auschwitz insieme alla Fondazione contro il Razzismo e l'Antisemitismo (GRA).[5][6]
Gli Ultimi Sopravvissuti Svizzeri all'Olocausto
[modifica | modifica wikitesto]Quando nel 2017 la Svizzera ha assunto la presidenza dell'International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA), la Fondazione Gamaraal ha realizzato il progetto espositivo The Last Swiss Holocaust Survivors con il sostegno, tra gli altri, del Dipartimento federale degli Affari Esteri.[7] La mostra ritrae alcuni degli ultimi sopravvissuti all'Olocausto residenti in tutte le parti della Svizzera.[8] L'Archivio di Storia Contemporanea del Politecnico di Zurigo ha fornito supporto scientifico al progetto.[9] La mostra è stata accolta con particolare favore dalle classi scolastiche e anche i media hanno mostrato grande interesse.[10][11] Nel marzo 2018, la Fondazione Gamaraal, insieme all'Archivio di Storia Contemporanea del Politecnico di Zurigo, ha ricevuto il Premio Dr. Kurt Bigler per progetti eccezionali nel campo dell'educazione all'Olocausto.[12][13] La mostra è stata occasionalmente criticata, tra l'altro, per il suo titolo.[14]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Die Erinnerungen an den Holocaust wach halten, su gamaraal.com. URL consultato il 12 aprile 2020.
- ^ Gamaraal Foundation, su gamaraal.com. URL consultato il 12 aprile 2020.
- ^ Gamaraal COVID-19, su gamaraal.com, 12 aprile 2020.
- ^ Juedische Allgemeine, su juedische-allgemeine.de, 12 aprile 2020.
- ^ Gamaraal Foundation, su gamaraal.com. URL consultato il 12 aprile 2020.
- ^ GRA, su gra.ch. URL consultato il 12 aprile 2020.
- ^ Kornhaus Forum, su kornhausforum.ch. URL consultato il 26 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2021).
- ^ Universität Basel Veranstaltungskalender, su unibas.ch. URL consultato il 26 aprile 2020.
- ^ Geschichten vom Überleben, su ethz.ch. URL consultato il 26 aprile 2020.
- ^ Juedische Allgemeine, su juedische-allgemeine.de. URL consultato il 25 aprile 2020.
- ^ Pfarrblatt, su kathbern.ch. URL consultato il 25 aprile 2020.
- ^ Archiv für Zeitgeschichte, su afz.ethz.ch. URL consultato il 30 marzo 2020.
- ^ Ein lebendiges Vermächtnis, su phzh.ch. URL consultato il 26 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2020).
- ^ Tages-Anzeiger, su tagesanzeiger.ch. URL consultato il 26 aprile 2020.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Fondazione Gamaraal
- Katharina Bracher: Holocaust-Opfer sind heute oft mittellos, NZZ am Sonntag, 3 Aprile 2016
- Daniel Szspielman: Viele denken heute wieder an die Flucht, Basler Zeitung, 28 Gennaio 2016
- «Es bedeutet die Anerkennung ihres Leids», SRF, 27 Gennaio 2015
- Flavia Schlittler: Sie macht Holocaust-Überlebenden das Leben leichter, SonntagsBlick, 1 Gennaio 2017