Fisalia | |
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Descrizione generale | |
Tipo | sommergibile di piccola crociera |
Classe | Medusa |
Proprietà | Regia Marina |
Cantiere | Orlando, Livorno |
Impostazione | 3 ottobre 1910 |
Varo | 25 febbraio 1912 |
Entrata in servizio | 13 settembre 1912 |
Intitolazione | Physalia physalis |
Radiazione | 26 settembre 1918 |
Destino finale | demolito |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento in immersione | 305 t |
Dislocamento in emersione | 250 t |
Lunghezza | 45,15 m |
Larghezza | 4,2 m |
Pescaggio | 3 m |
Profondità operativa | 40 m |
Propulsione | 2 motori Diesel FIAT da 650 CV 2 motori elettrici Savigliano da 300 cv complessivi 2 eliche |
Velocità in immersione | 8,2 nodi |
Velocità in emersione | 12,5 nodi |
Autonomia | in emersione 670 miglia nautiche a 12 nodi o 1200 mn a 8 nodi in immersione 24 mn a 8 nodi 54 mn a 6 nodi |
Equipaggio | 2 ufficiali, 19 sottufficiali e marinai |
Armamento | |
Siluri | 2 tubi lanciasiluri da 450 mm a prua con 4 siluri |
dati tratti da www.betasom.it | |
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Il Fisalia è stato un sommergibile della Regia Marina.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Nella prima fase della sua vita operativa fu impiegato nel Tirreno settentrionale, svolgendovi alcune crociere d'addestramento, facendo di frequente tappa in porti sardi[1][2] . Appartenente alla II Squadriglia Sommergibili, nel 1914 era di base a La Maddalena[3].
Poco prima dell'ingresso dell'Italia nel primo conflitto mondiale fu trasferito a Venezia, al comando del tenente di vascello Virgilio Goj[4][1][2].
Dal 1915 al 1917, durante la guerra, fu impiegato a scopo offensivo nelle acque costiere dei territori dell'Impero austro-ungarico[1][2].
L'1-2 novembre 1916 fu inviato nella zona del canale di Fasana a supporto di un attacco di MAS che si sarebbe svolto in quel luogo[5].
Nel gennaio 1917 ne era comandante il tenente di vascello Martinelli[6].
Nel dicembre 1917 fu trasferito alla I Squadriglia e dislocato a Porto Corsini, operando nella difesa di quel tratto di costa, al comando del tenente di vascello Mario Menini[1][2].
Disarmato il 26 marzo 1918[1], fu radiato qualche mese dopo e demolito.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Franco Favre, La Marina nella Grande Guerra. Le operazioni aeree, navali, subacquee e terrestri in Adriatico, Gaspari Editore, 2008, ISBN 978-88-7541-135-0.