Il dipinto è entrato in Collezione nel 1949 per acquisto dall’Associazione Artisti d’Italia, della quale Raffaele De Grada è membro del comitato direttivo a partire dal 1945.
Una recente ipotesi critica ha proposto di collocare l’opera attorno al 1949, tuttavia, le stringenti analogie stilistiche con le vedute della Versilia eseguite nella seconda metà degli anni Trenta consentono di anticiparne la datazione. L’esecuzione della tela potrebbe risalire agli anni compresi tra il 1936, quando il pittore fissa la propria residenza estiva a Forte dei Marmi - località frequentata anche da altri artisti lombardi, tra i quali Carlo Carrà, Arturo Tosi, Achille Funi -, e il 1941. La tela in Collezione, infatti, condivide l’impianto compositivo costruito per piani paralleli, la sobria gamma dei verdi, bruni e azzurri e, soprattutto, la trama pittorica fatta di brevi e corpose pennellate giustapposte con un nucleo di paesaggi toscani riferibili al biennio 1940-1941, tra i quali Fiumetto (Milano, Raccolta Renato Montagna, nel 1942) e Casolari all’alba (Venezia, Collezione Volpi Misurata, nel 1942). La resa sintetica e ordinata dei volumi e l’impiego della pennellata costruttiva rimanda agli studi condotti dall’artista sull’opera di Paul Cézanne, avviati negli anni Venti e proseguiti nel corso di tutta la sua carriera fino a configurarsi come cifra stilistica caratteristica della sua produzione.
De Grada interpreta la specificità del paesaggio toscano e, soprattutto, le sue implicazioni emotive, traducendo in forme solide e squadrate le vedute di San Gimignano, ripetutamente affrontate fino alla maturità, come documenta
Paesaggio in Collezione, mentre con una materia che diviene progressivamente più tenue e vaporosa restituisce l’atmosfera quieta e silenziosa della Versilia.