In araldica, il ferro di lancia indica, di norma, la nobiltà acquisita con le armi.[1] Si dice rintuzzato (francese emousé) il ferro di lancia senza la punta.[2]
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Il ferro di lancia
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D'azzurro, allo scaglione troncato accompagnato nel capo da tre gigli e in punta da due ferri di lancia decussati, il tutto d'oro (Magnanville, Francia)
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Di verde, al ferro di lancia d'argento, in banda; alla bordura d'oro (Ferlens, Svizzera)
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Inquartato: nel 1° e 4° d'azzurro, a tre ferri di lancia rovesciati d'argento, che è di Pillot; nel 2° e 3° di rosso, all'aquila d'argento, imbeccata, lampassata, membrata, armata e coronata d'azzurro, che è di Coligny; sul tutto d'oro, all'aquila bicefala di nero, che è del Sacro Romano Impero (Pillot de Coligny)
Raramente si trova anche il cosiddetto ferro di lancia all'antica, figura simile a una corona a tre punte.
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Ferro di lancia all'antica
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Di rosso, seminato di ferri di lancia all'antica (Saint-Martin-sur-Écaillon, Francia)
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D'azzurro, a tre ferri di lancia all'antica d'oro (La Rochette, Francia)
Posizione araldica ordinaria
[modifica | modifica wikitesto]Il ferro di lancia è rappresentato con la punta rivolta in alto.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Guelfi Camaiani, p. 257, Ginanni, p. 81.
- ^ Guelfi Camaiani, p. 452, Ginanni, p. 141.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Marc'Antonio Ginanni, L'arte del blasone dichiarata per alfabeto, Venezia, Guglielmo Zerletti, 1756.
- Piero Guelfi Camaiani, Dizionario araldico, Milano, Ulrico Hoepli, 1940.
- Luigi Volpicella, Dizionario del linguaggio araldico italiano, a cura di Girolamo Marcello del Majno, presentazioni di Luigi Michelini di San Martino et al., disegni dell'autore, Udine, Paolo Gaspari, 2008 [concluso negli anni 1940], p. 152, ISBN 88-7541-123-9, SBN MIL0767647.
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