Il fenomeno del femminicidio a Ciudad Juárez, nello stato messicano di Chihuahua, ha destato particolare preoccupazione a livello nazionale e internazionale per le sue proporzioni.
Questo fenomeno è provocato principalmente dalla criminalità dilagante in città, anche se in una cospicua percentuale di casi è presente un'aggressione di stampo sessuale, slegata da traffici di droga o guerre tra bande.
Statistiche
[modifica | modifica wikitesto]Secondo Amnesty International dal 1994 al 2005 più di 370 donne e ragazze sono state uccise a Juárez e nello stato di Chihuahua [1][2].
Secondo la procura dello stato nel 2010, 270 donne sono state uccise nell'intero stato, di cui 247 nella sola Juárez. Nell'agosto 2011, il Procuratore Generale di Chihuahua, Carlos Manuel Salas, ha annunciato che 222 donne erano state uccise nello stato da gennaio e di queste, 130 erano state assassinate a Juárez .
Sembra che le vittime femminili di Juárez abbiano caratteristiche comuni tra di loro: sono solitamente giovani donne, provenienti da famiglie povere, lavoratrici nelle maquiladoras o in alcuni casi anche studentesse. Ci sono anche alcune somiglianze nei tratti somatici delle vittime, come il colore della pelle o la lunghezza dei capelli[1].
Diverse somiglianze si possono riscontrare nei violenti crimini commessi contro di loro, caratterizzati da stupri, torture e mutilazioni.[3]
Analisi sociologiche
[modifica | modifica wikitesto]Gli omicidi di Ciudad Juárez hanno presto lasciato il segno nell'immaginario collettivo, soprattutto perché i corpi sono stati trovati in terreni liberi o nel deserto, le donne sono state violentate e torturate e i loro corpi sono stati crudelmente mutilati.
Il contesto in cui avvengono queste aggressioni è quello di povertà, criminalità e generale instabilità sociale[1]:
«“E’ dal 1994 che hanno cominciato ad apparire nel deserto cadaveri di ragazze, mutilati e seviziati. Il Centro de Asesoría de las Mujeres ha cominciato ad investigare. Le ragazze erano tutte molto simili fisicamente e provenivano da famiglie povere; in genere erano impiegate nelle maquilas . Non venivano uccise il giorno del loro sequestro ma erano tenute in ostaggio, violentate e torturate prima di essere uccise. Abbiamo immediatamente fatto un collegamento tra gli omicidi e la natura povera e violenta della città, propria delle realtà di frontiera. Su 1.500.000 abitanti 800.000 sono immigrati, messicani e latinoamericani in generale, che si affollano sul confine aspettando l’occasione per entrare negli Stati Uniti. Quelli che non riescono a passare la frontiera si fermano qui, nelle periferie più povere e, se ci riescono, cominciano a lavorare nelle maquilas. Ma il conflitto sociale e di genere è molto forte perché le imprese tendono a contrattare sempre più manodopera femminile che è meno costosa e quindi, a fronte delle conquiste economiche e sociali delle donne, c’è un universo maschile sempre più destabilizzato, povero e dipendente. E’ in questo panorama che sono cominciati gli assassinii. ”»
È stato fatto notare che nel periodo fra il 1993 e il 2018 gli autori di questi omicidi non hanno praticamente avuto conseguenze legali, ragion per cui l'antropologa Julia Monárrez Fragoso ha proposto la definizione di "femminicidio sessuale sistemico"[4].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Nadia Angelucci, Il 'femminicidio' in Ciudad Juarez, su noidonne.org, Noi Donne. URL consultato il 9 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 31 maggio 2013).
- ^ Ilaria Biancacci, La città che uccide le donne, in La Repubblica. URL consultato il 9 luglio 2013.
- ^ Denise Cappadonia, Dilaga il femminicidio: il caso di Ciudad Juarez, in StudioNews24. URL consultato il 9 luglio 2013.
- ^ J. E. Monárrez Fragoso, Feminicidio sexual sistémico: impunidad histórica constante en Ciudad Juárez, víctimas y perpetradores, Estado & Comunes, Revista De políticas Y Problemas Públicos, 1(8).
Voci correlate
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