Federico di la Roche arcivescovo della Chiesa cattolica | |
---|---|
Incarichi ricoperti | Arcivescovo di Tiro |
Consacrato vescovo | tra il 1148 e il 1153 |
Elevato arcivescovo | marzo 1164 circa |
Deceduto | 30 ottobre 1174 a Nablus |
Federico di la Roche (... – Nablus, 30 ottobre 1174) è stato un arcivescovo cattolico francese, prelato della Chiesa cattolica in Outremer durante la seconda metà del XII secolo.
Fu il sesto arcivescovo latino di Tiro (1164-1174), cancelliere del Regno di Gerusalemme (c. 1150) e capo della diplomazia del re Amalrico I.
Era un lorenese, originario della cittadina di La Roche, imparentato con i Conti di Namur.
Vescovo di San Giovanni d'Acri
[modifica | modifica wikitesto]Federico che era stato arcidiacono a Liegi e canonico regolare del Templum Domini in Gerusalemme, fu nominato vescovo di San Giovanni d'Acri e, attorno al 1150, cancelliere di Gerusalemme. Egli partecipò all'Assedio di Ascalona nel 1153 e nel 1154 re Baldovino III lo inviò ad Antiochia per mediare nella controversia tra Rinaldo di Châtillon ed il Patriarca latino, Aimerio di Limoges; quest'ultimo tornò a Gerusalemme con Federico. Nel 1155 Federico accompagnò il Patriarca latino di Gerusalemme a Roma per presentare al Papa Adriano IV una lamentela circa la condotta di varie abbazie e chiese di Gerusalemme, che avevano trascurato di riconoscere l'autorità del Patriarca.
Quando Amalrico di Nesle fu eletto Patriarca di Gerusalemme, nel 1157, incontrò l'opposizione dell'Arcivescovo di Cesarea Ernesius e del vescovo di Betlemme Radolfo, ma Federico lo appoggiò e tornò a Roma per appellarsi ad Adriano IV, dal quale ottenne la benedizione per il nuovo Patriarca "si dice, mediante l'uso abbondante di doni", come spiega Guglielmo di Tiro.
Arcivescovo di Tiro
[modifica | modifica wikitesto]Nel marzo 1164, l'Arcivescovo Pietro di Tiro morì, e nel giro di un mese Federico fu nominato suo sostituto, su richiesta del re Amalrico I. Egli accompagnò Amalrico nella spedizione contro l'Egitto del 1167, con un suo proprio "seguito piuttosto distinto", secondo Guglielmo. Federico soffrì di dissenteria in Egitto dopo aver bevuto dal Nilo e presto tornò a casa. Nell'agosto di quello stesso anno egli celebrò il matrimonio di Amalrico con la principessa bizantina Maria Comnena. Pochi giorni dopo, Federico nominò Guglielmo arcidiacono di Tiro ma, nel 1169 egli accusò l'arcidiacono, probabilmente di ricevere un salario eccessivo, che Guglielmo aveva forse ottenuto attraverso la sua amicizia con il re Amalrico; Guglielmo andò a Roma per difendersi dalle accuse.
Ambasciatore in occidente
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1169, dopo aver visto fallire la sua invasione dell'Egitto, re Amalrico decise di inviare un'ambasciata in Europa per ottenere aiuti finanziari alla lotta degli Stati crociati e promuovere una nuova crociata. La prima delegazione, guidata da Amalrico di Nesle ed Ernesius, Arcivescovo di Cesarea, incontrò una tempesta nel Mediterraneo e fu costretta a tornare a casa. Re Amalrico allora inviò una seconda missione diplomatica, i cui membri più eminenti erano l'Arcivescovo Federico, il Vescovo Giovanni di Banyas e Guiberto, il precettore dei Cavalieri Ospitalieri. In luglio essi arrivarono a Roma ed incontrarono Papa Alessandro III, ma nessuno dei monarchi europei era disposto ad aiutare il lontano regno crociato: Luigi VII di Francia ed Enrico II d'Inghilterra erano già impegnati a farsi guerra l'un l'altro, tuttavia Federico persuase Enrico a donare del denaro ed a fare, successivamente, un pellegrinaggio. Nessun sostegno era in arrivo neppure da Federico Barbarossa, che era stato scomunicato da Alessandro III nel 1160 ed aveva una guerra in corso con il Papato.
L'ambasciata aveva anche lo scopo di trovare un marito adatto per l'allora undicenne Sibilla, la figlia del re, che avrebbe potuto, un giorno, ereditare il regno essendo suo fratello Baldovino malato di lebbra. In Francia, Federico persuase Stefano, Conte di Sancerre e cognato di Luigi VII, ad andare ad oriente e sposare Sibylla. L'ambasciata tornò a Gerusalemme nel 1171, insieme a Stefano ed Ugo III duca di Borgogna, che li accompagnò in qualità di rappresentante di Luigi VII. Non sappiamo cosa Federico aveva offerto al giovane conte, ma sembra che questi non l'ottenne perché se ne tornò in Francia senza sposare la principessa.
Morte
[modifica | modifica wikitesto]Dopo una lunga malattia, Federico morì a Nablus il 30 ottobre 1174, e fu sepolto nel Templum Domini a Gerusalemme. Guglielmo fu nominato arcivescovo e fu consacrato il giorno 8 giugno dell'anno successivo. Guglielmo descrive Federico come "un uomo estremamente alto. Egli possedeva po' di istruzione, ma fu eccessivamente devoto all'arte della guerra".
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Guglielmo di Tiro, Historia rerum in partibus transmarinis gestarum (A History of Deeds Done Beyond the Sea), a cura di E. A. Babock e A. C. Krey, traduzione di E. A. Babock e A. C. Krey, Columbia University Press, 1943.
- Sabino De Sandoli, Corpus Inscriptionum Crucesignatorum Terrae Sanctae, in Pubblicazioni dello Studium Biblicum Franciscanum, vol. 21, 1974, pp. 428-9. URL consultato il 3 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 20 agosto 2004).
- Hans E. Mayer, "Frederick of La Roche, bishop of Acre and archbishop of Tyre", Tel Aviver Jahrbuch für deutsche Geschichte 22 (1993), pp. 59–72.
- (EN) Bernard Hamilton, The Leper King and His Heirs: Baldwin IV and the Crusader Kingdom of Jerusalem, Cambridge University Press, , 2000-05-22, ISBN 978-0-521-01747-3.