Federico Maggi vescovo della Chiesa cattolica | |
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Incarichi ricoperti |
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Nato | 1278 a Brescia |
Nominato vescovo | 6 ottobre 1308 dal popolo e dal clero bresciano |
Consacrato vescovo | 2 gennaio 1309 da papa Clemente V |
Deceduto | 21 marzo 1333 a Milano o Avignone |
Federico Maggi (Brescia, 1278 – Milano o Avignone, 21 marzo 1333) è stato un vescovo cattolico italiano.[1]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Discendente dell'antica e potente famiglia bresciana dei Maggi,[2] era figlio del nobile condottiero Bertolino, che a Brescia guidava la fazione ghibellina, e cugino del vescovo della città Berardo Maggi.[3]
Avviato alla carriera ecclesiastica, verso il 1305 fu nominato canonico della cattedrale di Brescia e nel 1308, alla morte dello zio, l'allora trentenne Federico fu eletto a suo successore dal popolo e dal clero bresciano. Recatosi quindi a Tolosa per incontrare papa Clemente V, nel gennaio 1309 fu consacrato vescovo dallo stesso pontefice francese.[4]
Aderì alla politica imperiale e il 6 gennaio 1311, a Milano, partecipò all'incoronazione a re d'Italia dell'imperatore Enrico VII di Lussemburgo da parte dell'arcivescovo di Milano Cassono della Torre con la Corona ferrea. In tale occasione sarebbe sorta una disputa fra il Maggi e il vescovo di Vercelli Uberto Avogadro per motivi di precedenza protocollare: la questione fu risolta con un compromesso per cui il vescovo vercellese ebbe la priorità nella consacrazione del re e il prelato bresciano in quella della regina.[3]
Nell'ottobre 1312 riuscì a concludere un accordo di pace fra guelfi e ghibellini bresciani, ma presto le discordie tra le fazioni si riaccesero e nel 1316 i guelfi ebbero la meglio e uno dei loro capi, Tebaldo de' Brusati, lo scacciò da Brescia. Si narra che allora il nuovo papa Giovanni XXII lo abbia scomunicato togliendogli anche la sede episcopale; altri storici invece sostengono che il 27 luglio 1317 lo stesso pontefice lo trasferì alla sede di Piacenza, di cui tuttavia non prese mai possesso.[5]
In tale frangente Federico Maggi trovò riparo e ospitalità a Milano, alla corte di Matteo I Visconti e qui, il 31 maggio - 1º giugno 1327, prese parte attiva alla coronazione a re d'Italia del nuovo imperatore Ludovico il Bavaro con la Corona ferrea: assente infatti l'arcivescovo milanese Aicardo Antimiani per l'opposizione dei Visconti, la cerimonia fu condotta dal vescovo di Arezzo Guido Tarlati da Pietramala, coadiuvato appunto dal Maggi. Riconciliatosi con il papa, sarebbe morto ad Avignone nel 1333[6] e fu sepolto a Milano nella Basilica di Sant'Eustorgio, dove è ricordato con una lunga epigrafe commemorativa.[7]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Molte date ed eventi della vita di questo personaggio sono incerti o controversi, a partire già dalla data di nascita che Gian Maria Varanini (Federico Maggi, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 67, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2006), ad esempio, pone «nell'ultimo decennio del Duecento».
- ^ Alessandro Augusto Monti Della Corte, Le famiglie del patriziato bresciano, sul sito Lombardia Beni Culturali Archiviato il 5 marzo 2016 in Internet Archive..
- ^ a b Michele Caffi, Della chiesa di Sant'Eustorgio in Milano, Milano, Boniardi-Pogliani, 1841, pp. 52-54 (il testo è disponibile anche su Google Libri).
- ^ Così il Caffi (op. cit., p. 53), ma non il Varanini, secondo il quale a quell'epoca il Maggi poteva avere al massimo diciott'anni e perciò fu eletto «nonostante il defectus ordinum et aetatis», cioè la carenza degli ordini sacri e dell'età, e spiega poi che «nel dicembre 1308, accompagnato dal padre Bertolino e da Alberto abate di S. Faustino Maggiore, il giovane vescovo eletto si recò a Tolosa, presso papa Clemente V, per ottenere la dispensa dalla condizione di ineleggibilità e la conferma. Il 2 gennaio 1309 il papa incaricò l'arcivescovo di Milano di esaminare, confermare e successivamente consacrare il Maggi.»
- ^ Ferdinando Ughelli nella sua Italia sacra, Roma, Mascardi, 1652, vol. IV; Bernardino Faino, Catalogi quatuor compendiarij quos coelum sancte Brixianæ ecclesiæ circumplectitur, Brescia, Ricciardo, 1658; Cristoforo Poggiali nelle Memorie storiche della città di Piacenza, 1757-1766.
- ^ Gli storici Ughelli e Faino, già citati, ne datano la morte al 1323, in contrasto con il 1333 inciso sulla lapide funebre. Anche il trasferimento ad Avignone è controverso.
- ^ Alessandro Augusto Monti Della Corte, Armerista bresciano, camuno, benacense e di Valsabbia, cui segue lo stemmario dei vescovi di Brescia dal 1133 ai nostri giorni, Brescia, Tipolitografia Geroldi, 1974, p. 257.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Antonio Fappani (a cura di), MAGGI Federico, in Enciclopedia bresciana, vol. 8, Brescia, La Voce del Popolo, 1991, OCLC 163182000, SBN MIL0273002.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Federico Maggi
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Gian Maria Varanini, MAGGI, Federico, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 67, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2006.
- (EN) David M. Cheney, Federico Maggi, in Catholic Hierarchy.