Sant'Eustasio | |
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Vescovo di Napoli | |
Nascita | II secolo |
Morte | prima metà del III secolo |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Ricorrenza | 29 marzo |
Eustasio vescovo della Chiesa cattolica | |
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Incarichi ricoperti | Vescovo di Napoli |
Eustasio o Eustazio (II secolo – III secolo) è stato vescovo di Napoli nel III secolo; il suo culto come santo fu confermato da papa Leone XIII nel 1884.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Scarse sono le notizie relative a Eustasio. Due antichi testi medievali, le Gesta episcoporum neapolitanorum (circa IX secolo) e il Catalogus episcoporum neapolitanorum (X secolo) lo indicano come il settimo vescovo di Napoli, successore di Agrippino e predecessore di Efebo. Visse nella prima metà del III secolo, ben prima del 343, anno in cui è storicamente documentato il nono vescovo napoletano, Fortunato.[1]
Secondo il Catalogus, Eustasio fu vescovo per 17 anni durante i pontificati dei papi Antero (235-236) e Fabiano (236-250).[2] Le Gesta riferiscono che le sue spoglie vennero traslate, all'incirca nel IX secolo, «in altario beate Dei genitricis semperque virginis Mariae, que dicitur Cosmidi», ossia l'altare maggiore della chiesa identificata con quella di Santa Maria in Cosmedin (o di Portanova).[3]
Il culto
[modifica | modifica wikitesto]L'urna contenente il suo corpo fu rinvenuta nel 1616 e l'arcivescovo Decio Carafa estese il culto del santo vescovo dalla chiesa che ne conservava la sepoltura all'intera diocesi.[3]
Nel settembre del 1884 si procedette alla ricognizione canonica delle reliquie.[4]
Il culto tributato ab immemorabili a sant'Eustasio fu confermato da papa Leone XIII il 18 dicembre 1884.[5]
La sua festa è segnata al 10 maggio nel calendario marmoreo della Chiesa di Napoli.[3] Il suo elogio si legge nel Martirologio romano al 29 marzo: «A Napoli, commemorazione di sant’Eustasio, vescovo».[6]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Gesta episcoporum Neapolitanorum Archiviato il 7 maggio 2018 in Internet Archive., in Monumenta Germaniae Historica, Scriptores. Scriptores rerum Langobardicarum et Italicarum saec. VI-IX, p. 404. Catalogus episcoporum Neapolitanorum Archiviato il 7 maggio 2018 in Internet Archive., in id., p. 436.
- ^ Questi dati tuttavia non concordano con le fonti storiche, secondo le quali, il secondo successore di Eustasio, Fortunato, fu uno dei destinatari della lettera scritta dai vescovi orientali presenti al concilio di Sardica nel 343/344. Se l'episcopato di Eustasio è davvero durato 17 anni, il suo inizio deve precedere l'anno 326. Charles Pietri e Luce Pietri (ed.), Prosopographie chrétienne du Bas-Empire. 2. Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), École française de Rome, vol. I, Rome 1999, p. 713.
- ^ a b c Antonio Balducci, BSS, vol. V (1964), col. 299.
- ^ Antonio Balducci, BSS, vol. V (1964), col. 300.
- ^ Index ac status causarum (1999), p. 425.
- ^ Il martirologio romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II (PDF), Città del Vaticano, Libreria editrice vaticana, 2004, p. 288.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Il martirologio romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, Città del Vaticano, Libreria editrice vaticana, 2004.
- Congregatio de Causis Sanctorum, Index ac status causarum, Città del Vaticano 1999.
- Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (curr.), Bibliotheca Sanctorum (BSS), 12 voll., Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, Roma 1961-1969.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sant'Eustachio di Napoli, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it.