Eruzione del monte Tarawera | |
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L'eruzione edl 1886 dipinta da Charles Blomfield sulla base di testimonianze oculari. | |
Vulcano | Tarawera |
Stato | Nuova Zelanda |
VEI | 5 (pliniana) |
L'eruzione del monte Tarawera del 1886 avvenne nelle prime ore del 10 giugno nei pressi di Rotorua, nell'Isola del Nord della Nuova Zelanda. È stata l'eruzione in Nuova Zelanda che ha mietuto più vittime dall'arrivo degli europei: circa 120 persone furono uccise e molti insediamenti furono distrutti o sepolti.[1]
Eruzione
[modifica | modifica wikitesto]Poco dopo la mezzanotte di giovedì 10 giugno 1886, una serie di terremoti sempre più violenti colpì l'Isola del Nord[2]. Verso le 2 del mattino un forte terremoto venne seguito dal forte rumore di un'esplosione[3]. Alle 2:30, le tre cime del Tarawera eruttarono roccia fusa, fumo e cenere fino a 10 km di altezza. Dopo le 3:30 prese inizio la fase maggiore dell'eruzione; bocche si aprirono a Rotomahana, producendo una colata piroclastica che distrusse diversi villaggi in un raggio di 6 km. Fu durante quest'ultima fase che le Terrazze Rosa e Bianche scomparvero.
Il boato dell'eruzione venne sentito fino a Blenheim[4] e gli effetti della cenere sospesa in aria vennero osservati a Christchurch, più di 800 km più a sud. Ad Auckland, il boato dell'eruzione e i lampi nel cielo vennero scambiati per un attacco di una nave russa.
Effetti
[modifica | modifica wikitesto]L'eruzione spaccò la montagna e creò la Waimangu Volcanic Rift Valley, che si trova all'estremità sud-occidentale della faglia di 17 chilometri creatasi il 10 giugno 1886. Le famose Terrazze Rosa e Bianche, meraviglie naturali della Nuova Zelanda, vennero seppellite dall'eruzione. Nel 2017, ricerche condotte basandosi su un rilievo dimenticato del 1859 hanno messo in evidenza la possibilità che le Terrazze Rosa e Bianche siano sopravvissute agli stravolgimenti geografici conseguenti l'eruzione[5][6].
Il monte Tarawera conta tre cime, le quali in quella notte del 1886 eruttarono l'una dopo l'altra. La prima a scoppiare fu la cima Wahanga (situata a nord), la successiva fu Ruawahia (situata nel mezzo) e l'ultima fu Tarawera (la cima più a meridione). La zona del Tikitapu venne completamente coperta sotto la cenere e le foreste circostanti furono abbattute dalla forza delle esplosioni[7]. La landa venne coperta da milioni di tonnellate di cenere vulcanica, fango e detriti, su uno spessore di 20 metri in media[8].
Gli insediamenti Maori di Moura, Te Koutu, Kokotaia, Piripai, Pukekiore, Otuapane, Te Tapahoro, Te Wairoa, Totarariki e Waingongoro furono tutti sepolti o distrutti. Il bilancio ufficiale riportò 153 vittime, mentre molto più elevato fu il numero di sfollati[9]. Una ricerca condotta dal medico Ron Keam identificò 108 vittime e concluse che al massimo vi erano stati 120 morti; l'esagerato numero di vittime era probabilmente dovuto a nomi scritti male o duplicati nelle liste[3][10].
Il villaggio di Te Wairoa è ora un'attrazione turistica chiamata The Buried Village ("Il Villaggio Sepolto"). A Te Wairoa, molti abitanti del villaggio sopravvissero rifugiandosi negli edifici più robusti[1].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) Eruption of Mt Tarawera, su nzhistory.net.nz, Ministry for Culture and Heritage. URL consultato il 6 July 2015.
- ^ (EN) On this day: Tarawera volcanic eruption in 1886, New Zealand Earthquake Commission. URL consultato il 6 July 2015 (archiviato dall'url originale il 5 agosto 2018).
- ^ a b (EN) R. F. Keam, Tarawera, 1988, ISBN 978-0-473-00444-6.
- ^ (EN) Mt Tarawera eruption 125th anniversary, su doc.govt.nz, Department of Conservation, Government of New Zealand.
- ^ (EN) Rex Bunn e Sascha Nolden, Forensic cartography with Hochstetter's 1859 Pink and White Terraces survey: Te Otukapuarangi and Te Tarata, in Journal of the Royal Society of New Zealand, vol. 0, 7 June 2017, pp. 39–56, DOI:10.1080/03036758.2017.1329748.
- ^ (EN) Rex and Sascha Bunn and Nolden, Te Tarata and Te Otukapuarangi: Reverse engineering Hochstetter's Lake Rotomahana Survey to map the Pink and White Terrace locations, in Journal of New Zealand Studies, NS23, December 2016, pp. 37–53.
- ^ (EN) Other events and outcomes, su Christchurch Libraries.
- ^ (EN) Waimangu: Geology, su gns.cri.nz, GNS Science. URL consultato il 6 July 2015.
- ^ Okataina Volcanic Centre, su info.geonet.org.nz, New Zealand GeoNet. URL consultato il 6 July 2015.
- ^ Aftermath - Tarawera, su anheizen.com. URL consultato il 26 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2008).