Equilio (in latino Equilium) era un fiorente centro della Laguna Veneta, oggi scomparso, che sorgeva nel territorio dell'attuale comune di Jesolo.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Le origini
[modifica | modifica wikitesto]L'isola di Equilio era abitata probabilmente da tempi antichissimi. Il toponimo, infatti, deriverebbe dal latino equus "cavallo" e sarebbe legato all'allevamento di cavalli, una delle principali attività a cui si dedicavano le popolazioni venetiche.
Sembra che la salubrità dell'isola e delle zone limitrofe fosse eccezionale, tale (secondo alcuni storici dell'Ottocento) da portare Roma a scegliere questi luoghi per la ritempra e l'allenamento dei suoi gladiatori[1]. Nonostante questa romantica supposizione, sono stati rinvenuti i resti di una mansio, a supporto della tesi che Equilio fosse abitata già in età romana.
In seguito alla Caduta dell'Impero Romano d'Occidente, la località, accolse i numerosi profughi provenienti da Feltre, Belluno, Asolo, Altino, Concordia e la gran parte da Opitergium, fuggiti dalle invasioni barbariche che stavano facendo razzie nei centri dell'entroterra. Ad accogliere tali profughi furono anche vicini lidi e località, come la vicina Melidissa, divenuta poi Heraclia, Costanziaco e Amiana, Torcello, Olivolo e Malamocco[2].
Medioevo
[modifica | modifica wikitesto]Dopo la riconquista giustinianea, Equilio venne inclusa nella provincia bizantina di Venezia marittima, entità che in seguito diede origine al Ducato di Venezia e quindi alla Serenissima.
Grazie alla sua particolare posizione, Equilio si trovò ad essere al centro dei commerci marittimi dell'area nord-adriatica: protetta dalla laguna, poté svilupparsi indisturbata, crescendo sino a diventare città turrita, elevata poi a sede episcopale.
Dagli archivi ecclesiastici della diocesi traspare come aumentasse il suo potere politico, militare ed economico, arrivando a compiere scambi commerciali finanche in Oriente. Ciò causò una serie di problematiche con la vicina Heraclia: iniziò uno scontro economico, politico e anche militare per decidere quale città dovesse essere il centro politico dell'intera area. Le battaglie tra le due città (Equilio roccaforte della fazione filo-longobarda prima e filo-franca poi, mentre Heraclia da sempre fedele a Bisanzio) ebbero alterne fortune, che molto spesso portavano la sede ducale a spostarsi secondo le vittorie.
Questi scontri furono una delle cause che determinarono lo spostamento della capitale della Venezia marittima e del Ducato a Malamocco e poi a Rivoalto e all'inizio della fase calante delle due città.
Decadenza
[modifica | modifica wikitesto]A partire dal IX secolo, anche questo centro cominciò a decadere. Le disastrose alluvioni del Piave avevano provocato gravi dissesti idrogeologici, con l'interramento delle lagune. Privata della naturale protezione, Equilio fu facile preda dei Franchi di Pipino. La città si spopolò rapidamente e l'aristocrazia locale si trasferì a Venezia. Nel 1466 fu soppressa anche la diocesi, incorporata al Patriarcato di Venezia. Rimanevano soltanto la cattedrale e qualche altro luogo di culto che in breve tempo caddero in rovina.
Rinascita
[modifica | modifica wikitesto]Sul finire del XV secolo, grazie all'interessamento dei Soranzo con la costruzione di un canale che collegava il Sile al Piave, venne a riformarsi un piccolo centro abitato a qualche centinaia di metri dal centro dell'antica città. Il nuovo abitato prese il nome di Cavazuccherina. Nel 1930 riassunse il nome di Jesolo, che deriva da Equilio e che veniva usato prima del 1500.
Zona archeologica
[modifica | modifica wikitesto]Attualmente sul luogo in cui sorgeva la città si trova la zona archeologica detta "Antiche Mura".
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Giacomo Filiasi, Memorie Storiche dei Veneti Primi e Secondi, II, 1811.
- ^ Giuseppe Artesi, Jesolo, 2013, ISBN 88-7541-315-0.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giuseppe Artesi, Jesolo, 2013, ISBN 88-7541-315-0
Altri progetti
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