Palazzo vescovile di Padova | |
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Il palazzo da via Vescovado, di notte | |
Stato | Italia |
Regione | Veneto |
Località | Padova |
Coordinate | 45°24′21.67″N 11°52′17.58″E |
Religione | Cattolica |
Diocesi | Padova |
Stile architettonico | Paleocristiano - Romanico - Gotico - Rinascimentale |
Inizio costruzione | VIII secolo |
Completamento | XX secolo |
L'Episcopio patavino, chiamato più spesso Vescovado, è un palazzo che si innalza accanto alla Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta a Padova, tra piazza Duomo, via Dietro Duomo e via Vescovado. La costruzione fu castello vescovile già nell'VIII secolo. Nei secoli seguenti perse i connotati bellici mutando a residenza di rappresentanza dei vescovi della città, che tuttora vi risiedono. Alterato negli anni cinquanta dello scorso secolo, oggi è in parte visitabile, inserito nel circuito del Museo Diocesano.
Alcune strutture del palazzo sono state recentemente datate all'VIII secolo e al IX secolo. Conserva affreschi di dei secoli XII e XIV e opere di Jacopo Parisati e di Bartolomeo Montagna.
Al suo interno si conservano le medievali prigioni vescovili rara testimonianza dell'antica giurisdizione degli episcopi veneti.
La Biblioteca Capitolare
[modifica | modifica wikitesto]La sua origine risale all'istituzione del Capitolo dei Canonici (Schola Sacerdotum) la cui più antica memoria risale all'874. La biblioteca, concepita come collezione di libri che trattano di tutte le materie e che sono messi a disposizione degli studiosi, fu fondata dal vescovo Jacopo Zeno (1460-1481) e venne aperta al pubblico da Pietro Foscari. Tutt'oggi si conservano molti volumi della raccolta di Jacopo Zeno, sono stati aggiunti inoltre molti volumi provenienti dal clero, dagli studiosi padovani dall'Italia e dalla Francia.
La biblioteca possiede in totale oltre 300 Codici e più di 400 incunaboli. Uno dei più importanti codici è un Sacramentario molto considerato al tempo dell'imperatore Lotario (820-855), al quale si aggiunge Martirologio del IX secolo, con pagine in lettere d'oro e capitali elegantissime di provenienza Carolingia. Altro rilevante operato presente all'interno della Biblioteca è un Antifonario Gregoriano, nel quale vi sono tutte le note musicali scritte prima della riforma di Guido d'Arezzo, risalente all'XI secolo e di appartenenza dei Monaci Benedettini.
È presente inoltre un Evangeliario miniato di Isidoro del 1170, contenente 8 composizioni e ornato di 37 iniziali miniate, esso è un documento importante per la scrittura gotica padovana e per l'arte che si ispira alla corrente miniaturista di Salisburgo. Tale codice è protetto tra due tavole rivestite in velluto cremisi. Tra gli Incunaboli sono presenti tutti gli autori latini e greci preferiti al tempo, molti di questi hanno la prima pagina miniata e iniziali sparse nel testo. Eccelle un incunabolo di Stazio, non va dimenticato poi quello di Dante e un Messale del vescovo Pietro Barozzi, donato al Duomo di Padova, edizione (1491) di gran lusso e riccamente miniato.
Giordano Pasetto, dei frati predicatori, maestro di musica per 35 anni al Duomo, ha donato le sue opere musicali (1522) in tre volumi. I codici di Pasetto sono studiati in Inghilterra e specialmente America. L'insigne umanista Sperone Speroni ha copiato alla Biblioteca tutti i suoi Manoscritti.
Sino al XVIII la biblioteca era ospitata nei locali sopra la Sacrestia dei Canonici, nella Cattedrale.
Museo Diocesano
[modifica | modifica wikitesto]Il Museo Diocesano è stato istituito in occasione del Giubileo del 2000 e si articola tra alcuni ambienti del palazzo. Espone opere provenienti dalle collezioni dei Canonici patavini e provenienti dalle chiese della diocesi.
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Collegamenti esterni
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