Emanuelle nera - Orient Reportage | |
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Laura Gemser e Ely Galleani in una scena del film | |
Titolo originale | Emanuelle nera - Orient Reportage |
Paese di produzione | Italia |
Anno | 1976 |
Durata | 105 min |
Genere | erotico |
Regia | Joe D'Amato |
Soggetto | Maria Pia Fusco, Piero Vivarelli, Ottavio Alessi |
Sceneggiatura | Maria Pia Fusco |
Produttore | Oscar Santaniello |
Fotografia | Aristide Massaccesi |
Montaggio | Vincenzo Tomassi |
Musiche | Nico Fidenco |
Scenografia | Franco Gaudenzi |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Emanuelle nera - Orient Reportage è un film del 1976 diretto da Joe D'Amato.
Secondo capitolo della serie Emanuelle nera, il primo diretto da D'Amato, è considerato il vero seguito di Emanuelle nera.[1] In un primo momento si doveva intitolare Velluto nero, titolo di un film poi diretto da Brunello Rondi.[2]
Trama
[modifica | modifica wikitesto]La fotoreporter Emanuelle è perennemente in viaggio, alla ricerca dello scoop giusto per la sua rivista. A Venezia incontra l'amico Robert, ed i due si recano a Bangkok, dove lui si dedica ai suoi scavi archeologici e lei è ospite del principe Sanit, che vuole insegnarle a raggiungere il perfetto orgasmo. Emanuelle dovrebbe fotografare per la sua rivista il re, ma il principe la porta in giro per la città e la fa assistere a combattimenti tra galli, balli e massaggi erotici.
All'improvviso il giovane viene arrestato perché stava organizzando un colpo di Stato, mentre ad Emanuelle vengono rubati la macchina fotografica, il passaporto e tutto il suo denaro. Per uscire dal paese, la ragazza è costretta a sedurre un poliziotto. Ella si reca a Casablanca per incontrare Robert, impegnato con i suoi scavi, dove incontra Debora, che è anche la figlia del console. L'amicizia tra le due donne si trasforma presto in un rapporto lesbico. Emanuelle, però, deve recarsi a Parigi per un nuovo servizio così abbandona Robert e Debora, che si era innamorata di lei, e va incontro ad una nuova avventura.
Produzione
[modifica | modifica wikitesto]Il film fu girato a Venezia, Thailandia e Marocco. L'imponente monumento asiatico che compare nella pellicola è il tempio di Wat Arun, situato a Bangkok.
Collegamenti ad altre pellicole
[modifica | modifica wikitesto]- Il film è citato in Berlinguer ti voglio bene, diretto da Giuseppe Bertolucci nel 1977.
Titoli per l'estero
[modifica | modifica wikitesto]Il film uscì negli Stati Uniti come Emanuelle in Bangkok, in Francia come La possédée du vice e Black Emanuelle en Orient, in Germania come Black Emanuelle 2. Teil e in Spagna come Emanuelle negra se va a Oriente.
Slogan promozionali
[modifica | modifica wikitesto]- «She Hotter Than Ever»
- «Più calda che mai».
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Gordiano Lupi, Erotismo, orrore e pornografia secondo Joe D'Amato, Roma, Mondo Ignoto, 2004, ISBN 88-89084-49-9..
- ^ Marco Giusti, Stracult. Dizionario dei film italiani, Roma, Frassinelli, 2004, ISBN 88-7684-813-4.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su Emanuelle nera - Orient Reportage
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Emanuelle nera - Orient Reportage
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- EMANUELLE NERA - ORIENT REPORTAGE, su CineDataBase, Rivista del cinematografo.
- Emanuelle nera - Orient Reportage, su ANICA, Archiviodelcinemaitaliano.it.
- (EN) Emanuelle nera - Orient Reportage, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Emanuelle nera - Orient Reportage, su AllMovie, All Media Network.
- (EN, ES) Emanuelle nera - Orient Reportage, su FilmAffinity.
- (EN) Emanuelle nera - Orient Reportage, su Box Office Mojo, IMDb.com.
- (EN) Emanuelle nera - Orient Reportage, su BFI Film & TV Database, British Film Institute (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2018).